Primo Capitolo (REVISIONATO)

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È davvero strano il caso.
Sì, sul serio. Fino ad un anno fa vivevo in una felice e tranquilla famiglia.
E ora mi ritrovo qui, a guardare questo fitto bosco che mi scivola davanti agli occhi, e il cielo che sembra volersi ribellare, e bagnare questo asfalto sul quale il pullman va così velocemente.
Papà non si è neanche degnato di accompagnarmici in macchina, quindi sì sono in un pullman pieno di ragazzini della mia età a scendere, quindi non sono l'unica nella merda; e questo non mi dà alcun sollievo.

Quando il pullman si ferma mi rendo conto che è ora di scendere.
Mi ritrovo davanti ad un edificio grandissimo, con i mattoni grigi, e finestre piccole e larghe.
«Seguitemi, da questa parte» dice l'autista e ci dirigiamo all'entrata.
Dentro, il posto è molto più spaventoso.
Una suora all'entrata prende tutte le collane, bracciali e ciondoli che possediamo. Le regole qui sono molto severe dicono, non si professa una vera e propria religione e onestamente non so qual è la religione che professano qui.
Quando arriva il mio turno controlla la mia piccola valigia, i polsi e poi sopra al collo, dove portavo una collana con Gesù crocifisso che era di mia madre. «La spediremo ai tuoi genitori.» Dice levandomi la collana e poi spingendomi leggermente in avanti per far passare gli altri.
Questo posto sembrava tutto l'opposto di un collegio religioso.
Le suore manco lo portavano il crocifisso tanto per cominciare, quindi sicuramente la religione che professavano non era il cattolicesimo.
Un'altra suora distribuiva le chiavi della stanza di ognuno di ognuno di noi, e al termine ci accompagnò al piano di sopra dove queste stanze si trovavano.
Tutte le camere erano fatte con due letti singoli, due armadi, due comodini e un orologio sopra alla porta.
Sopra ai due comodini c'era un foglio con quello che sembrerebbero le regole e gli orari.

ORARI:

Ora sveglia: 6:00
Ora colazione: 7:00
Ora lezioni: 8:00
Ora merenda: 11:30 (la merenda viene distribuita mentre consumate la colazione)
Ora pranzo: 13:30
Ora uscita nel cortile: 16:00
Ora cena: 20:00
Ora in cui vi dovete ritirare e non uscire più fino al giorno seguente: 00:00
Le docce possono essere svolte ogni mattina, o la sera.

COME LE COSE VERRANNO SVOLTE:

Una volta che vi svegliate, dovete dirigervi in bagno, e lavarvi. Tornate nella vostra stanza vestitevi, e preparatevi per fare colazione.
Andate a lezione, svolgete la merenda, e ritiratevi nella vostra stanza. All'ora di pranzo dirigetevi nella mensa, e consumate tutto il vostro pasto; dopo andate nelle vostre stanze, e finite i compiti che vi sono stati assegnati durante le lezioni. Poi potrete uscire e andare fuori al cortile.
Quando vi ritirate, andate a cenare e chiudetevi nelle vostre stanze. Il bagno rimarrà aperto dalle 6:00 alle 00:00. Né prima, né dopo questi orari potrete accedervi. Se infrangete una di queste regole, allora verrete puniti con frustate. Chi invece, ha cose riferite ad altre religioni in particolare quella cristiana, verrà punito anche con punizioni peggiori.

L'avevo detto io che questo posto è stranissimo.
Inizio a disfare la mia valigia, e a riporre uniformi, camice e roba intima in uno degli armadi. Per adesso non è ancora venuto nessuno a condividere la stanza con me, e io amo la solitudine quindi meglio così.
Ad un tratto, la porta si apre e entra una ragazzina bionda con gli occhi azzurri e gli occhiali dalla forma rotonda.
«ciao!» Mi dice subito
«Ehm ciao...» Le rispondo
«Piacere sono Charlotte» dice posando le sue valigie vicino all'altro letto e porgendomi la mano.
Rimango subito colpita positivamente da questa ragazza e dalla sua sicurezza, che mai mi è appartenuta.
«Piacere mio... Marlene..»
«Penso che condivideremo questa stanza insieme per un bel po'; lo so perché prima ti ho notata sull'autobus, quindi è meglio per me riporre la timidezza e fare subito amicizia» Risponde facendomi un sorriso, io preferisco non rispondere nulla.
«Come mai qui?» Chiede poi
Abbasso subito la testa, come se non volessi davvero parlarne.
«Se non vuoi parlarne non importa sai, tutti abbiamo i nostri problemi, e comunque avremo molto tempo per farlo»
Rimango di nuovo stupita da questa ragazza, che sembra anche intelligentissima. I capelli biondi sono più sul marroncino chiarissimo, e gli occhi azzurri in alcuni punti sono più scuri; è abbastanza secca e alta.
«Tu invece, come mai qui? Sempre se ti va di parlarne» oso chiedere
«Beh mio padre, mi ha sorpresa più di una volta mentre mi tagliavo, una volta finì in ospedale, allora lui non lo accettò più e ha deciso di chiudermi in un collegio»
«Ow... E tua madre?» chiedo
«Beh mia madre, non vive più con noi da tempo, è un'alcolista e papà l'ha cacciata riuscendo e prendere me in affidamento»
«Ah, capisco scusa se ti faccio tutte queste domande e poi non riesco a rispondere alle tue...» dico
«Quanti anni hai?» chiedo per cambiare argomento
«Dodici e mezzo, tu?» mi risponde
«Tredici» rispondo a mia volta.
Conversiamo per un po', fino a quando decidiamo di sdraiarci e riposare un po'.

Siamo entrambe sdraiate nei nostri letti, io con una fame assurda, quando l'orologio segna le 20:00.
Sentiamo il rumore di quella che sembrerebbe una grandissima campana provenire da fuori, subito dopo sentiamo le porte aprirsi e rumori di passi.
Così usciamo anche noi dalla nostra camera, e una suora ci accompagna di sopra, nella mensa.
Tutti iniziano ad accanirsi sul cibo, mentre io mi siedo educatamente vicino a Charlotte e un altro ragazzo.
«Fermi!» Urla ad alta voce una di quelle suore. Ma non lo urla come un insegnate potrebbe fare, ma con voce fredda come se non avesse fatto alcun sforzo, la sua voce rimbomba in tutta la stanza, tutti si fermano e ad un tratto scende un silenzio tombale.
«Come saprete, questo è un collegio privato molto severo, se vi comporterete male, verrete puniti. Se vi comporterete bene potrete svolgerete la vostra vita in modo sereno, come avete fatto fino a ieri che stavate nelle vostre case; il consiglio che vi posso dare è quello di non infrangere le regole, sapete già la punizione che, per la maggior parte delle volte è inflitta dalla madre maggiore» si ferma per un attimo
«Se scopriremo che non avete consegnato qualsiasi tipo di ciondolo che si riferisce ad altre religioni, allora verrete puniti con punizioni più gravi. Mai accanirvi sul cibo come avete fatto oggi, chi lo farà ancora, verrà punito con frustate. Solo quando dico buon appetito potrete iniziare a mangiare.» Ci osserva e poi dice  «E mi raccomando, dovrete finire sempre tutto il cibo non amiamo particolarmente sprecarlo. Buon appetito.»
Tutti iniziano a mangiare con meno accanimento, e a me è improvvisamente passata la fame.
Però mi conviene iniziare a mangiare.

Questo brodo è buonissimo, non l'ho mai assaggiato così, i pezzi di carne sono dolci e soffici e il brodo è ancora tiepido al punto giusto.
«A quanto pare qualcuno ha molta fame»
Dice il ragazzo seduto accanto a me.
Faccio un piccolo sorriso, ma preferisco non dargli confidenza.
«Piacere, mi chiamo Noel» dice poi
«Piacere mio, Marlene» rispondo, cercando di non far vedere quanto sono irritata.
Prova a dirmi qualcos'altro ma faccio finta di non sentire; subito dopo le suore ci invitano ad alzarci e di andare in bagno, chi ne ha bisogno, altrimenti di coricarci nelle nostre stanze.

Io decido di farmi una calda doccia, e di seguito di andare a dormire siccome sono veramente molto stanca.

Mi sveglio per un forte rumore di scarpe con tacco che battono a terra violentemente.
Sono le 3:25AM; provo ad avvicinarmi vicino alla serratura, con la pochissima luce che fa la luna questa notte, vedo quella che sembrerebbe una suora, che cammina avanti e indietro continuamente.
Ad un tratto si ferma, davanti alla mia porta.
Il cuore mi batte a mille, e mi rendo conto di avere la gola secchissima.
Si abbassa lentamente.....


Bene il capitolo finisce qui. Se vi piace fatemelo sapere attraverso una stella e se non vi piace fatemelo sapere attraverso un commento/messaggio.

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