Capitolo1

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Indosso il mio tanga in pizzo nero e gli autoreggenti. Infilo il vestito, anch'esso nero come la notte, con una profonda scollatuta sulla schiena, la quale mi permette di esibire il tatuaggio che ho sulla spalla destra. Sono tre farlalle colorate: una piccola, una media ed una grande. Si rincorrono senza afferrarsi. Un po' come fanno tutti con me...

Infine, infilo un sandalo gioiello sull'argentato e passo al trucco, molto delicato. Decido soltanto di accentuare con una matita nera, i miei occhi verdi, e con il rossetto evidenzio le mie carnose labbra. pettino, con un colpo di spazzola, i miei lunghi capelli neri e opto per due swarovski come orecchini.

L'ultimo sguardo allo specchio e sono pronta. Squilla il mio cellulare, assumo il mio miglior tono deciso, ma cordiale, per rispondere: "Pronto?" in modo sicuro, determinato, ma sempre in qualche maniera accogliente. "Ok, scendo"

Mi affretto a prendere la borsa e la mia giacca in pelle rossa, mi chiudo la porta alle spalle e mi avvio per le scale, visto che l'ascensore impiega sempre un tempo decisamente troppo lungo per i miei standard. Non si dice che "il tempo è denaro"? ecco, e poi non voglio far attendere oltre colui che mi aspetta giù.

Apro il portone e a passo spedito arrivo alla bellissima limousine che mi sta aspettando e mi porterà ad un party di prestigio, molto esclusivo.

L'autista mi apre la portira e mi fa accomodare. Quando mi siedo, lo trovo lì seduto che non mi degna neanche di uno sguardo. Lo saluto con dolcezza, ma ricevo solo un: "Buona sera, Sofia"

"Buona sera a te!" rispondo

Solo quando sente la mia voce, si gira e mi guarda con un sorriso, ma è un sorriso vuoto, formale, senza alcuna gioia o reale trasporto nei miei confronti. Il suo sguardo rimane costantemente rivolto al finestrino per tutto il viaggio e non diciamo una parola quasi.

"Scusami se sono distante, è che stasera non avevo proprio voglia di uscire, ma il dovere ci obbliga anche quando la voglia manca" mi dice

"Non ti proccupare. Capisco benissimo, capita spesso anche a me, Carlo!"

"Sei bellissima stasera. Come sempre, del resto" mi dice galante

"Grazie" gli dico "Anche tu non stai niente male in smoking!"

Arriviamo a destinazione, ci viene aperta la portiera della macchina dall'autista. Lui scende per primo e con gran classe, mi porge la mano in modo da aiutarmi. Ci avviamo nel lussuoso hotel dove si tiene una bellissima serata tra persone dell'alta societa, ma io mi sento a mio completo agio, sono abituata a queste serate. Carlo soprattutto, mi porta spesso ad eventi come questo. Non passiamo mai inosservati quando entriamo insieme: lui è un bellissimo uomo alto, moro, occhi neri. Un gran bell'uomo.

I camerieri ci porgono dello champagne, che accetto volentieri per riscaldarmi un po', visto che siamo a gennaio. Carlo mi fa accomodare ad un tavolo

"Sofia, torno subito. Vado a salutare un amico che non vedo da molto" mi dice all'orecchio

"Vai pure Carlo, non ti proccupare" gli rispondo. Mentre sorseggio il mio champagne, osservo un po' i personaggi che stasera sono ospiti di questa bella festa. Li scruto ad uno a uno. Qualcuno è di mia conoscenza e mi sorridono, alcuni nervosi, altri sfacciati. Tanto ricchi, tanto stronzi. Si divertono con le rispettive mogli, ignare di quello che i loro rispettabilissimi mariti sono stati capaci di chiedermi. Potrei sputtanarli tutti, farli morire di paura soltanto avvicinandomi. Senza rendermene conto, una risata mi sale alle labbra. Allora decido di alzarmi per andare a prendere una boccata d'aria fresca. Forse ho buttato giù troppo champagne tutto insieme.

Dal bellissimo terrazzo, si gode di un panorama bellissimo. Come si dice "vir Napl e po muor"

Di fronte a me, il bellissimo mare. Il mio mare con tutte le luci di barche, yacht armeggiati nel porto. Quante serate ho passato lì a far finta di festeggiare, a bere per dimenticarsi di chi sei e cosa fai. Perchè a volte vorrei solo dimenticare.

Un velo di tristezza mi prende, i miei occhi vorrebbero piangere, ma il mio cuore non lo permette. Le debolezze non sono contemplate. Io sono forte, e un po' di malinconia non può far crolare quello ho faticosamente costruito, quella che sono.

Con un cenno della mano richiamo un cameriere perchè mi porti un altro calice di champagne.

Vi chiederete: "Ma tu, chi sei Sofia? Che ci fai qui, e perche lo fai?"

io vi risponderò semplicemente "Perchè mi piace, e perchè mi sento desiderata"

Una voce attira la mia attenzione, distogliendomi dai miei ormai soliti pensieri: "Ti annoi?" sento chiedermi.

Mi volto e di fianco a me, appoggiato alla balconata, c'è un ragazzo con il capo basso

"Parli con me scusa?" chiedo

"Sì, vedi qualcun altro qui eccetto me?"

ammetto che mi ha sorpreso, ma rispondo "No, non mi annoio per niente. È che dentro faceva caldo e sono uscita un po'. E tu, ti annoi?"

"Se devo dirti la verita, sì. Non amo le feste mondane, ma il lavoro a volte richiede che io vi prenda parte..."

"a ok! Qui siamo tutti per lavoro..." rispondo in un sussurro. Lui si gira giusto un po' e sorride. Lo guardo e sorrido anch'io istintivamente. Non riesco a vederlo bene. La terrazza non è molto illuminata, ma da quel poco che intravedo, è un bel ragazzo, alto e robusto.

"Come ti chiami?" mi domanda. Ma io non faccio in tempo a rispodergli che vedo Carlo che mi sta cercando.

"Scusa, devo andare. Ciao uomo misterioso, ci vediamo!" riesco a dire. Lui senza alzare il capo fa solo un cenno con la mano come saluto.

"Sofia, ma dove eri finita?" mi domanda Carlo

"Ero fuori. Qui mi sentivo soffocare e sono dovuta uscire"

Dopo aver cenato e parlato per ore finalmente è giunto il momento dei saluti. Carlo si congeda da amici e conoscenti. Io mi limito ad un semplice "Arrivederci, è stato un piacere aver fatto la vostra conoscenza" anche se, gran parte degli uomini a cui lo dico, la conosco fin troppo.

Entriamo in macchina, e Carlo mi chiede: "Allora Sofia, che ne pensi? Piaciuta la serata?"

"Sì, è stata gradevole" rispondo

"Che ne dici se salgo da te a bere qualcosina?" domanda mentre passa un dito sulla mia coscia

"Ma certo, lo sai che sei il benvenuto tesoro!" dico civettuola

Arriviamo sotto casa e saliamo. Giunti al mio appartamento, apro la porta e non ho neanche il tempo di chiuderla, che lui mi si fionda addosso.

"Hei! Calma un attimo! Fammi rinfrescare! Tu metti su un po' di musica e rilassati, ok? Versami qualcosa, io torno subito!" gli dico allontanandolo un po' da me.

"Sì Sofia, come vuoi"

Mi chiudo in bagno, tolgo il vestito e il resto delle cose indossate stasera e mi fiondo sotto la doccia e dopo essermi rinfrescata mi avvolgo nell'accappatoio ed esco indossando la maschera migliore della serata: i giochi si sono aperti e io sono pronta. "Forza sofia" dico a me stessa "si entra in scena!"

Ma nella mente, non so per quale motivo, la voce di quel ragazzo rimbomba ancora.

Che ne pensate amiche? Io non dico niente ok sta a voi commentare e capire Sofia .

Ps cercherò di postare un paio di volte alla settimana

Rigrazio te sempre amica mia per starmi vicino e aiutarmi @Crysania_

By Anna♥♥

I Due Volti Di Sofia...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora