Capitolo2
È una giornata stupenda, perché ho deciso di passarla all'aperto con i miei amici.
L'aria è invasa dalle nostre risate e la gioia ci ha accompagnato rendendo il clima piacevole, il tempo è trascorso velocemente senza accorgermi che il sole mi stá regalando i suoi ultimi raggi mentre saluta la luna che si fa spazio nel cielo.
Ho corso per arrivare al più presto possibile a casa
<<Mamma! Mamma posso ritornare a casa tardi? Voglio andare a giocare al parco con i miei amici! >>
È spuntata fuori da dietro la porta della cucina e mi disse che andava bene a condizione che fossi tornata a casa per le otto in punto, ho accettato immediatamente l'offerta facendo un cenno in segno di consenso.
Ci siamo dati l'appuntamento nel nostro parco che sembra un boschetto, in mezzo ad esso c'è un piccolo fiume, ci sono cespugli sparsi ovunque, fiori dai mille colori che sbocciano accarezzati da una leggere brezza che lo rende un luogo magico.
I miei amici non erano ancora arrivati, quindi ho deciso di sedermi vicino alla riva del fiume.
I miei occhi sono incantati da questa bellezza che mi culla fino a farmi addormentare.
Mi sveglio di colpo è notte fonda, una leggera nebbiolina rende il parco inquietante.
Il freddo punzecchia la mia pelle mentre mi dirigo verso casa, durante la mia sfrenata corsa vedo l'orologio del campanile che segna quasi le 11:00; presa dal panico aumento la velocità della corsa, arrivata a destinazione noto qualcosa di strano: le luci sono spente e la porta è spalancata, entro furtivamente per verificate se c'è la presenza di un ladro, ma il mio istinto mi dice che non c'è nessuno.
Ispeziono il piano terra senza trovare niente così decido di salire al piano superiore, salite le scale noto del sangue uscire dalla stanza di mia madre.
Mi paralizzo, non riesco nemmeno a muovere un muscolo, faccio fatica a sentire il battito del mio cuore come se si fosse fermato, mi ci è voluta tutta la forza del mondo per guardare cose è accaduto nella stanza anche se avrei preferito evitare.
Le ginocchia tremano, non reggono più il peso del mio corpo.
Calde lacrime rigano il mio viso, i miei singhiozzi liberano il mio dolore che affoga la mia anima, il silenzio ascolta senza interrompere mentre cado in ginocchio e sposto una ciocca dei capelli di mia madre, quei occhi luminosi si sono spenti questa volta per sempre.
<<no....no....non andare mamma, mi dispiace è tutta colpa mia, perdonami.>>
Tocco la sua ferita e mi sporco con il suo sangue, giuro mamma ti farò giustizia.
Mi ripetevo che se fossi arrivata in orario come prestabilito non sarebbe morta, l'avrei difesa.
Corro dalla mia vicina di casa, una donna anziana per chiederle soccorso.
Mi apre la porta e si presenta in camicia da notte, vede i miei abiti sporchi di sangue e i miei occhi rossi per il pianto.
Dopo averle raccontato l'accaduto mi stringe tra le sue braccia
<<mi dispiace piccola mia>>
È il giorno più buio e freddo della mia vita, una scena tatuata nell'anima e nella pella, una scena idelebile.
^-^-^-^-^-^-^Speriamo che il capitolo sia di vostro gradimento.
Aggiorneremo o il sabato oppure la domenica.
Un bacio Evie-Selene
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Elena Kenway
AcakSono Elena, Elena Kenway credevo di essere un semplice ragazza, con una vita normale ma.....