capitolo 6

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Quella notte dormii solo per due ore perché verso le 06:45 l'infermiera mi svegliò per prendere delle pillole, guardai quelle strane compresse e le chiesi
•"cosa sono? "
-"medicine! "
•"davvero? Non l'avrei mai detto".
Così senza fare troppe storie presi quelle pillole e rimasi sveglio nel letto per almeno una mezz'ora prima che ci portassero la colazione.

Mentre bevevo il mio cappuccino sentii delle voci provenire dal corridoio: "si si, stanza 13", sapevo che era la mia e sapevo chi stava per entrare.

Si, era dany, era venuta li per me ed io pensai:" voglio sparire", lei rimase ferma sul ciglio della porta con le lacrime agli occhi, rimanemmo in silenzio entrambi a fissarci come due cretini.
Alessandro capita la situazione disse: "non ti serve il permesso per entrare" così lei entrò e si sedette sul mio letto, con tono dispiaciuto mi chiese scusa e scoppiò in lacrime. Con i miei pollici le asciugai gli occhi, la presi per il mento e gli dissi:
"non ti devi sentire colpevole, perché non lo sei, non mi hai sparato tu, non mi hai costretto ad andare lì, tu non hai colpe e non voglio neanche dire di essere stato al momento sbagliato nel posto sbagliato perché se avrebbero colpito te, non me lo sarei mai perdonato, quindi smettila di piangere perché io sono felice.

Tra i suoi singhiozzi e le sue lacrime riuscii a sentire un "ti voglio bene".

Il mio cuore batteva come mai fatto prima, l'amore che era in esso stava per esplodere, simile a dei fuochi d'artificio quando si scatenano nel cielo e regalano felicità ma poi svaniscono dolcemente come pensieri quando parli con il cuore.
La verità di quel monologo mi faceva tremare i denti perché sapevo che amare Dany era sbagliato nei confronti di Miky.

Ahhhhhh avrei voluto urlare, la testa mi costringeva ad allontanarmi ma il petto mi spingeva nelle braccia di un altro bacio anche se quella volta fosse stato mortale.

Alessandro monitorava la situazione dietro gli occhiali da lettura.

Dany prese la sua borsa dal mio letto e con ancora le lacrime agli occhi si diresse verso la porta, stava uscendo quando Alessandro lanciò via il libro che aveva in mano e mi disse: "che ci fai lì, corri".
Così mi alzai e cercai di arrivare alla porta correndo come uno zombie ma i suoi lunghi capelli su quella camicia rossa mi davano la forza per continuare. Stremato urali " aspetta" lei si girò e continai dicendole " ti prego non correre via da me" lei tornò indietro fino ad averla faccia a faccia, i miei fuochi d'artificio esplosero e io la baciai tenendola il più possibile stretta lei ricambio il bacio e ritornò su i suoi passi.
Così i colori di quei magnifici fuochi d'artificio cominciarono a svanire ma il loro boato lasciò nel mio cuore la felicità che mi diede la forza per tornare in camera,dove c'era l'infermiera che quando entrai mi sorrise e andò via con la mano sulle labbra come per nascondere una risata.
Mi fermai davanti al letto di Alessandro che mi disse:
-"La tua migliore amica giusto?"
•" giusto "
-"solo?"
•" certo"
-" ok, e come è stato il bacio?"

Io diventai rosso immediatamente poi risposi:

•"quale bacio, non ci siamo baciati, insomma è la mia migliore amica"
lui battendo il dito sull' angolo delle sue labbra disse: " secondo me lo indossi ancora".
Mi strofinai l'indice sulle labbra e guardai, vidi il nero del suo rossetto, rimasi contento e imbarazzato di quel rossetto, quando Alessandro mi disse:
" lei è innamorata di te" cercai di intervenire con un "ma" solo che mi interruppe subito dicendo:
un bacio può essere un gesto di pazzia, affetto, alcol ma l'amore no, il bacio dell'amore non appartiene ne a te ne a lei appartiene a esso stesso Ricordati sempre che l'amore rimane sugli angoli di bocca, ma non grazie ad un rossetto, rimane e basta come un lucchetto che non potrai mai più aprire.

PUZZLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora