59 - Nash

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- COSA VUOL DIRE CHE NON SAI DOVE SIA?- chiedo in preda al panico a Jay.

Okay, forse gliel'ho urlato in faccia.

Forse.

- Scusa - dico subito dopo passandomi le mani tra i capelli.

- Tranquillo -dice guardandomi come si guarda un palazzo in fiamme - Ti capisco-

Non so come, ma capisco che anche lui si è trovato in una situazione molto simile alla mia.

- Come l'hai affronata? - chiedo.

- Lei se n'era andata di sua spontanea volontà, senza dire niente. Io non lo sapevo e l'ho cercata per mesi e mesi- spiega semplicemente.

Poi scuote la testa.

- Non c'è un modo giusto per affrontare situazioni del genere. Non puoi stare calmo, non puoi smettere di cercarla e non puoi arrenderti. Ma cerca di rimanere lucido- spiega prima di alzarsi e uscire dalla stanza.

Rimango solo io nella stanza di Brooklyn e tutto mi sembra gridare che lei non c'è.

Lei non c'è e ha bisogno di me.

E io non ci sono.

Mi lascio cadere sul suo letto ma mi accorgo subito che non è stata una buona idea.

Il suo profumo mi avvolge come una coperta. Una coperta ad agosto in spiaggia.

La coperta può essere tra le più belle, morbide e calde, ma è agosto e sai che solo a toccarla inzieresti a sudare peggio di uno che ha fatto la maratona nel deserto.

Ti piace, la vorresti, ma non puoi. E ti fa stare male.

Paragone stupido ma rende abbastanza l'idea.

Qualcuno bussa alla porta.

Mi tiro a sedere prima che il padre di Brook entri nella stanza.

È un bell'omone sulla cinquantina che emana rispetto e autorità da ogni parte.

Mi guarda.

- Quindi tu sei Nash?- mi chiede semplicemente.

Non sembra tanto arrabbiato, solo curioso.

Annuisco.

Non faccio altro che spostare lo sguardo da una parte all'altra della stanza.

Troppe cose mi ricordano lei.

- Ho bisogno di trovarla- dico quasi in un sussurro, ma sono più che convinto che lui mi abbia sentito.

- La ami?-

- Non lo so. Si. Forse. So che lei è in pericolo e io non posso aiutarla. Lei ha bisogno e io non ci sono- dico velocemente.

- Allora la ami- ribatte convinto.

So che ha ragione.

*****

- Secondo me è il caso di esporre denuncia- propone Cameron.

- SONO D'ACCORDO- grida la madre di Brook spuntando dalla cucina.

Anche il padre annuisce dal divano.

Io non posso fare a meno di trovarmi d'accordo.

Jay è andato a farsi una doccia.

È ancora sotto shock.

- Perfetto. Vado a telefonare -dice il padre.

Mi stupisce della calma che mostra la sua famiglia.

Io rischio di esplodere.

Probabilmente la madre se n'è accorta perché si siede accanto a me.

- Non preoccuparti Nash. Brooklyn è una ragazza sveglia che non si fa mettere i piedi in testa. Saprà difendersi -

Parla dolcemente e con un tono tranquillo ma capisco che anche lei in fondo è preoccupata.

- Ho solo paura che le facciano del male- spiego nervoso.

- È comunque la figlia di un soldato- ribatte sorridendomi e facendo un occhiolino.

Mi lascio scappare un sorriso.

- Ethan è un coglione- dice il padre di Brook entrando in sala con un sorriso.

- Questo si sapeva già - borbotta Cam.

- Ha preso la sua macchina e non ha coperto la targa- spiega allegro.

- E tu come lo sai?- chiede la moglie alzando un sopracciglio.

- Abbiamo le telecamere- dice ovvio.

- Abbiamo le telecamere?- chiede di nuovo lei perplessa facendomi scappare un sorriso.

Forse la situazione non è così nera come sembra.

*****

Sono tipo due giorni che cercano.

Questi due giorni gli ho passati alternando lo stato vegetativo allo stato di ansia pura.

Mi sono sembrati infiniti.

Come mi è sembrato infinito il momento in cui hanno trovato Brook.
È in un vecchio capannone fuori città.

Due cazzo di giorni per trovare un inutile capannone.

Ma vaffanculo.

- Nash ti prego calmati, tra poco sarà a casa- mi dice Cam.

Hanno lasciato me è lui a casa mentre la madre e il padre di Brook sono andati alla centrale della polizia.

- Sì, scusa- dico passandomi una mano tra i capelli - Hai già avvisato gli altri?- chiedo, cercando di distrarmi.

- Certo- risponde il mio migliore amico ovvio.

Quando suona il telefono scatto in piedi come un grillo e mi catapulto a rispondere.

- Pronto?-

- Ehi Nash-

- Brook- dico in un sospiro.

Quanto mi è mancata.

Ridacchia.

- Sì, sono io-

- Oddio, come stai?- chiedo preoccupato.

- Bene, tra poco dovrei tornare -

A quelle parole sento un peso grande come la Russia togliersi dal mio petto e sorrido.

Sorrido come non facevo da tempo.

- Tra quanto?-

- Più o meno- sento il suono di un campanello - Ora-

Non metto neanche giù il telefono e corro alla porta.

Davanti a me c'è lei, bellissima come sempre, con il volto stanco, i capelli scompigliati e i vestiti sporchi.

Ma rimane lo stesso bellissima.

L'abbraccio di slancio.

La stringo a me e la sento ridacchiare nel mio petto.

- Nash chi... BROOK!- ovviamente Cameron deve rovinare questo splendido momento.

Ma sinceramente non mi importa.

So che non sarà l'ultimo.

HOLAAA
Scusate se non ho aggiornato prima.
Comunque. So che il capitolo non è dei migliori, ma prometto che il prossimo non farà così tanto schifo.
Se vi è piaciuto lo stesso lasciate una stellina ahaha (come al solito).
Adesso sono in vacanza in Spagna, quindi non so quanto pubblicherò ma di sicuro qualcosina la scrivo quindi pazientate ahaha
MA SCUSATE si può sapere cosa diavolo è successo questa settimana? Sono passata da 5k visualizzazioni a 8k
Per l'amor del cielo, VA BENISSIMO COSÌ, ma boh è strano ahhaha
Okay me ne vado
ADIOSSSSSS

Lucky - Nash Grier Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora