Pov percy

Era stato orribile e poi quando mi svegliai, mi ritrovai una ferita nel fianco.
In quel momento ero in infermeria, le immagini del sogno mi ballavano ancora davanti agli occhi.
Mi chiesi perché, perché non potevo essere un normale mortale, non essere dislessico,iperattivo e con un disturbo deficit dell' attenzione. Sapete, essere un semidio non é facile, chi legge potrebbe pensare che é facile ed emozionante, ma è molto altro.
Voi non sapete il sollievo che si prova quando fai un sogno terrificante per poi svegliarsi e realizzare che non era reale.
Mi venne in mente una canzone che Arianna aveva messo sullo stereo della sua stanza così tante volte che avevo imparata a memoria.
"Skies are crying
I'm watching
Catching teardrops in my hands
Only silence
As it's ending
Like we never had a chance
Do you have to make me feel like
There's nothing left of me,
You can take everything I have
you can break everything I am,
Like I'm made of glass
Like I'm made of paper..." 
Era proprio azzeccata
Non capivo cosa stava succedendo, la notte prima dormivo tranquillamente,  poi a colazione mi viene un black out e un sogno di cui le ferite sono reali.
E perchè proprio a me?
Avevo giá dovuto attraversare il tartaro, la perdita di mia madre e due strazianti guerre in etá adolescenziale. Non era giá abbastanza? 
Forse per far cessare questi sogni terrificanti, dovevo dimenticarmi di essere un semidio per un po' di tempo e vivere come un ragazzo normale.
Ero così assorto dai miei pensieri che non mi accorsi che Arianna e Piper erano venute in infermeria. All'improvviso sentii un dolore lancinante al fianco destro.
‹‹ ahi, Ari!! Piano mi fai male!!›› mi lamentai.
‹‹ oh miei dei!! Scusa.››disse mia sorella con aria dispiaciuta. Cercai di sorridere, ma il tentativo non doveva esseremi uscito perché mi guardó e si allontanó dicendo
‹‹Vi lascio soli›› guardando sia me che Piper.
Rimanemmo in silenzio per qualche minuto. Questo silenzio era cosí frustrante, decisi di romperlo.
‹‹Come mai cosí silenziosa?›› chiesi cercando di sorridere.
‹‹bhe, non c'é niente da dire...›› rispose, ma non le credetti. Sapevo che aveva sacco di cose da dirmi.
Io avrei voluto dirle quello che provavo, ma era difficile. Non volevo andarmene dal campo, ma se dovevo vivere una vita breve, dovevo farlo al meglio, senza incubi quasi reali, senza imprese, dimenticandomi di essere un semidio, sinceramente, non ce la facevo piú a vivere cosí.
‹‹Io qualcosa da dire ce l'avrei...›› dissi.
‹‹Quale?››chiese lei guardandomi negli occhi ormai lucidi.
Presi un bel respiro, non volevo che mi vedesse piangere, di nuovo.
‹‹Ho deciso di andarmene dal campo.›› Ok, l'avevo detto. Distolsi lo sguardo, puntandolo fuori dalla finestra, ma senza vederla davvero. Piper mi guardava con gli occhi spalacati, in silenzio.
‹‹Perché? Tu adori il campo!›› ribatté Piper con un filo di voce.
‹‹Perché... Ho bisogno di staccare la spina, non ne posso piú di imprese, mostri da combattere, incubi. Voglio vivere una vita normale, proprio come voleva mia madre...››pronunciai l'ultima frase a fatica.
‹‹Percy, se tu te ne vai, con chi staró per il resto dell'estate? Senza di te mi sento persa!›› ammise la mia splendida ragazza. Mi si strinse il cuore. Poi pensai che se posso farlo io puó farlo anche lei.
‹‹Allora, se proprio non vuoi stare senza di me tutto il resto dell'estate, puoi venire con me.›› proposi. Le si illuminarono gli occhi e mi buttó le braccia al collo sorridendo, credevo fosse un sí.
Come per rispondere ai miei pensieri
‹‹Io ti seguirei fino in capo al mondo››mi disse guardandomi negli occhi. Poi si avvicinó fulminea e mi bació.

Angolo autrice

Lo so che é corto ma non mi veniva niente da scrivere, oggi mi sono accorta che abbiamo superato 300 visualizzazioni! Vi ringrazio ci sentiamo nel prossimo capitolo

I Sette Dopo La GuerrraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora