capitolo 1°

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Come tutti i giorni stavo tornando a casa mia da scuola passeggiando per il marciapiede privo di persone e con alle orecchie la mia canzone preferita, «hello di Adele».

Alla mia sinistra si trovava la strada percorsa dalle macchine mentre alla mia destra il paesaggio comprendeva un bosco con molti alberi.

Ad un certo punto vidi in lontananza un camion che si prestava ad avvicinarsi alla mia sinistra, si fermò, e dalla vettura scese un uomo giovane, capelli scuri e occhi verdi, che attrasse immediatamente la mia attenzione per quanto il giovane si avvicinò in modo brusco al mio cospetto e io rimasi attonita dal suo gesto, cosi imprevisto.

Mi chiese delle indicazioni e io gentilmente risposi alla sua richiesta dicendoli: "Deve andare dritto e appena trovi il semaforo svolta a destra. "... rimasi

(Nella mia mente apparivano scene, immagini poco rassicuranti, mi sentivo in pericolo ma comunque desideravo eliminarle dal mio conscio per non soffrire.)

Tutto d' un tratto il giovane insistette ad avvicinarsi e il suo sguardo era sempre più in fissa sul mio corpo nonostante non fossi cosi appariscente visto che indossavo dei semplici pantaloni a vita alta con una maglia lunga bianca e ai piedi le solite vans.

Sempre più confusa dal comportamento del giovane, iniziai a tirarmi indietro, le sue mani tentarono di avvinghiarsi al mio corpo, le sue domande riguardavano la mia sfera emotiva e non volevo perdere a stargli dietro, siccome notavo cosa volesse da me, cercavo in tutti i modi un'uscita di scena perché iniziavo ad odiare la situazione createsi.

Odiavo me stessa perché i miei occhi si fermano a guardarlo e la mia mente voleva uscirne da questa situazione angosciante, lui era persuasivo nei modi di fare e la mia pazienza fu compromessa dai continui flirt, il mio volto era arrossato. Timida di perdermi nella sua bellezza.

Odiavo me stessa anche perché io non dovevo dargli confidenza, mia madre mi diceva sempre di non parlare con gli sconosciuti, ricordo, perché potrebbero accadere cose negative cioè brutte.

Io cominciai ad allontanarmi da lui e a correre nel bosco, le mie gambe mi facevano male, avevo il cuore palpitante. Ero tutta sudata ed erano le 19.05, era buio pesto, mi sono fermata in mezzo agli alberi e ho controllato se c'era qualcuno, ma non ho visto anima viva.

Mi sono allontanata e ho fatto quattro passi indietro, mi sono sentita toccare la spalla e ho cominciato ad avere timore. Ho cominciato ad agitarmi e ho tentato di scappare ma lui mi prese per il polso ... facendomi male. L'uomo giovane era dietro di me.

La sua presenza era davvero molto sentita dal mio corpo e la sua mano che mi teneva la spalla mi strinse sempre più forte, avevo sempre più paura di cosa potesse accadere, se tutto ad un tratto la paura si trasformasse un brutto ricordo...iniziò a parlarmi con la sua voce persuadente dicendomi: "andrà tutto bene"

Il mio cellulare, purtroppo si stava per spegnere e io non riuscivo a smettere di piangere, non potevo avvisare nessuno, è come se tutto diventasse un pericolo costante. 

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