Codardo.

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Fortunatamente quella mattina riuscii a prepararmi per assistere alle lezioni senza dover affrontare l'argomento, poichè il presunto interlecutore era troppo occupato a dormire e, ovviamente, io ero un codardo.

Eppure mentre seguivo a fatica letteratura immagini della sera precedente salivano in superficie, da quella che era la mia mente ancora offuscata dalla sbornia.
Le sue mani strette intorno ai miei fianchi per guidarmi nei movimenti, i sospiri di piacere che si scontravano contro la mia pelle in ebollizione e... merda, sentivo le goti accaldate, segno che ero arrossito.

Non mi ero mai posto domande sul mio orientamento sessuale, e questo decisamente mi terrorizzava, perchè scoprire di essere andato a letto con Louis Tomlinson non era poi tanto una delusione.

"Che hai qui dietro amico?"

Bisbigliò Michael, mentre il suo dito si arpionava al colletto della polo che avevo saggiamente scelto e scopriva i violacei marchi, frutto di Louis.

"Lividi. Io.. sono caduto dalle scale."

I suoi vispi occhi si accesero di malizia, e mentre mordicchiava l'estremità della penna annuì complice.

"Certo, le scale oppure il tipo con cui stavi ballando ieri?"

A quelle parole persi un battito, e iniziai a boccheggiare per recuperare maggiore aria e, magari, temporeggiare.

Avevamo davvero ballato in pubblico? Quindi tutti avevano già sparlato.
Le mie mani si rifiugiarono tra i ricci, che arruffai nervosamente, gesto a mio parere tranquillizzamte.

"Nessuno dei due, era una ragazza io non me lo faccio mettere da nessuno!"

Sbottai improvvisamente in un momento in cui tutti tacevano, compresa la professoressa che non tardò a fulminarmi con lo sguardo.

"Che ne dice di lasciare l'aula?"

Disse con tranquillità, e ancora adirato per la situazione mi limitai ad afferrare la borsa contenente i libri e uscire dall'aula, non prima di aver sbattuto per bene la porta, ovvio.

Ma qualcuno lì sopra doveva proprio odiarmi, perchè mi scontrai subito con Louis Tomlinson, in procinto invece di entrare.

"Dannazione guarda dove metti i piedi."

Gli urlai istirecamente contro, guardandolo poi sollevare gli occhi al cielo come se ciò lo infastidisse addirittura.

"Spostati checca, devo passare."

Sbuffai una risatina piena di sarcasmo alle sue parole, e gli assestai uno spintone talmente inaspettato che il poverino incespicò all'indietro, fino a cadere. Presto mi pentii di quel gesto, visto che dai suoi occhi non traspariva altro che ira e, inoltre, non sarei riuscito a spintonarlo ancora, non ero un tipo violento.

"O..o..okay scusami, non ero in me."

Balbettai non appena iniziò ad avanzare, costringendomi così ad arretrare fino a far aderire la schiena contro il muro.

Il suo palmo era pronto a colpirmi la faccia, quando la voce di un collaboratore scolastico fece irrigidire Louis e permise a me di fuggire, con la coda tra le gambe. Ero patetico.

* * * *

Entrai in camera solo a tarda notte, nella speranza di vedere un Louis addormentato nella speranza di non subire la sua ira, ma trovai di peggio.

Era aggrovigliato ad una ragazza pon pon, o forse dovrei dire porn porn, e si spingeva in lei quasi con rabbia, unico dettaglio captato dalla rapida occhiata. Dovevo aver procurato molto rumore, perchè i due si voltarono verso di me non appena misi piede nella stanza.

"Non mi avevi detto di avere un figlio!"

"No Kelly, è solo il mio compagno di stanza."

La ragazza non doveva essere molto sveglia, perchè mi fissò per un bel po' con il suo sguardo curioso e le bionde codine arruffate, per poi ridacchiare.

"Piacere piccolo, sono Kelly!"

"Piacere non mio."

Mugugnai in risposta, e con movimenti meccanici mi infilai a letto rannicchiato in posizione fetale.
Avevano smesso di farlo, eppure la vista mi aveva infastidito e non poco.
La camera era condivisa, non doveva azzardarsi a fare quelle cose, e non se ne vergognava neanche io... quando riaprii gli occhi notai due iridi ghiacciate fissarmi, costringendomi a balzare a sedere.
Ero così perso nei miei pensieri che non mi ero accorto dell'assenza della ragazza e dello spostamento di Louis.

"Se mi devi picchiare ricorda, non toccarmi la faccia."

Dichiarai leggermente intimidito.

"No coglione, voglio solo dirti di dimenticarti di ieri. Eravamo ubriachi, quindi riparlane e la faccia te la spacco davvero."

Un sospiro di sollievo finalmente fuoriuscì dalle mie labbra, e col viso chino ringraziai qualsiasi Dio per la grazia ricevuta.

"Guardami e dimmi che non lo farai."

Ringhiò chiudendo rudemente la mano intorno al mio mento e costringendomi a sollevare il volto verso il suo. Sgranai leggermente gli occhi a quel gesto improvviso, e una volta deglutito farfugliai un: "Non lo farò, Louis." pur di levarmelo di dosso. Iniziava a farmi paura.

"Bene."

Detto ciò ritornò nel suo letto, e io premetti una mano contro le labbra per reprimere un urlo di frustrazione causata dai recenti eventi.
Stavo perdendo il controllo della mia vita ed era dannatamente una sensazione orribile.

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