Capitolo 4

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SUSAN

Sono stanca per il viaggio e in subbiglio per aver rivisto la mia cotta storica, quindi sarei volentieri rimasta in stanza stasera, invece di seguire il resto della compagnia per le strade dei dintorni, diretti a un locale chiamato Chaos. Non riesco a impedirmi di lanciare qualche occhiata a Michael, ogni tanto. E' più forte di me. Mentre io resto in fondo, lui è alla testa del gruppo, scambiandosi battute con Davide e cercando di far ridere Mia, che flirta spudoratamente con lui. Direi che i suoi programmi per la serata sono chiari.

Sto ascoltando distrattamente Nora parlare con me e Stella finché lei non mi tocca il braccio. "Ehi ci sei? ti stavo spiegando che il Chaos è un locale abbastanza conosciuto, soprattutto perché al venerdì sera ospita gruppi locali, che suonano Rock per lo più. Gli altri giorni è un locale come gli altri, ma non di quelli super snob" spiega cercando di coinvolgermi nella covnersazione.
Poco più avanti, Peter cammina abbracciato alla sua Lisa e aggiunge "Un paio di volte al mese ci suono anche io con i ragazzi del mio gruppo!"

"Wow davvero? Allora non vedo l'ora di vederlo" esclamo. E sorprendentemente è la verità.

Una volta arrivati, mi guardo intorno. Il locale sembra un vecchio magazzino di liquori riadattato. A sinistra della pista da ballo, un grande bancone bar occupa quasi tutto lo spazio, mentre in un angolo infondo una postazione sopraelevata si rivela essere lo spazio per il dj. Il soffitto è molto alto, con enormi lampadari lungo il perimetro esterno, una serie di faretti invece, illumina la parte centrale.

Il palco riempie un terzo del locale, legno e metallo che si fondono assieme. L'atmosfera mi piace moltissimo, tanto che inizio a rilassarmi, per la prima volta da quando ho rivisto Michael. Dato che Peter è  di casa, ci trovano un bel tavolo da cui si vede tutta la pista e ovviamente anche il palco.
Come primo giro, ordiniamo  tutti una birra, poi ci sparpagliamo. I ragazzi se ne vanno al bancone e noi ragazze restiamo sedute a spettegolare.

Ad un tratto Nora ci invita a ballare. "Dai ragazze, andiamo in pista prima che si affolli troppo!" Effettivamente la pista si sta riempiendo anche se è ancora presto, quindi finiamo le nostre birre e ci buttiamo nella mischia. La musica non è per niente male, non vedo  l'ora di tornarci una delle serate in cui si esibiranno i gruppi dal vivo. Mentre balliamo, continuiamo a fare battute e chiacchere, e io penso che mi troverò bene con loro. O meglio con tre di loro. Con la coda dell'occhio vedo Mia che si allontana verso il bancone dove Davide e Michael stanno parlando col barista e il mio umore d'improvviso cambia.
Non è possibile che dopo un anno e mezzo che non lo vedo io stessi ancora messa così. Lui era un anno più grande quindi tra scuola e vacanze è quasi un anno e mezzo che non lo vedo, ero convinta che ormai la cotta fosse passata, sono anche uscita con un paio di ragazzi nell'ultimo anno, ma evidentemente non è bastato.

Stella nel frattempo si è accorta che qualcosa mi turba e, seguendo il mio sguardo individua Mia e Michael. Immagino abbia solo pensato che il nostro vicino di casa mi abbia ricordato qualcosa, perché mi prende a braccetto per andare a fare un giro, magari dalle parti del bancone e vedere se troviamo qualche bel tipo con cui fare conoscenza.
Nora sta ballando stretta con un ragazzo col taglio alla mohicana, ci fa un cenno distratto con la mano mentre le faccio segno che saremmo andate al bar, mentre Lisa e Peter erano tornati al tavolo a fare la coppietta felice.
Arrivate al bar mi sporgo verso il barista per chiedere un Cosmopolitan per me e un Vodka Lemon per Stella, cercando di non fissare Mike dall'altra parte del bancone.

"Non preoccuparti, per quel che ho visto finora entrambi non sono per le storie serie. Sì insomma, non sono in cerca dell'amore".

La voce di Stella mi arriva attutita dalla musica, scuoto la testa e decido  che non mi voglio rovinare la serata. Dopotutto sono qui per diventare quella che volevo essere, non per rincorrere i sogni stupidi che avevo da ragazzina, ma dall'espressione della mia amica, capisco che le devo una spiegazione. "Al liceo mi piaceva molto, ma non mi ha mai guardata" confesso. Non ha senso mentire, ma Stella mi guarda come se avesse capito tutto, poi sorride.
"Adesso non sei più al liceo. Nuova città, nuova vita, se lo vuoi, anche una nuova te".

Sono certa che si ricordi, dalle nostre conversazioni telefoniche, che la mia vita mi andava un po' stretta a casa e che non vedevo l'ora di andarmene. Decido di non pensare più a Michael. Non potevo negare che mi facesse ancora effetto vederlo, per non parlare della voglia di urlare che mi è presa mentre vedevo Mia che lo toccava continuamente, però ora sono in un grande acquario no? Vediamo quanti pesci nuovi e colorati ci sono!
Non facciamo in tempo a prendere i nostri cocktail dal bancone, che due ragazzi un po' hipster ci abbordano. Sembrano carini e ben vestiti, ora vedremo se la prima impressione è giusta o sbagliata.

"Ehi ragazze, come va?" La scusa è banale, il tentativo di approccio anche, ma in fondo è ciò ceh mi serve a scacciare un ceerto biondino dalla mia mente, perciò io e Stella ci guardiamo, poi sorridiamo ai ragazzi.
"Benissimo"rispondo e Stella aggiunge "E voi come state? Cosa vi porta qui?"
E' l'inizio che aspettavano, per dieci minuti buoni parlano solo delle loro doti e tengono banco con battute mediamente scontate, così pian piano io e Stella perdiamo interesse. Già perché lei può sembrare la classica bionda, alta, svampita, che ride per molto e non si preoccupa di nulla, ma è tutta apparenza. Il suo QI è più alto del mio e studia Ingegneria.

La conversazione inizia a stancarci, così ci guardiamo cercando un modo gentile ma deciso per troncare le farneticazioni di questi due che si sentono i belli della situazione. Non so nemmeno io il perché ma il mio sguardo cerca ancora una volta la figura di Michael, dall'altra parte del bancone. Come immaginavo, Mia sta ancora intrattenendo il ragazzo e mi da la schiena. Gli posa la mano sul braccio, attirando la sua attenzione, ma è lui a stupirmi.
Sta guardando nella mia direzione, anzi mi sta proprio fissando, furente  come se volesse spaccare il bicchiere che ha in mano.
Resto spiazzata, perché la sua reazione mi fa avvampare senza motivo. Non c'è alcuna possibilità che sia io a procurargli un effetto del genere, forse è la bionda ad avergli fatto girare le palle.

Occhi color Cioccolato 1 (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora