Mi svegliai prima di tutti nella cabina 3. Era ancora buio.
Aprii gli e fissai la finestra. Il cielo notturno era pieno di stelle quella notte.
Decisi di farmi una doccia.
Presi i vestiti ed entrai nel bagno.
Sentii il getto d'acqua calda sul corpo. Questa cosa mi rilassava molto quando sono nervoso.
Quando non dormo divento isterico.
Dopo venti minuti di doccia rilassante, uscii dal bagno lasciando i capelli bagnati.
Tornai sul mio letto e guardai fuori dalla finestra.
Mi ritornò in mente la cacciatrice Zoe Nightshade. É morta per salvare Annabeth, uccisa dal suo stesso padre. Una lacrima mi rigò la guancia. Zoe fu trasformata in una costellazione. La cacciatrice. Così verrà ricordata per sempre per aver salvato Artemide dal perfido Atlante.
Questo pensiero mi porta ancora prima. Alla morte di Bianca: la sorella biologica di Nico.
I sensi di colpa, ormai dimenticati, riaffiorarono come una boa che ritorna a galla.
É morta per distruggere gli scarti meccanici di Efesto. Avevo promesso a Nico che l'avrei protetta ad ogni costo. Ho infranto la promessa.
Comunque ha scelto di sacrificarsi.
Una volta mia madre aveva detto "Essere forte non vuol dire non piangere".
Le lacrime scesero ancora di più al suo ricordo. La sua voce così dolce, il suo profumo di biscotti... Mi mancava tutto di lei.
Io piangevo senza singhiozzi, nessuno se ne accorgeva se non vedeva le lacrime.
Avevo bisogno di aria fresca, così mi asciugai le lacrime, presi il telefono e gli auricolari, il mio album da disegno, una gomma una matita e escii.
Stando attento alle arpie arrivai al laghetto delle canoe. Il mio angolo di paradiso.
Serviva un sottofondo musicale così, presi il telefono, misi gli auricolari e feci partire la canzone Wrecking Ball.
Palla demolitrice.
Guardai le stelle cercando di estinguere le costellazioni. Vidi un stella cedente, poi un'altra e un'altra ancora.
Ricordai Bob ilTitano. Era rimasto nel Tartaro per premere il pulsante dell'ascensore delle porte della morte. Ripensandoci avrei lasciato Annabeth a premere il pulzante e Bob con me.
L'ultima cosa che ha detto é stata :- Saluta le stelle.
Capii solo in quel il momento cosa significava. E questo collega tutto a Zoe.
Zoe era figlia di Atlante, Atlante era figlio di Giapeto che era Bob.
Bob voleva salutare la sua nipotina.
Notai che sull'acqua c'era il riflesso del cielo notturno.
Non ci pensai due volte e ordinai all'acqua di ghiacciarsi creando la scritta Bob says Hello.
Avevo fatto come voleva in sua memoria.
Intanto era arrivata l'alba.
Restai lì fino alle sette a guardare l'acqua muoversi al vento.
Poi andai a colazione.

Pov Piper

Fui svegliata da Arianna che mi diceva di alzarmi.
Erano già le sette così mi vestiti e mi legati i capelli in una treccia a spina di pesce.
Misi dei pantaloncini di jeans e una maglietta del campo.
Andai a mangiare.
Dopo pochi secondi arrivò anche Percy, quel giorno era veramente bellissimo. Indossava una camicia bianca slacciata i primi due bottoni e dei pantaloni blu. I capelli spettinati al vento.
Dietro di lui alcune ragazzine stavano ridacchiando mentre lo squadravano da capo a piedi strinsi impercettibilmente i pugni.
Okay, forse ero un pochino gelosa. Ma non era questo il punto, Percy era così bello da far impazzire qualunque ragazza senza volerlo. E io non volevo che me lo portassero via. In fondo a New York le ragazze erano piuttosto carine.
Ma, a quanto pareva, a lui piacevano le californiane. Quindi potevo stare tranquilla.
Si sedette vicino a me e mi diede un bacio sulla fronte. Mi sentii subito meglio ogni suo tocco mi faceve sentire bene, anche solo uno sfioramento.
Percy prese uno waffle blu, io uno normale. Percy mi aveva spiegato che quando era piccolo sua madre e Gabe avevano fatto scommessa, così da allora si mangia in blu. E lui la ricordava in questo modo.
- Sapete dov'é Nico? Devo dargli una cosa.- chiese all'improvviso Percy. Tutti lo guardammo strano.
- Che c'è? Anche Nico é una persona!- si giustificò.
- L'ho visto 2 minuti fa sulla spiaggia.- lo informò Leo.
- Posso sapere cosa gli devi dare?- bisbigliai a Percy.
- Certo vieni.- e mi prese per mano.
Andammo nella sua cabina. Lui si avvicinò alla sua scrivania, prese una chiave e aprì il cassetto corrispindente.
Ne estrasse un disegno. Raffigurava una ragazza, una cacciatrice di Artemide. Con i capelli neri domati in una treccia, gli occhi neri come la pece. Era molto simile a Nico.
- É Bianca, la sorella di Nico.- disse Percy. Confermando i miei sospetti.
- Dove hai imparato a disegnare così? E perché tieni i tuoi disegni chiusi a chiave in un cassetto?- chiesi.
- Te lo spiego dopo. Ora andiamo da Nico.- e uscì dalla cabina. Lo seguii.
Arrivammo alla spiaggia in pochi minuti.
Nico era seduto sulla a guardare l'orizzonte.
- Ehi Nico!- lo salutó Percy.
- Ciao Percy! Sei qui per me?- Chiese.
- Sì, voglio darti una cosa...- e gli porse il disegno. Gli occhi di Nico si illuminarono alla vista del volto della sorella.
- L'hai fatto tu?- gli chiese.
- Sì, ti piace?- rispose Percy sorridendo.
- Lo adoro! Grazie, lo metterò in una cornice nella mia cabina.- esclamò entusiasta. Non avevo mai visto Nico sorridere.
Ce ne andammo. Durante il tragitto Percy rispose alle mie domande.
Chiudeva i suoi disegni in un cassetto perché lì esprimeva tutti i suoi pensieri.
Tornammo nella sua cabina e mi sedetti sul suo letto.
Mi fece vedere il disegno del sogno aveva fatto prima di partire per recuperare la folgore.
Andai ad allenarmi mentre Percy andava a fare lezione di schermo: Chirone diceva che era il migliore spadaccino degli ultimi trecento anni.
Io mi allenai nel tiro con l'arco.

I Sette Dopo La GuerrraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora