Terzo Capitolo (REVISIONATO)

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«Non provare a scendere uno scalino in più»
Quella fredda voce fredda, che ho sentito anche questo pomeriggio, mi blocca.
Mi volto, e sì è proprio lei.
«E così, la nostra cara signorina..?»
«M-M-Marlene» Balbetto
«Ah ecco, la nostra cara signorina Marlene, ha deciso di infrangere una delle regole» Si ferma ridendo sonoramente
«Sai cosa succede, quando uno studente infrange le regole?» La fisso negli occhi. «Rispondi!» Urla.
«Si.» Rispondo
«Bene. Domani, mattina verrai punita»
Vedo Noel dietro di me, che mi guarda impaurito, gli faccio cenno con gli occhi di nascondersi.
«Ora recati nella tua stanza, Marlene. E non provare ad uscire ancora una volta. Le conseguenze saranno molto più gravi.»
Annuisco, e striscio nella mia stanza.
Non avevo affatto paura delle frustate. Il dolore interiore fa molto più male, e io lo so.
Così senza pensarci molto, mi metto a letto e chiudo gli occhi. Il sonno fortunatamente oggi è mio amico.

Non so dove mi trovo. Sembra un labirinto. Provo a fare qualche passo, non so dove sto andando. Cammino soltanto, come se le mie gambe fossero costrette. Ad un tratto vedo una donna senza capelli, e un vestito completamente bianco, correre. La inseguo.
«Si fermi!» Urlo, senza nessun risultato.
Ad un tratto ci fermiamo, in un posto con uno specchio, e un piccolo tavolino che però alla donna arrivava fino alla vita.
La donna si avvicina allo specchio, e riesco a riconoscere che è mia mamma. Sopra al tavolino c'è un aggeggio, uno di quelli che usano i dottori per i denti. Mi osserva dallo specchio, e mi sorride, prendendo quel aggeggio. Lo porta vicino alla bocca, e inizia a togliere un dente. L'incisivo centrale. "Mamma che fai?! Fermati!» Le urlo. Il suo vestito bianco inizia a coprirsi di sangue, mentre leva un dente dopo l'altro. Quando ormai non ha più alcun dente, è tutta piena di sangue. Si gira verso di me, e si avvicina io però mi allontano non togliendole gli occhi di dosso. Inciampo fra i miei piedi, e cado. Lei si avvicina a me e sorride. Sorride così rumorosamente. «Basta! Smettila!» Continuo a urlare. Ma non si ferma.

Quando mi sveglio sono tutta sudata. Mi guardo attorno ed è ancora buio. Charlotte dorme, mentre le mie guance sono bagnate dalle lacrime, che asciugo. Sono le 5:59AM. Che coincidenza. Appena l'orologio segna le 6:00AM la campana inizia a suonare rumorosamente.
Charlotte si alza e lo faccio anche io.
Mi lavo e vado a lezione.
Prima che esca, una suora mi ferma.
«Tu sei Marlene?» Chiede con voce al quanto severa
«Sì. Sì sono io» rispondo con coraggio annuendo
«Bene vieni con me.»
Credo che questo sia il momento in cui pago per quello che ho fatto ieri.
Ci dirigiamo al piano di sopra dove c'è il dormitorio maschile, e poi ancora un piano più in su. Ma quanto è grande questo posto?
La suora mi conduce vicino a una porta.
«entra.» Dice, e io faccio quello che mi ha detto.
Appena entro, davanti a me si presenta in stanza abbastanza spaziosa, con una cattedra in mezzo, da un lato ci sono due armadietti mentre dall'altro lato c'è una grandissima finestra, alla quale è affacciata una signora. È magra al punto giusto, con i capelli neri che le arrivano poco sopra al sedere. Indossa un vestito nero, lungo con le maniche di pizzo. Sto un po' lì ferma, quando lei si gira, rivelando un volto ancora più bello del corpo. I suoi occhi sono grandi e verdi, cerchiati da matita nera messa perfettamente, le labbra invece sono carnose e colorate di un rosso scuro.
«Bene, bene. Tu dovresti essere la signorina Marlene.» dice. La sua voce è profonda e si adatta perfettamente a tutto il resto.
Esito per un attimo, meravigliata dalla visione che ho davanti a me e poi rispondo con coraggio.
«Sì, sono io»
«Hai osato infrangere una delle nostre regole mi hanno detto... Coraggioso da parte tua»
«Molto»
Si avvicina a uno degli armadietti, estraendo una frusta e subito sulla mia schiena percorre un brivido.
«Alza la divisa tesoro. Voglio vedere la tua esile schiena.» dice con un non so che di ironico nella voce.
Faccio come dice.
«Inginocchiati, e piegati sulla cattedra»
Lo faccio.
«Bene, ora ti darò 18 frustate»
Annuisco da dietro e aspetto.
La prima frustata brucia come fuoco sulla mia bianca pelle. Non urlo neanche, non ne ho le forze, le lacrime invece colano calde sulla mia guancia. Questa donna mentre mi frusta sembra soddisfatta, e ride.

«Bene ragazzina. Abbiamo finito. Non osare mai più fare quello che hai fatto.» Dice dopo le        Diciotto frustate. la guardo lanciandole una sfida con gli occhi.
«Mi stai sfidando?»
«No. Però posso farle due domande su questo collage?» oso chiedere con tanto coraggio.
«Dimmi cara.»
«Perché le figure religiose di tipo cristiano non sono accette qui? Ho visto che sono tutte 'suore'»
«Questo non è un fatto che ti riguarda.»
«Sì che mi riguarda. Faccio parte di questo posto, da quando mio padre ha deciso di chiudermi qui.» mi guarda con odio e disprezzo negli occhi.
«Lucy!» Urla poi.
Una suora con i capelli biondi, occhi azzurri e una faccia da angelo, entra. È molto diversa da quelle che ci sono qui.
«S-si?» Chiede nervosa.
«Porta via questa peste.» Mi indica.
«V-vieni tesoro.»
«Quante volte ti ho detto di non chiamare tesoro con quella voce dolce, quelli che vengono puniti?!?»
«Mi s-scusi Judith.»
Mi afferra il polso, molto delicatamente anche se sembrerebbe di no e mi tira fuori.
«Stai bene?» Mi chiede quando siamo ormai abbastanza lontane dalla porta.
«Mi brucia un po' la schiena..» Ammetto
«Vieni qui..» Mi porta in una specie di stanza dove ci sono medicine e un lettino.
«Sdraiati a pancia in giù e alza un po' la maglietta» dice e lo faccio.
«Ti pizzicherà un po'», annuisco.
Così prende un po' di ovatta e lo macchia con quello che penso sia disinfettante.
Brucia molto, ma resisto.
«Non posso fare più di questo, se no le altre mie compagne se ne accorgeranno.»
«Comunque mi chiamo Marlene.» Le dico ignorando la sua affermazione.
«Io sono Lucy. Ora per i prossimi quattro giorni, non fare mosse azzardate. Ti staranno addosso. Se sarà il mio turno, passerò a controllarti.» Dice. È così pura e gentile. Mi ricorda tanto mia mamma.
«Grazie..» Dico quasi sussurrando.
Lei mi sorride cordialmente.
«Oggi le tue attività sono sospese. Sei in punizione. Ma non hai ancora fatto colazione hai fame?» Mi chiede.
Sì che ne ho.
Annuisco. «Ti porto qualcosa da mangiare nella tua stanza, aspettami lì.» Dice poi
Faccio come dice.
Questa stanza mi fa paura. È così vuota e senza vita. Voglio andare via da qui. Mio padre non lo acconsentirà mai.
La porta si apre ed è Lucy.
«Tieni.» Mi porge una tazza di latte, e qualche biscotto. «Grazie.» Dico ancora.
«A quanto pare hai lettere» Mi fa sapere porgendomene una.
Il cuore mi si ferma un attimo.

Cara Marlene,

Non so come tu stia, e mi dispiace di averti rinchiusa qui dentro. Tu meritavi di meglio che stare con un vecchio, che consumato dai suoi demoni e i suoi sensi di colpa, non riesce ad occuparsi di te. La nonna purtroppo hai visto anche tu come sta.. Non potevo più lasciarti con lei. E ho capito che sto perdendo tutto. Ho perso tua madre, e sto perdendo la mia di madre nonché tua nonna. Ho perso mio padre e tu sei l'unica cosa che mi rimane. Devo costudire te come il più prezioso dei miei tesori, e nelle condizioni in cui sto, non posso farlo, e lo sai. Ti verrò a trovare. E cercherò di rimettermi in forze per poterti portare via da lì dentro. Mandami qualche lettera a volte..

xx papà.

Le lacrime ormai sono incontenibili. Mio padre è un uomo buono, lo è sempre stato e io lo so più di tutti. Non è stato forte come me forse.
Io combatto, come mi ha insegnato mamma.
Lucy si avvicina a me e mi abbraccia.
«Oh tesoro, cattive notizie?» Scuoto la testa.

Quando ho finito di mangiare lei decide di andare.
Io intanto mi faccio un sonnellino, dato che non ho quasi proprio dormito in questi giorni.
Ma la prossima volta che farò una cosa del genere, giuro che andrò fino in fondo.

SPAZIO AUTRICE

Ciao ragazzii io che aggiorno alle quasi le 5:00 di notte perché tanto non dormo lo stesso mai. Come avrete capito dalla perversione dei capitoli. Spero come sempre che vi piaccia, se è così lasciatemi le stelle così divento famosa e compro il pane HAHAHHAHAHAHA no vabbè.
Comunque mi è capitato che mi hanno chiesto in chat come avessi l'ispirazione per scrivere storie horror, dato che questa non è la mia prima storia horror ma avevo un altro profilo con una storia horror chiamata "Charlie Charlie.. Can we play?" O qualcosa del genere e comunque mi scordai la password dell'account e persi tutto, però se vi interessa come mi ispiro è molto semplice, sono una fanatica dell'horror da quando avevo tipo 5 anni. Mi è sempre piaciuto questo genere, e infatti a 7 anni mi sembra ho iniziato a seguire uno dei miei più grandi idoli Lady Gaga, che in quel periodo era proprio il top della perversione, e dello scandalo.
Anche se a 5 anni avevo paurissima dei film horror, li guardavo lo stesso perché mi piacevano tantissimo, nonché spaventai una mia amica con Sinister. HAHAHHAHAH
E quindi volevo chiedervi se a ogni capitolo, vi va se aggiungo un film horror, che a me piace.
xx lisa

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