capitolo 2

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Mi misi la mano sul viso, mentre lei andava via, io non pensavo al perché di quello schiaffo, di quel "ladro", pensavo solo al dolore che mi attraversava la guancia ed arrivava al cuore.

Quel dolore lo ricordo ancora, ma non lo schiaffo, il dolore che provai andava oltre.

Il mio era un dolore fortissimo, equivaleva ad almeno 1000 di quelli schiaffi, il mio cuore soffriva come mai aveva sofferto fino a quel giorno.

Tornai a casa pensando e ripensando a quella frase che continuava a rimbalzarmi nel cervello, quando arrivai a casa, entrai e i miei genitori erano ancora lavoro.

Mi sedetti sopra il davanzale della finestra in camera mia, cercando nelle nuvole una risposta plausibile a quella situazione di merda ma non riuscii a trovare una risposta e a non annegare nelle mie lacrime, finché non decisi di prendere il telefono e provare a chiamarla ma ovviamente non rispose, così chiamai a Miki mi rispose con un freddissimo:
•"Che vuoi?"
-"Mi dici che cazzo succede?"
•"Io e Diana abbiamo litigato"
-"Perché?"
•"Saranno pure cazzi nostri"
-"Ma lo schiaffo che mi ha tirato l'ho ricevuto io "
•"Che schiaffo?"
-"È lungo da spiegare, ci vediamo tra un quarto d'ora sul ponte del Tevere"
•"Ok ciao"
-"Ciao".

Non mi cambiai neanche i vestiti, andai e basta, nel quarto d'ora che ci vuole per arrivare a piedi al ponte, cercavo negli occhi di chiunque lo sguardo arrabbiato di Dany.

Quando arrivai al ponte lui era già lì e mi aspettava, si diresse verso di me e mi abbracciò con le lacrime agli occhi, ci sedemmo su una panchina e cominciammo a parlare, gli chiesi:
•"Mi spieghi perché avete litigato?"
-"Non abbiamo litigato, io l'ho lasciata"
•"Perché?"
-"Non la amo più, e lei si è incazzata"

In quel momento ero felice e triste nello stesso tempo.

•"Ok, posso capire che fosse incazzata, ma io che colpa ho?
-"Forse ha avuto uno sfogo"
•"Mi ha dato del ladro senza averle rubato niente, impossibile, non era uno sfogo."
•"E poi che cosa mai avrei potuto rubarle?"

In quel momento, la sua faccia scurí, abbassò lo sguardo ed io capii che era a disagio,così guardai l'orario al telefono ed esclamai:

•"Cazzo è tardissimo"
-"Ma sono solo le 15:30 "
•"i miei saranno già a casa e saranno incazzati"
-"Ok, ci sentiamo, ciao "

Me ne stavo andando di corsa ma sentii:

-"Aspetta!"

Io mi girai e risposi:

•"Dimmi "
-"No niente "

Cosi mi girai e me ne andai.

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