Settimo Capitolo (REVISIONATO)

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Osservo ancora un po' fuori dalla finestra e la figura inizia a mettermi in soggezione. Si direbbe essere una suora ma non ne sono sicura, il tempo di battere le palpebre la figura svanisce. Osservo ancora per un po' di tempo fuori dalla finestra per vedere se per caso riappare di nuovo, però nulla. Così decido di dormire un po', dato che mi sento veramente debole e assonnata.

Mi trovo sempre nel solito labirinto bianco, nel quale non sembra esserci via d'uscita. Mi osservo tutto attorno e sento il rumore dell'acqua che scorre, probabilmente da una doccia, e mi accorgo di essere tutta sporca di rosso. Non so se sia sangue, o solo pittura rossa, ma mi fa venire i conati di vomito così inizio a fare dei passi in avanti, e cerco di dirigermi verso quel rumore di acqua che scorre. Ogni mio passo rimbomba come se questo posto non avesse fine.
Dopo un lungo tempo in cui cammino raggiungo una porta. È di un bianco sporco distinguendosi così dal resto del labirinto perfettamente bianco. Pianissimo apro questa porta, e dentro ci sono tantissime cabine docce accese. Dentro il rumore è ancora più intenso; mi dirigo nella prima doccia alla mia destra, e ci entro. L'acqua non è né fredda né caldissima, è tiepida. Guardo a terra e anche questa doccia è fatta di un bianco sporco, ma riesco a notare l'acqua rossa che scende, lavandomi. Chiudo gli occhi, e prendo un po' d'acqua in bocca, quando sento un sapore metallico in bocca che riconosco essere sangue. Sputo subito tutto e guardo l'acqua che non è più acqua, ma sangue. Striscio subito fuori e mi dirigo verso la porta cercando di aprirla, ma non si apre. Questa sala di docce è grandissima ci deve per forza essere un'altra via d'uscita..
«La la la, la la la» sento qualcuno che canta, la voce sembrerebbe di una persona piccola, ma non ne sono sicura.
Così, molto coraggiosamente mi addentro in una delle file di docce, cercando di raggiungere il suono, anche se è un po' difficile con tutte queste docce accese. Le mattonelle a terra che dovrebbero essere bianche sono sporche, e a ogni mio passo le sporco sempre di più con il sangue che mi gocciola dai vestiti e i capelli. Arrivo in un punto in cui non ci sono più docce, ma solo un lungo corridoio sporco e che emana un odore poco gradevole. Impiegando molta forza mentale e cercando di trattenere il respiro ci entro. Alla fine, non poco distante c'è una porta socchiusa e riesco a sentire dei scricchiolii e una bella e dolce voce cantare. Quando mi avvicino non oso aprire la porta. Riesco a guardare anche se poco attraverso la porta socchiusa, questa volta rosa pastello piena di crepe, poco moderna, con su scritto quello che sembrerebbe un nome, il quale non è possibile leggere perché la scritta è consumata e vecchia.
Dentro, la stanza sembrerebbe anche abbastanza vecchia e malridotta, però le pareti sono rosa, parecchio consumate e a la terra è tutta fatta di legno all'interno c'è una culla con un velo che la avvolge. Una ragazza con il volto coperto dai lunghi capelli marroni ricci sciolti, con indosso un lungo vestito bianco. Accanto alla culla c'è il comodino e sopra una lanterna. Fra le braccia ha una piccola creatura, e si dondola su una sedia a dondolo. Continuando a cantare la ninna nanna. Poi ad un tratto alza la testa. Non notandomi. Una giovane fanciulla, con il volto che assomiglia molto a una persona che conosco, ma non riesco proprio a ricordarmi chi.
Sporgendomi sempre silenziosamente riesco a notare che la creatura che ha in braccio, è un maschietto. Probabilmente la stanza non era la sua, o preparata per il bimbo. «Oh mio piccolo dolce angelo...»Dice, e io quasi trasalisco. Sembra una voce che ho già sentito da qualche parte. Ma non ne sono sicura.
Culla il bambino e piano piano apre il cassetto di una vecchia cassettiera di un rosa sporco. Cercando di non svegliare il bimbo che sembra profondamente addormentato. Tira fuori una forbice. «Non voglio farlo... Davvero.. - dice singhiozzando- ma devo... Questa è una città molto piccola... Se si sapesse che non sono stata in Inghilterra e invece sono stata rinchiusa in casa dalla mia mamma... Per partorire te a quindici anni, per colpa di mio padr- no. Per colpa mia. Pensa cosa si penserebbe. Che sono una poco di buono... Nessuno oserà più prendermi in sposa.. Devo farlo mio piccolo dolce angioletto.» Dice piangendo ancora più forte.
Per sbaglio mi sporgo troppo in avanti e la porta si spalanca. Lei non sembra affatto notarmi, anzi continua a piangere guardando il piccolo bimbo che ha fra le mani. Piano piano alza le forbici, che fanno tanto rumore dato che le tremano le mani, la forbice è molto vecchia e per niente moderna. Il bimbo si sveglia, e inizia a strillare. Sento una voce che dice «fallo.» una voce abbastanza sinistra che sembrerebbe di più un sussurro dalle tenebre. «I-io io non ci riesco.» Dice lei poi abbassando la mano e asciugandosi le guance mentre il bimbo indifeso continua a strillare. «Ti ho detto fallo!» Insiste la voce, così un'ultima volta la ragazza alza la mano, e colpisce violentemente il bambino, macchiandosi tutta di sangue e alcune gocce si confondevano con le sue lacrime.

Mi sveglio guardando il soffitto, bagnata con un sudore freddo. Mi guardo attorno la stanza è buia, e dalla finestra entra solo il bagliore della luna, respiro affaticata e prendo subito il mio diario, nel quale scrivo gli incubi che faccio per non dimenticarmeli. Scrivo immediatamente quello che ho sognato e rifletto. Tutto sembrava svolto in un'altra epoca. Non saprei dire di preciso chi era la giovane donna, o cosa c'entrasse tutto quel sangue. Evidentemente è una metafora. La voce che sembrava venire dall'oscurità non illuminata da quella lanterna continuava a dire 'fallo.' una voce che parlava a bassa voce, maligna. L'ha convinta quella voce a uccidere il bambino. Perché aveva cambiato idea all'ultimo, ma la voce l'ha convinta. Quindi evidentemente lei si aspettava una ricompensa. Il sangue versato in quelle docce era poi il sangue versato dagli innocenti, per un fine tutto altro che innocente, o per una fine crudele... O magari il mio subconscio è ancora scosso per tutte queste magie e Elizabeth e quindi mi fa sognare queste cose. Credo che dovrò parlare con David degli incubi che faccio ultimamente. Ovviamente non mi fido abbastanza da dirgli cosa sogno. Ma gli chiederò cosa significa quando uno come noi fa continui incubi. Noto sul grande orologio che sono appena le 3:00am, e resto stupefatta perché quando andai a dormire erano sempre le 3:00am. Quindi l'incantesimo funziona.
Anche se con grande sforzo alla fine mi addormento.

È mattina, per via di quel orrendo sogno mi sento sporca e sudicia, così la mattina mi faccio la doccia insieme alle altre ragazze che sorridono spensierate, non sapendo che possono anche essere il nostro prossimo pasto.
Lascio che l'acqua sciacqui via tutto. Le preoccupazioni, il sogno, lo stress e resto lì sotto l'acqua per dieci minuti abbondanti.
Sento la tenda aprirsi e tre ragazze sono davanti a me. «Guarda che dovremmo farci la doccia anche noi. Muovi il culo e esci da qui.» Quella che ha iniziato a parlare ha i capelli che le arrivano fino alla spalla, castani tendenti al biondo e le altre due invece hanno lunghi capelli neri legati in due trecce a spina di pesce.
«Ma che problema avete? Ci sono un sacco di cabine docce.» Rispondo.
La ragazza con i capelli corti alza le sopracciglia. «Io voglio farmi il bagno in questa cabina doccia, perché è qui che me la faccio sempre. Quindi sarà meglio per te se esci subito e non me lo fai ripetere due volte, brutta sfigata.» Dice lei con tono tono arrabbiato ma sempre come se si sentisse superiore a me. Tutti si zittiscono e tutta l'attenzione è rivolta a noi. Le due ragazze dietro mi guardano con sguardo di sfida. Le solite bullette di turno. «No, non ho finito. Mi sa che dovrai sceglierti un'altra cabina doccia oppure la doccia non fartela proprio.» Le rispondo. Lei con uno sguardo di una che si è scocciata guarda le sue due amiche, suppongo. Le quali iniziano ad avvicinarsi a me e tutte e due mi prendono per le braccia spingendomi fuori dalla doccia e io essendo nuda e tutta bagnata dall'acqua della doccia, cado di peso vicino a una ragazza che mi guarda sconvolta e mi aiuta ad alzarmi.
Una rabbia che non riconosco inizia a salire dentro di me. Quella ragazza inizia a ridere assieme alle altre due e alcune ragazze ridono con loro, mentre lei mi guarda. Le guardo tutte e tre, non so cosa stia succedendo, le luci iniziano a spegnersi e accendersi e tutti ad un tratto stanno in silenzio, e qualcuno spaventato, urla. Non distacco gli occhi da loro e ad un tratto si accasciano a terra, mettendosi le mani sulle orecchie e urlando. Urlando così forte che tutti iniziano a chiedere a loro cosa succede.
Ad un tratto arriva una suora.
«Che cosa succede qui?» Chiede guardando la scena.

>>>Ciao a tutti, il capitolo termina qui 1550 parole circa. Scrivo un capitolo lungo perché sarà circa un mese che non aggiorno. Questo capitolo credo che è abbastanza interessante e la domanda da porsi di più secondo me è sul sogno che ha fatto Marlene.
Ho riletto alcuni capitoli e mi sono accorta della confusione a caso rido, di quando la gigante campana doveva tipo suonare alle 6:00am e suona alle 6:30am.
Quindi se mi scrivete commenti del tipo "ma non era alle 6:00?" Si, era alle sei ma sono abbastanza distratta e dimentico un sacco di cose aggiornando non molto spesso.
Questa volta aggiorno dopo tanto perché non so non avevo ispirazione. Ed è meglio far passare un po' più di tempo invece che scrivere un capitolo a caso senza senso che poi si rivela anche brutto questa volta è venuto lunghissimo e spero che non vi scocciate di leggere. Il punto è che ho iniziato tipo a leggere Harry Potter(che fra l'altro stra consiglio a tutti) ed è da due settimane circa che ho iniziato e sto già al quarto libro hahahahha e mi sono un po' ispirata sul fatto di sogni e queste cose qua quindi se è venuto un po' lungo è perché il sogno di Marlene è tipo durato 800 parole hahahahha

Ringrazio ancora un volta per i commenti positivi ai quali cerco sempre di rispondere e se non lo faccio è perché sono imbarazzata e non so cosa scrivere, assolutamente non perché mi credo chissà chi per non rispondere hahaahahahha
siete veramente gentilissimi, e grazie.
Spero che il capitolo vi piaccia.
xx.

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