~Capitolo Sei~

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Il giorno seguente Adrien si era svegliato molto, molto presto. Circa alle 4 di mattina, per via di un incubo che ora ricordava come una grossa nube nera, non ricordava né cosa aveva fatto né cosa aveva visto, fatto sta che era sveglio, e non aveva per niente voglia di tornare a dormire. Così in punta di piedi, camminò verso il bagno, aprì la porta senza fare il minimo rumore, ed entrò. Gli sarebbe piaciuto fare una doccia, ma l'idea di guardarsi sul riflesso della parete lucida e di asciugarsi i capelli dopo -pari ad un suicidio, dato che ora gli arrivavano al fondoschiena- gli fece cambiare idea. Prese la spazzola e spostò i capelli tutti su una spalla, poi lentamente, partendo dalle punte, passò la spazzola tra i lunghi capelli leggermente mossi. Il pettine scorreva senza ostacoli, come sempre. Anche quando era maschio, i suoi capelli non avevano mai avuto nodi. Ovvio, si svegliava con i capelli disordinati, ma di nodi nemmeno l'ombra.
Una volta pettinati li raccolse in uno chignon disordinato, essendo incapace di farlo bene. Si lavò il viso, colorò le ciglia bionde con un po' di mascara, sporcandosi sulle guance, le pulì e tornò in camera. Tolse la camicia da notte, mise l'intimo ed indossò una maglietta nera, dei jeans stretti e una camicia bianca. Indossò delle converse bianche e controllò l'orario. Erano appena le cinque, e non sapendo cosa fare, decise di controllare che a Parigi fosse tutto a posto. Plagg si lamentò, ancora mezzo addormentato, ma le sue lamentele non bastarono a far cambiare idea alla ragazza.

<<Plagg, trasformami!>>

Disse lei, e il Kwami neri venne assorbita dall'anello, facendola trasformare. Una tutina nera e aderente le copriva tutto il corpo, due orecchie si materializzarono tra i suoi riccioli dorati, una coda le spuntò dietro, e una maschera nera le nascose la parte superiore del viso e diede dei lineamenti felini ai suoi occhi.
La supereroina saltò fuori dalla finestra e balzò da un tetto all'altro, controllò le vie della città, e mentre era appollaiata su un lampione, un lampo rosso la fece cadere. Si mise ad urlare spaventata, chiuse gli occhi poco prima di sbattersi al suolo, ma la sua caduta venne bloccata da due braccia forti, guantate di rosso e nero.
La bionda aprì gli occhi verde foglia, incontrando quelli azzurri del ragazzo mascherato che le sorrideva.

<<Stai bene?>>

La ragazza arrossì di colpo. Lo sguardo che le aveva rivolto il suo compagno era disarmante, la lasciava senza parole. Dopo tanto tempo rimasta chiusa in casa, adesso guardare quegli occhi le faceva provare le stesse emozioni che aveva provato la prima volta. Voleva che quel momento non finisse più, tra le sue braccia si sentiva al sicuro, quel calore che poche volta aveva provato era troppo bello, perché alzarsi?
Il ragazzo però rovinò quel momento meraviglioso mettendola giù. La squadrò da apo a piedi, con le mani poggiate suoi fianchi.

<<È da una settimana che non ti vedo. Se cambiat....a>>

Disse lui, ridacchiando. La gatta lo guardò male, poi sfoggiò uno dei suoi sorrisetti. Gli mise un dito sotto al mento.

<<Anche tu... Bugaboy.>>

Rispose lei, spostando il dito facendogli alzare la testa. Il corvino la guardò torvo, gonfiò le guance, arrabbiato, ed incrociò le braccia.

<<Comunque...>>

Continuò la ragazza, girandosi dall'altra parte.

<<Calma piatta eh?>>

<<A quanto pare.>>

Rispose il ragazzo, affiancandola. La guardò sottecchi, mordendosi il labbro inferiore.

<<Chatte...>>

La chiamò lui, a bassa voce. La bionda si girò verso di lui, incarnandosi di nuovo guardando i suoi occhi color del cielo.

<<Si?>>

<<Non... non ti è successo niente... vero?>>

Chiese. La supereroina, dopo essere inizialmente arrossita, sorrise furba e lo guardò con gli occhi socchiusi.

<<Ti sei preoccupato per me.>>

<<Cosa? No!>>

<<Oh si invece. Ti sei preoccupato perché ci tieni a me.>>

<<Certo che tengo a te, sei la mia partner!>>

<<No... tu tieni a me in quell'altro senso.>>

Disse lei, avvicinandosi pericolosamente a lui, facendolo indietreggiare. Lui iniziò a balbettare cose incomprensibili, facendolo assomigliare, agli occhi di Adrien, a Marinette, la sua compagna di classe. Il ragazzo si guardò intorno, notando il sole che sorgeva. Lanciò il suo yo-yo facendolo appendere ad un camino.

<<D-devo andare! Ci vediamo manido! Voglio dire domani!>>

E se ne andò, sparendo tra i palazzi. La ragazza rimase a guardare il punto in cui era sparito per qualche minuto, poi decise, delusa, di tornare a casa aspettando che Nathalie entrasse in camera per prepararla.

Lordbug & Chatte NoireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora