Storia #9 - Senza vedere, vedi le cose diversamente

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Sinceramente, penso proprio che questa sia la storia migliore che io abbia mai realizzato. Spero comunque di continuare a migliorare in futuro. Non che non ne sia soddisfatto, ma non mi fermo mai.

-Sentite... non vi potete aspettare che lavori anche di notte! Sono a nove storie! Nove! In un giorno!
-Noi siamo notturni- ridacchiò il cieco, sprofondando nella vasca. -E poi tutti qui sono svegli.
-Non dite cavolate sull'essere notturni, idioti: siete svegli da stamattina, e come tutti avete ascoltato le storie che abbiamo narrato.
-Beh, non restano molti da sentire, no? Puoi fare questo sforzo.
-Sì... e si continua domattina... ma... un momento, come mi aspetti che racconti se non puoi descrivermi ciò che vedevi?!
-Beh... ecco...
-No, niente, lascia fare al mio genio incompreso. Ho sempre voluto provare a fare una cosa simile, è ora di darci dentro!
-Di che... accidenti stai parlando?
-Di una storia priva di qualsiasi immagine visiva, solo con immagini tattili, olfattive e sonore. Sarà meraviglioso. Inviterei anche il mio lettore a immaginarsi un buio più totale, oppure anche a tenere gli occhi chiusi ed ascoltare le mie parole, se riuscirò a creare un audiolibro. Sarebbe troppo bello se qualcuno lo doppiasse con i suoni che descriverò, saltando le descrizioni dei suoni nella lettura, e facendone poi una versione in cui questi tratti non vengono saltati.
-Ce la fai ad evitare voli pindarici?
-Sì, sarà meglio... dai, iniziamo, finché la Luna mi illumina la macchina da scrivere.

I

Il bastone urtò contro qualcosa, probabilmente un sasso da come suonava. Il crepitare delle foglie secche del primo autunno guidava il cieco per il sentiero che percorreva, mentre la lieve brezza notturna gli rizzava i peli della barba da troppo tempo lasciata incolta. Un verso, probabilmente quello di un gufo, o di una civetta, non aveva ancora imparato a distinguerli, seguito da un fruscio di piume. Probabilmente aveva spaventato un vecchio rapace, niente di particolare.
Ecco qui il vuoto davanti al bastone, che gli ricordava il dirupo nel quale rischiava di cadere la prima volta. Poco più in là la sua amata pietra, addosso alla quale si sedeva, sempre nello stesso punto.
La sua mano corse lungo la cunetta dove si appoggiava, controllando come ogni volta che fosse pulita, rimuovendo delicatamente rametti e briciole di foglie che percepiva coi polpastrelli. Stavolta però non trovò piume lungo la sua analisi. C'era pelle, pelle nuda, liscia, che lo costrinse a ritirare la mano, sorpreso che non si fosse accorto della presenza di un'altra persona.
-Chiedo scusa per il disturbo- ammise, sedendosi su un punto più alto della stessa roccia.
-Non c'è problema- rispose una voce, femminile, penetrante nelle vibrazioni che portava con sé. Il cieco non aveva mai sentito nulla di simile.
-Uau... è... fresca...
-Come, scusa?- chiese la donna, con semplice familiarità.
-La tua voce... chiedo scusa, non mi sono presentato. Io sono un uomo cieco, mi ospitano al monastero che c'è alla fine del sentiero circolare.
-Oh, così sei tu che ogni notte passi per questa strada, eh?
-Già... lo faccio per tenermi allenato... certo, se non c'è la pioggia. In quel caso tutto il sentiero cambia conformazione, rimuovendo i miei punti di riferimento e impedendomi di accorgermi di ciò che mi circonda, per cui non cammino mai in questi momenti. Ma come fa a saperlo?
-Oh, diciamo che... io abito nella foresta.
-Oh, molto interessante. E, dimmi, come mai, se non sono inopportuno?
-Beh...- e qui la voce si bloccò. Esitazione, dubbio, si percepivano molto facilmente ad un orecchio allenato come il suo. -Io... ci abito da quando sono piccola. I miei genitori mi hanno cacciato di casa, così vivo da sola.
-Oh, capisco...- rispose il cieco, facendo finta di crederci. -E come mai giri di notte?
-Sono... una ragazza gotica. Sono una... nictofila.
-Oh... un'amante della notte, eh?- sorrise il cieco, alzandosi. -Bene. Allora, quando avrai voglia di dirmi la verità, continueremo questa conversazione- ridacchiò, incamminandosi.
-Ma... aspetta! Come farai a trovare la strada nel buio?
-Buio, luce, che differenza fa? Sono cieco, per me è tutto uguale!

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