Ero sollevata all'idea di non vedere Victor alla festa di Halloween, il che mi convinse ad andarci senza avere alcun tipo di timore o paura. Anzi, se avessi dovuto aver paura per qualcosa o per qualcuno, di certo non sarebbe stato per lui, ma per gli scherzi e le burle degli altri ragazzi. Io, Alex e Jo eravamo pronti a tutto, tant'è che pure noi volevamo fare qualche dispetto a qualche ragazzo o ragazza. Quella che ci mancava, però, era l'inventiva.
Il mio unico scopo, quella sera, era quello di divertirmi e vietai a me stessa di pensare ai problemi, alla scuola, a Valentin. Volevo spegnere il cervello per un bel po' di ore e fare finta che nulla, in quel periodo, mi turbasse.
Al bancone del rinfresco servirono tantissimo cibo, ma soprattutto da bere. Niente di alcolico, dato che la preside si assicurò che le bevande procurate per Halloween non contenessero neanche l'uno per cento di alcool. Jo mi disse che un paio d'anni prima avevano avuto problemi con dei ragazzi ubriachi, i quali fecero scoppiare una rissa tanto violenta da coinvolgere un gran numero di persone.
Dopo aver ballato con Alex al centro della pista (lei vestita da strega sexy, io da gatta nera), decisi che era meglio fare una pausa e mi avvicinai insieme a lei al bancone del rinfresco per bere un po' di coca-cola.
E magari per mangiare qualche dolcetto, pensai. Joseph, intanto, sbirciava tra i CD dei tre ragazzi addetti alla musica. Ero sicura che stava morendo dalla voglia di consigliare a loro dei pezzi grandiosi per la serata e sorrisi a quel pensiero.
- Devo dire che, rispetto all'anno scorso, tutto sta andando alla grande - osservò Alex a voce alta per farsi sentire mentre versavo della coca-cola nei nostri bicchieri.
- Beh, meglio no?
- Assolutamente!
Servii alla mia amica la sua bevanda, poi bevvi la mia. Le bollicine mi pizzicarono la gola e strizzai gli occhi. Mi accorsi di aver lasciato una traccia di rossetto sul bordo del bicchiere di carta e lo pulii con un dito.
- Oh mamma, ma come si è vestita Stacie? - disse Alex indicandomi un punto nella folla danzante. Seguii la direzione del suo braccio con gli occhi e vidi Stacie muoversi a tempo di musica con un vestito grigio (presumibilmente ottenuto da un vecchio lenzuolo) stracciato e pieno di buchi. Non si capiva se si fosse travestita da fantasma, da zombie o da vecchia tenda.
- Non capisco, ma qualsiasi cosa sia è ridicola - esplicai il mio parere ed entrambe ridemmo.
Stacie stava ballando con Melanie. Per una volta la vidi senza il suo blocnotes in mano e senza la penna che teneva di solito dietro un orecchio. Non aveva neanche gli occhiali.
- Strano che non ci sia Ralph nei paraggi, di solito è sempre con loro due - notò Alex e si guardò intorno. Io feci la stessa cosa.
- Già, magari è in bagno - ipotizzai, poi bevvi ancora.
- Domani dovrebbe uscire il giornalino di novembre, non sei curiosa di sapere cosa ci sarà scritto su di te?
- Chi te lo dice che ci sarà un articolo che parli di me? - chiesi, ma in fondo sapevo che molto probabilmente il mio nome sarebbe apparso in qualche nuovo articolo di gossip.
- E' ovvio che ci sarà un articolo con te come protagonista! Come è ovvio che ci sarà anche qualcosa su Valentin - disse Alexandra, convinta. - Senza ombra di dubbio scriveranno di quando lui ti ha difesa da Victor, ci scommetterei dei soldi - aggiunse facendo roteare la coca-cola nel bicchiere.
Ed ecco che, immediatamente, mi tornarono in mente tutte le immagini di quell'accaduto. Non volevo pensare a Valentin, tanto meno a Victor, ma Alex rese impossibile il mio tentativo di non rimuginare su fatti passati.
- Addirittura?
- Senti Ellie, Stacie è così prevedibile che, quando leggo le nuove uscite del giornalino, mi chiedo se io non le abbia già lette!
Risi a quelle parole, ma subito dopo cancellai il sorriso tra le mie guance. Mi tornarono in mente delle parole di Stacie: "Valentin è il mio sogno proibito, ma tu non dirlo a nessuno".
E se quella frase non fosse stata detta per ironia? Magari lei aveva davvero una cotta per Valentin, pensai. Ecco perché era così fissata con lui e perché faceva comparire il suo nome su ogni numero del mensile scolastico.
E magari era pure gelosa di me. Forse mi sbagliavo, ma mi infastidì quel pensiero e lo cancellai subito dalla mia testa. Mi chiesi come possa essermi venuta in mente una cosa del genere.
E per di più proprio in quel momento e non prima.
Svuotai il mio bicchiere e lo riempii ancora, stavolta con dell'aranciata.
- Uh, vado un attimo da Jo! Mi è venuta in mente una canzone bellissima e voglio chiedergli se può proporla ai ragazzi - mi avvisò Alex indicandomi il nostro amico che parlava con i DJ improvvisati.
- Che canzone?
- Tra poco lo scoprirai!
- Okay, io ti aspetto qui! Credo proprio che berrò e mangerò ancora per un bel po' - dissi simpaticamente e lasciai Alexandra allontanarsi da me dopo una risata. Allungai il braccio verso un vassoio di stuzzichini, convinta che poi mi sarei fiondata su quello dei cioccolatini. Avevo molta fame, poiché decisi di non cenare prima della festa e non avevo problemi a fare qualche miscuglio disgustoso. Un po' temevo l'avvenire di un mal di pancia, ma la fame e il bisogno di riempire dei vuoti con il cibo erano più forti. Pur di non pensare, preferii imbottirmi di piccole prelibatezze.
- Ciao, Eleanor - sentii qualcuno salutarmi alla mia destra e mi voltai. Al mio fianco vidi una ragazza mentre teneva in mano un bicchiere con dentro della coca-cola. Aveva i capelli neri e lunghi fino all'altezza dell'ombelico (presumibilmente una parrucca), il viso truccato con tonalità scure ma in modo sofisticato e il corpo fasciato da un abito lungo e nero con decorazioni in pizzo; la scollatura profonda a V, osai immaginare, aveva provocato chissà quanti ragazzi quella sera. Pareva tanto una nuova versione di Mortisia Addams. Nonostante l'elegante e super femminile travestimento di lei, riuscii a riconoscerla dal suo sorriso e dalla dolcezza dei suoi occhi scuri.
- Ehi, Gwen - la ricambiai e portai alla bocca uno stuzzichino con olive e gamberetti. - Sei stupenda - mi complimentai con lei guardandola ancora da capo a piedi.
- Grazie mille, ma anche tu mica scherzi stasera - rispose lei squadrandomi con un ghigno sexy dipinto sul viso. Sembrava che la mia tutina in pelle nera le piacesse molto, così come gli stivali col tacco e il trucco da gatta (ombretto e eye-liner neri, ciglia finte, guance rigorosamente rosa e rossetto rosso fuoco). Arrossii in volto e la ringraziai. - Ti diverti? - mi chiese poi.
- Sì, è una bella serata, tu?
- Lo penso anch'io - rispose lei. - Ho appena finito di ballare con delle amiche e sono un po' stanca - aggiunse e bevve un sorso della sua bevanda. Io presi un altro stuzzichino e lo portai alla bocca con voracità.
- Ne vuoi uno? - presi un mini sandwich al prosciutto e lo porsi a Gwen.
- No grazie, ne ho mangiati due poco dopo essere arrivata - mi rispose lei scuotendo la testa e mandò giù altra coca-cola.
- Allora? Tutto okay? - le chiesi incrociando le braccia al petto e le sorrisi.
- Sì, grazie, e tu?
- Abbastanza bene direi - risposi con poca convinzione. Quella sera volevo solo divertirmi, ma capii che i pensieri mi avrebbero rovinato anche la festa di Halloween, non solo tutte le mie giornate di scuola.
- C'è qualcosa che ti turba? - domandò Gwen, preoccupata, poi posò il suo bicchiere quasi vuoto sul banco del rinfresco.
- Uhm, niente, cose di poca importanza - dissi rimanendo sul vago, ma sapevo che Gwen mi avrebbe fatto altre domande, proprio come feci io quando parlammo all'Alpine Bar.
- Scommetto che sei ancora scossa per ciò che è successo un paio di mattine fa - disse con convinzione la rossa ed io chinai il capo. - Chi tace acconsente, giusto?
Rialzai lo sguardo su Gwen trattenendo una risata. La sua ironia alleggerì un pochino la situazione.
- No, chi tace non ha voglia di parlare - ribattei, ma poi, quando vidi lei piegare la testa da un lato con espressione compiaciuta, mi diedi per vinta. - Okay, hai ragione tu, penso ancora allo scontro tra Valentin e Victor - ammisi, ma in quel momento avrei voluto mordermi la lingua. Non volevo affrontare ancora una volta quell'argomento, ma era inutile sviarlo. Gwen mi aveva letta come un libro aperto, il che mi lasciò di stucco.
- E' normale che tu ci pensi ancora, sai, continuo a pensarci anch'io - mi confessò la rossa e in quel momento mi chiesi il perché, ma forse avevo già capito.
- Per Valentin? - mi azzardai a chiedere. Mi venne in mente l'espressione di Gwen quando, da dietro le spalle di Valentin, la vidi guardarci durante il nostro abbraccio.
- In che senso?
- Che effetto ti ha fatto vederlo fare a botte con Victor per difendermi? - le chiesi, ma un pò mi sentii scorretta nei suoi confronti. Quella domanda suonava tanto come una provocazione o un dispetto, ma le mie intenzioni erano ben altre.
- Beh, non mi stupisce il fatto che lui si sia comportato in quel modo - disse Gwen facendo spallucce e riprese dal tavolo il suo bicchiere per riempirlo nuovamente.
- Io vorrei sapere un'altra cosa - precisai.
- Ossia?
- Ti ha dato fastidio che lui abbia agito così? E che poi mi abbia abbracciata?
Quelle domande non potevano essere più schiette. Ero ancora fermamente convinta che Gwen fosse gelosa di me e Valentin e volevo sentirmelo dire da lei. Non riuscivo a darmi pace se non si decideva a sputare il rospo.
- No, perché avrebbe dovuto darmi fastidio? Sei ancora convinta che io sia gelosa di voi?
- E' quello che dimostri - dissi con ovvietà e Gwen scoppiò a ridere.
- Devi smetterla di pensarla in questo modo, perchè sbagli! - cercò di tranquillizzarmi lei posandomi una mano su un braccio, poi ricominciò a bere.
Provai a darle ascolto e a reprimere tutti quei miei film mentali che occupavano la maggior parte del mio cervello. Non ce la facevo più a pensare, immaginare e dubitare. Troppe paranoie.
In quel momento sentii cominciare Tainted Love di Marylin Manson e sorrisi. Alex aveva convinto i DJ a mettere una delle sue canzoni preferite e dovetti ammettere che rientrava bene nel contesto.
- Che hai? - mi chiese Gwen guardandomi ridere.
- Senti questa canzone? E' opera di Alexandra - dissi alzando un indice in aria.
- Alexandra è quella ragazza col caschetto nero che sta spesso con te?
- Sì, lei.
- Ah, capito. Sembra simpatica - commentò la rossa facendo roteare la coca-cola nel bicchiere e guardandovi dentro.
- Lo è, infatti. All'inizio non lo credevo, ma col tempo ho cambiato idea.
Gwen annuì, poi bevve un sorso della sua bevanda frizzante. Finito di bere, guardò dietro di sé un punto indefinito.
- Cerchi qualcuno? - chiesi, curiosa. Gwen si rivoltò verso di me.
- Sì, stavo controllando se due mie amiche mi stanno ancora aspettando, ma non le vedo - disse, poi bloccò la sua attenzione su un altro punto della folla. - C'è un tizio strano che ci sta guardando - aggiunse assottigliando lo sguardo ed io guardai nella sua stessa direzione. I miei occhi incontrarono la figura di un ragazzo vestito completamente di nero (vecchio smoking e scarpe lucide), il volto accuratamente truccato alla Joker e i capelli unti di gel portati all'indietro. Il trucco era fatto così bene e a livello di un esperto makeup-artist di scena che né io né Gwen riuscimmo a capire chi egli fosse. Il ragazzo stava seduto su una sedia, schiena poggiata al muro, braccia incrociate e gambe allargate, corpo leggermente scivolato in avanti.
- Si è mascherato così bene che non riesco a capire chi è - dissi preoccupata continuando ad osservare quella persona misteriosa.
- Neanche io, ma che vuole?
- Non lo so, non si riesce neanche a capire di che colore abbia gli occhi - osservai. In quella palestra continuavano ad alternarsi tante luci di colori diversi ed era difficile riconoscere le persone da lontano.
- Certo che è strano - disse Gwen e smise di guardare quel ragazzo. Io, invece, mi voltai ancora verso di lui e lo vidi alzarsi dalla sedia, per poi incamminarsi e mescolarsi con la folla. Per un attimo cessò di fissarmi, ma successivamente riprese a farlo. Mentre avanzava lentamente tra gli studenti che ballavano, mi lanciò diverse occhiate ed io cominciai ad agitarmi per davvero. Realizzai che lui non stava guardando anche Gwen, ma soltanto me.
- Gwen, mi sta venendo l'ansia - confidai alla rossa guardandola con aria preoccupata.
- Tranquilla, cosa può fare in mezzo a tutta questa gente? Ci guarda perché siamo delle fighe - sdrammatizzò lei e rise, ma io non riuscii a copiarla. Non riuscii neanche a dirle che, in realtà, il ragazzo in nero stava solo guardando me, altrimenti avrebbe potuto pensare che mi stessi facendo troppe paranoie.
- Può darsi - dissi con poca convinzione, poi mi voltai ancora verso la folla e non c'era più nessuna traccia di Joker. Sparì tra la gente. - Non c'è più! - esclamai, stranita, e Gwen lo cercò con gli occhi per vedere se fosse riuscita a trovarlo, ma nemmeno lei seppe ripescarlo tra tutte quelle persone.
- Bella canzone, eh? - Alex sbucò all'improvviso da dietro le mie spalle e mi fece venire un colpo.
- Mio Dio, avvertimi prima di fare una comparsa - feci la battuta portandomi una mano al petto ed Alex rise.
- Io vado a cercare le mie amiche, vorrei tanto sapere dove si sono cacciate - disse Gwen liberandosi del suo bicchiere di carta e si voltò indietro. Sembrava un po' imbarazzata per la presenza di Alexandra e voleva andarsene.
- Okay, buon proseguimento di serata! - le augurai. Lei mi sorrise teneramente.
- Anche a te, bella - mi ricambiò, poi mi diede le spalle e si buttò nella mischia. Non volevo che se ne andasse, ma non protestai.
- Vedo che stai facendo sempre più amicizia con Gwen - disse Alex mettendosi al mio fianco mentre guardavo la rossa allontanarsi da me.
- Già, è simpatica, ma aleggia un velo di mistero sopra di lei.
- Che vuoi dire? - chiese spiegazioni la mora.
- Non so, spesso non riesco a capire i suoi comportamenti - confessai alla mia amica, ma lei continuava a non capire.
- Che fa di strano?
- Penso che sia gelosa di me e Valentin, ma non lo vuole ammettere anche se è evidente – dissi.
- Ah. Bé, sì, può essere – Alex alzò le spalle e afferrò uno stuzzichino.
- Ragazzi, un attimo di attenzione! - urlò una ragazza vestita da Alice in Wonderland versione zombie con due buste in mano. Era salita sul piccolo palco che avevano montato apposta per la festa e stava per annunciare Miss e Mister Horror. Io e Alex ci voltammo verso di lei.
- Abbiamo già qui i risultati delle vostre votazioni per Miss e Mister Horror! Tra pochissimo scopriremo chi tra voi ha il costume più bello della serata! - annunciò la ragazza e tutti esultarono in coro. Si creò un po' di suspense, ma in fondo sapevo che io non avrei mai vinto il concorso.
- Sicuramente c'è scritto il tuo nome dentro una di quelle buste - disse Alex colpendomi un braccio con delle gomitate, ma io non ero d'accordo con lei. Il mio costume mi piaceva, ma ero anche consapevole del fatto che alla festa erano presenti ragazze con costumi molto più originali del mio.
- Non dire stronzate! - ribattei.
- Ti sei vista? Sei uno schianto con questa tutina!
- Visto che fai tanto la veggente, secondo te chi vincerà il titolo di Mister Horror, invece? - chiesi simpaticamente alla mia amica e risi.
- Uhm, a dir la verità sono tutti un po' ridicoli, i maschi - commentò Alex. - Ma penso che vinca Freddie Crogan, sì - continuò lei nominando un ragazzo del terzo anno travestito da assorbente usato. Era semplicemente disgustoso, ma il costume meritava parecchio in fatto di fantasia, bisognava ammetterlo. Nonostante questo, se avessi dovuto vincere io, non mi avrebbe fatto molto piacere essere affiancata ad un ragazzo vestito in quel modo.
Quando mi guardai attorno per cercare Freddie Crogan e vedere ancora una volta il suo stranissimo costume, i miei occhi si incrociarono di nuovo con quelli senza colore di Joker. Dal momento in cui lo vidi sparire tra la gente, riuscii a distrarmi con altro, ma la pace in me stessa durò davvero poco e fece spazio nuovamente ad un alto tasso di ansia. Perché quel ragazzo insisteva a guardarmi? Mi trasmetteva così tanta inquietudine!
- Alex, c'è un tizio strano che continua a fissarmi - dissi alla mia amica stringendola a me per un braccio.
- Per forza, guardati! - continuò lei a farmi i complimenti, ma non immaginava neanche lontanamente quanto lo sguardo di quel ragazzo misterioso mi stesse mettendo a disagio.
- Mi mette ansia, vorrei che la smettesse!
- Beh, cara mia, la prossima volta ti renderai meno provocante, che ne dici? - scherzò Alex e rise, ma io rimasi agitata come prima. Non ero facilmente distraibile in quel momento. Mi voltai ancora verso Joker e lo vidi sorridermi. Più che un sorriso, dipinto sul volto, era un ghigno malizioso.
- No, dico che la prossima volta non mi presenterò proprio!
- Come sei esagerata! Dov'è questo ragazzo? - Alexandra si guardò attorno e io le indicai la direzione. In quel preciso istante, Joker scomparve di nuovo.
- Ma dove cavolo...- cominciai la domanda, ma quando notai di aver perso le tracce dell'uomo nero decisi di non terminarla.
- Non lo vedo!
- E' scomparso, ancora – dissi, preoccupata.
- Ah, è da molto che ti guarda e poi scompare?
- Perfetto ragazzi! Siamo pronti per annunciare i vincitori della gara! - annunciò Alice in Wonderland dopo aver farfugliato qualcosa con dei tizi sul palco, bloccando così la conversazione tra me e Alexandra. Il volume della musica fu abbassato e la gente esultò di nuovo. Tutti non stavano più nella pelle di sapere chi avesse ricevuto più votazioni quella sera. Io votai per Alex, ma quando vidi Gwen avrei voluto cambiare idea e votare per lei.
- Vince il titolo di Miss Horror... - Alice lasciò qualche secondo di suspense, poi tirò fuori dalla busta il foglietto non il nome della fortunata. - ...Gwen Berry! Vieni Gwen! - chiamò la mia nuova amica a salire sul palco per ricevere la corona e la fascia con scritto "MISS HORROR - HALLOWEEN PARTY 2010" da adagiare su una spalla. Un grandissimo applauso si espanse per tutta la palestra e ci furono anche dei fischi.
Ero contenta che avesse vinto Gwen quel premio. Se lo meritava, era davvero bellissima, ma d'altronde non mi stupì il fatto che proprio lei avesse vinto una gara di stile. Anzi, molto probabilmente era addirittura abituata ad essere riconosciuta per il suo look.
Gwen salì sul palco e sorrise mentre Alice le infilò la fascia e le poggiò la corona di cartone (con dei particolari in plastica e stoffa) sulla parrucca nera.
- Vi ringrazio infinitamente, ragazzi! - disse lei al microfono e l'applauso continuò. Dalla folla si sentì un "SEI BELLISSIMA!" da una voce femminile, probabilmente un'amica di Gwen, e lei allargò ancora di più il suo dolcissimo sorriso. Mi fece davvero molto piacere vederla così emozionata su quel palco.
- E adesso è il turno di Mister Horror! Quale bell'uomo affiancherà la nostra Gwen? - scherzò la ragazza, poi gettò a terra la busta che conteneva il nome della vincitrice e aprì la seconda. - Vince con il titolo di Mister Horror... - cominciò la frase, ma stavolta la suspense non fu voluta. Alice in Wonderland incrociò gli occhi nel leggere il nome scritto sul foglietto estratto dalla busta. La prima cosa che pensai fu che probabilmente aveva vinto un ragazzo straniero dal nome illeggibile al primo tentativo, ma poi dovetti cambiare ipotesi quando la ragazza disse: "Scusate, ma qui non c'è scritto nessun nome!".
Tutti, me compresa, non capimmo nulla. Come poteva non esserci un nome?
- E' fumata, quella? - commentò Alex aggrottando le sopracciglia.
- Ragazzi, il regolamento ve l'avevamo spiegato chiaramente a inizio serata - cominciò Alice una predica. - Non si accettano scherzi! Dovevate scrivere nome e cognome, non il nome del personaggio da cui la persona votata si è travestita! - aggiunse lei e gli studenti scoppiarono a ridere. Avevo paura che qualcuno avesse scritto "assorbente usato" al posto di "Freddie Crogan", sempre se il vincitore fosse stato lui. Un ragazzo dalla folla urlò, piuttosto spazientito: "VUOI DIRCI COSA C'E' SCRITTO LI'?".
Alice rinunciò ai suoi rimproveri e lesse finalmente cosa c'era scritto sul foglietto che teneva in mano.
- Ha vinto un certo Joker! Chi di voi è vestito da Joker? Non mi sembra di aver visto qualcuno vestito così!
In quel momento sentii il mio stomaco torcersi e mi guardai attorno per vedere se il ragazzo misterioso di prima stesse avanzando verso il palco per ricevere la sua corona e la sua fascia. Non lo vidi finché non salì sul palco e si posizionò davanti all'asta nera che reggeva il microfono. Il vociare della gente aumentò la sua intensità ed Alice guardò Joker con aria interrogativa.
- Ci puoi dire chi sei?- chiese lei al ragazzo misterioso porgendogli la corona e la fascia di MISTER HORROR, ma lui la bloccò e scosse la testa. Gwen lo squadrò con perplessità, dietro di lui.
Joker poggiò una mano sul microfono e diresse il suo sguardo a tutti gli studenti che lo stavano guardando curiosi e confusi, proprio come me. Stavo morendo dalla voglia di sapere chi egli fosse. Sul suo volto si formò un ghigno, lo stesso che fece quando i suoi occhi penetrarono con insistenza i miei poco prima.
- Il mio trucco è fatto molto bene, vero? - finalmente fece sentire la sua voce, quella voce. Quella che io riconoscerei sempre tra altre mille.
Mi sentii il cuore scoppiare e portai una mano al petto. Il vociare nella sala. - Così bene che nessuno di voi ha capito che Valentin Virtanen è venuto alla festa - aggiunse lui e ridacchiò divertito. - Vi ringrazio per avermi votato, ma adesso devo proprio andare!
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Baciata dalla luna
RomanceEleanor Cole, giovane canadese appassionata di arte e libri, si ritrova a dover partire per Londra, dove l'aspetta suo padre dopo due anni di assenza. Il tentativo dell'uomo è quello di riacquistare l'affetto della figlia nell'arco di un anno, ormai...