~Capitolo Cinque~

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Era passata una settimana dall'attacco, e Adrien si sentiva meglio. Non solo quel periodo di crampi e dolori era finito, ma iniziava anche ad abituarsi a quel corpo. Suo padre gli aveva dato il permesso di uscire a comprare dei vestiti, se scortato da Nathalie e il gorilla, e aveva approfittato delle nuove curve della figlia per crearle qualche abito.
Adrien era felice di questo, perché era riuscito ad aiutare suo padre, lo aveva finalmente reso contento, nonostante, per farlo, abbia dovuto farsi trasformare in femmina da un cattivo.

Si trovava nello studio del padre, immobile, con la schiena dritta e le braccia aperte, mentre suo padre le prendeva le misure delle braccia per un nuovo vestito. La bionda notò l'ombra di un sorriso sulle labbra del padre, che le guardava le mani, concentrato. La ragazza, dopo un di silenzio tombale, raccolse tutto il coraggio che aveva e gli chiese.

<<Padre... è passata una settimana... e io mi sento meglio... quindi... vorrei chiederti... posso andare a scuola?>>

L'uomo si bloccò per un secondo e la guardò. Nonostante non fosse capace di dimostrarlo, lui teneva ad Adrien più di chiunque altro, anche più di sé stesso, e non avrebbe mai voluto condividere quel piccolo fiore con il resto del mondo.

<<No.>>

La ragazza spalancò i grandi occhi verde prato, in fondo se l'aspettava, ma non poteva fare a meno di rimanerci male.

<<Per favore papà...>>

Gabriel non seppe se a convincerlo fu la dolce voce identica a quella di sua moglie, gli occhi dolci o il fatto che dopo anni -anche se lui gli aveva detto esplicitamente di chiamarlo al massimo padre- Adrien l'avesse chiamato papà, ma alla fine cedette.

<<Va bene, ma devi andare e venire in auto>>

<<Oddio grazie!>>

Lo ringraziò lei, saltandogli con le braccia al collo. Gabriel fu sorpreso dell'abbraccio, ma dopo qualche secondo ricambiò stringendola a sé. Si staccarono dopo qualche secondo, e Adrien, imbarazzata, andò in camera sua, dove una volta essersi assicurata di non essere sorvegliata, si lasciò andare ed esultò saltando sul letto, felice di poter finalmente uscire.

***

Marinette si stava pettinando i capelli. Aveva approfittato del weekend per comprarsi dei vestiti adatti, e aveva passato qualche notte a cercare li cattivo che l'aveva trasformata in maschio, non riuscendo a trovarlo. Prima o poi si farà vivo no? Pensò tra sé e sé, mentre Tikki svolazzava intorno a lei. Il Kwami notò lo sguardo preoccupato del protetto, così gli volò davanti al viso.

<<Marinette, guarda il lato positivo, almeno non sei l'unica in questa situazione!>>

<<Stai parlando di Nino per caso? Perché se stai parlando di lui non aiuta, ma è divertente>>

Disse lei ridacchiando. Posò la spazzola sul comodino e aprì l'armadio, mettendosi a cercare il pigiama.

<<Se entro ancora un po' di più nell'armadio mi ritrovo a Narnia.>>

Commentò lei, mentre affondava tra i vestiti alla ricerca del pigiama. Lo trovò nel fondo dell'armadio e si chiese come potesse essere finito lì, prima di indossarlo e filare a letto.

Lordbug & Chatte NoireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora