Capitolo 7

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Sono circondata da 5 uomini armati fino al collo e sicuramente avranno più esperienza di me, quindi tentare di scappare sarebbe stato inutile.
<<Haytham sarà felice di vedere la sua piccola figliuola!>> dice il quinta che è arrivato.
Rimango ad osservarlo a bocca aperta mentre prosegue a parlare
<<se verrai senza fare storie, non accadrà nulla invece se farai l'incontrario sarò obbligato a utilizzare le maniere forti>>
Non ci crederete mai ma le sue parole non mi hanno spaventata, anzi mi hanno stimolato di scappare a gambe levate, però devo aspettare il momento giusto, senza un'errore.
Il tizio che mi ha minacciata ha fatto un cenno al sua amico di avvicinarsi a me.
Guardo attentamente la situazione di come sono disposti i magnifici cinque; uno di loro si sta stiracchiando, quindi le gambe sono divaricate così colgo l'occasione, scivolo sotto di esse.
<<Non riesci neanche a tener d'occhio una bambina?!>>
Dalla curiosità mi giro a vedere cosa stanno facendo,senza vedere dove sto mettendo i piedi, infatti vado addosso a un albero.
Wow non sapevo che gli alberi avessero delle gambe! Sarà una specie rarissima, penso ma appena alzo lo sguardo non trovo un'albero.
<< prima regola, guardare dove si mettono i piedi, notte>>
Buio
Cosa è successo?
Poco a poco risorgono i ricordi
Notte, mazza, botta e buio questo è ciò che ricordo..aspetta cosa c'entra la mazza? Per tutti gli dei mi ha dato una botta in testa!
Decio di svegliarmi, la prima cosa che noto è il divano su cui ho riposato pochi minuti fa', sinceramente è molto comodo.
Poso lo sguardo su una figura impegnata a leggere, notando che lo stavo fissando poggia il libro sul tavolino,perdo il conto dei secondi da quando i suoi occhi si sono incrociati con i miei,non riuscendo a sostenere il suo sguardo decido di distoglierlo.
Mi dirigo verso una porta e cerco di aprirla ma lui la chiude a chiave immediatamente, per poi tornare a sedersi sulla poltrona e godersi la lettura.
<<Elena non pensi di aver girato abbastanza per oggi? Ora è sera ed è tardi per uscire>>
Ignoro totalmente quello che mi ha detto.
Sento il brontolio della mia pancia, devo trovare la cucina così mi posso mangiare un tacchino all'arrosto, solo a pensarci mi viene l'acquolina in bocca.
Seguo il mio istinto e trovo immediatamente la cucina, almeno penso di averla trovata, prima di cantar vittoria vedo mio padre inseguirmi.
Incrocio le braccia e lo guardo furiosa senza dire niente, per spezzare il ghiaccio mi invita ad entrare nella stanza che è difronte alla cucina oppure nel salotto,mentre lui cerca di preparare qualcosa di commestibile dato che non c'era Marta la cuoca.
Decido di tornare nel salotto, l'unica cosa che mi rallegra è di mangiare qualcosa di sostanzioso e buono, per esempio pesce oppure maiale all'arrosto, basta devo distrarmi se continuo così mi mangio la sua libreria, a proposito dov'è il libro che leggeva?
Eccolo cerco di comprendere qualcosa ma mi risulta difficile, all'improvviso vedo sfilarmi il libro sotto il naso.
<<Se ti appassiona leggere ti consiglio di andare nella stanza che ti avevo indicato, ci sono libri facili da comprendere e più adatti alla tua età. Comunque la cena è pronta e sei invitata ad andare a mangiare, non ho tempo da sprecare con una che sviene se non si nutre>>Non resto ad ascoltare il continuo del discorso che mi trovo già seduta sul tavolo ad aspettare ciò che ho bramato di mangiare.
O mio dio! Cos'ha combinato?
Vedo un pezzo di carota e un sedano che galleggiano sull'acqua.
Ha prepara un BRODINO?!
Nota il mio disagio e rimane indifferente come se non gli importasse, poi diceva che non voleva sprecare il suo tempo a badare a una che sviene perché non si è nutrita abbastanza, lui chiama questo NUTRIRSI?
Mi mordo la lingua per trattenere tutti gli insulti ma non riuscendoci do' sfogo a cio' che rimbobba nella mia mente
<<TUTTO QUI?>>
<<Cosa ti aspettavi un tacchino all'arrosto?>>
Borbotto un si, alza il sopracciglio e mi invita con lo sguardo a mangiare, pur di fargli un dispetto non mangio.
<< pensi di restare a fissare il piatto per tutta la serata? Pensavo fossi coraggiosa ma a quanto pare.>>
Se ne va lasciandomi senza parole, ha calpestato il mio orgoglio così cerco di rivendicarlo, chiudo gli occhi e bevo tutto in un sorso, fa schifo come chef .Dopo aver placato i conati di vomito mi dirigo nella sala., trovo il grande chef impegnato a leggere, spero non sia un libro di cucina perché sono sicura che mi avvelenerá.
Non ho ne anche posato il piede sullo scalino
<<Dove pensi di andare? >>
Mi giro nella sua direzione e vedo che mi fa un cenno per sedermi vicino a lui.
Lo accontento e per rompere il ghiaccio gli chiedo per quanto tempo sarei rimasta qui<<per molto tempo, preferisci avere sopra la testa un tetto?Un letto comodo e il cibo? Oppure vivere per strada dormendo per terra e non avere niente da mangiare?>>
<<Meglio non mangiar niente che essere avvelenati>>
Borbotto, sperando che non mi avesse sentito.
Mi regala uno sguardo glaciale e cambia immediatamente discorso chiedendomi per quale motivo avessi ucciso quelle persone.
<<Forse perché volevo vendetta dato che qualcuno ci ha abbandonato e lei non aveva nessuno che la difendesse?>>
<<ti mostro la tua stanza>>
Dice per cambiare discorso, dallo sguardo ho capito che l'ho ferito.
Cerco un nuovo argomento dato che ho toccato una ferita che non è ancora guarita
<<ho notato che mi chiami ogni volta con tutti i miei 3 nomi, basta che dici Elena, comunque come ti chiami?>>
<<Va bene ti chiamerò solo Elena.
Il mio nome è Haytham>> detto questo lo seguo.
Non vedo l'ora di essere nella mia cameretta e buttarmi sul letto e dormire, dato che sento le vertigini.
Mi prende in braccio ma non durò molto il contatto dato che mi ha appoggiata sul letto, non mi sono neanche accorta di essere arrivata.
<<Le tue valige sono ancora da svuotare, puoi farlo domani con questo ti lascio riposare>>
Prima di chiudere la porta si gira verso di me
<<Buonanotte Elena>>
Il sonno sembra fuggito dando spazio alla noia, mi giro su me stessa sperando di dormire, non riuscendoci colgo l'occasione di mettere i miei abiti nell'armadio.
Ogni abito mi portava un ricordo e non riuscendo a opprimere il dolore che mi soffoca, decido di affacciarmi alla finestra per prendere una boccata d'aria
Dopo agevolato la respirazione e raccolto tutta la forza per mettermi alle coperte do' via libera alle lacrime, dopo un po' cerco di soffocare i singhiozzi sperando che non avessero svegliato Haytham.
Purtroppo mi sbagliavo:lui era sul ciglio della porta.
Vergognandomi di essere stata debole ai suoi occhi e non avendo abbastanza coraggio da mandarlo via decido di girarmi dalla parte opposta dandogli le spalle e mettendo la testa sotto il cuscino.
<< madre ritorna da me>>
Con questo mio ultimo pensiero mi addormento.

Elena KenwayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora