Capitolo 5

13 2 2
                                    

Quando mi riprendo mi trovo sul divano beige di casa mia. Nell'altra stanza sento delle voci. Provo ad alzarmi ma un forte giramento di testa mi fa accucciare a terra dopo nemmeno cinque passi. Appoggiando il braccio sento una piccola fitta che mi ricorda l'accaduto; la ferita però è quasi completamente chiusa e questa cosa non è possibile se non per l'utilizzo di magia. Guardo l'orologio e mi accorgo che sono già le cinque del pomeriggio. Mamma, papà e Davis si affacciano e subito cercano di avvicinarsi per soccorrermi ma, non li voglio vicino, soprattutto mamma e papà. Capendo, mamma si mette nuovamente a piangere e questa cosa mi fa sentire male eppure non riesco a fare altro se non guardarla freddamente.
Papà le sta dietro e cerca di consolarla.
Poi c'è Davis. Con la sua magnifica aria misteriosa e con quel fascino non umano mi si avvicina, seppur io urlo di non volere nessuno, che me la cavo da sola, lui si avvicina.
Quando è a pochi passi da me mi solleva e mi sostiene per un braccio.
Seguono minuti di silenzio rotto solo dal pianto mio e di Sibilla.
Dopo essermi seduta sul divano sento di aver riacquistano almeno un po' le forze.
"Dovreste finire di raccontare, dopodiché dovremmo obbligatoriamente partire" conclude Davis allontanandosi e lasciandoci finalmente soli.
"Si, dovreste proprio concludere"
Li guardo con disprezzo e, alla fine, é mio padre che, sospirando, prende a parlare.
"Eravamo preoccupati, Lucy, per quello lo abbiamo fatto. Quando eri piccola utilizzavi molto le tue doti e spesso causavi danni oppure in modo inutile e poco consono. Passavamo il nostro tempo a controllarti ed eravamo perennemente sulle spine. Le tue capacità per la maggior parte delle volte non erano controllabili da nessuno, le usavi per sfogarti e questo portava solo a dei problemi. Infine oltre a fare male a te stessa lo facevi anche ad altri. Abbiamo sempre saputo cosa fossi; ci sono persone a cui le capacità si manifestano in un'età più avanzata, solitamente tra i cinque e i dieci anni, ma tu sei sempre stata diversa. Le tue doti si svilupparono sin dal tuo primo anno di vita. Eri fin troppo piccola per controllarle in più sei un'Imperatrice e questo rende ancora più complicato il controllo degli elementi. Più si hanno e più sono incontrollabili. Il Consiglio aveva già avvertito la tua potenza eppure non ti ha portato via da noi, ci ha permesso di continuare ad accudirti, seppur con diffidenza. Il nostro compito principale non era più fare il genitore ma tenerti il più lontano possibile dai pericoli e non farti causare danni, soprattutto non sul mondo terrestre altrimenti ti avrebbero portata via da noi. Quindi ogni nostra decisione é una conseguenza e tutto per il tuo bene, capiscilo.
Mi sono occupato io stesso di cancellarti i ricordi all'età di dieci anni circa. Era appena nata tua sorella quindi abbiamo deciso di provvedere alla sua e alla tua protezione. Ho creato con la mia magia delle pillole che hai sempre preso quando avevi il mal di testa. Quello che tu credevi fosse un mal di testa in realtà erano i tuoi ricordi che cercavano di riaffiorare e, con quella piccola pillola, tutto si sistemava, fino a ieri. Lo abbiamo sempre saputo che dopo un po' non avremmo più potuto controllarti, che i tuoi poteri non avrebbero più potuto rimanere sepolti solo nei tuoi ricordi.
Questo è tutto..."
"Davvero, delle motivazioni molto sensate. Lo avete fatto per me eh? Cancellare i ricordi per proteggermi. Posso anche provare a capirvi ma davvero non ci riesco, avreste potuto trovare altre strade al posto di cancellarmi una parte della mia vita"
"Non è stata cancellata Lucy"
"Non voglio più parlarvi. Davvero"
Io non riesco a comprendere le loro motivazioni. Già non capisco nulla di tutto quello che in soli due giorni mi è successo e questo si aggiunge alla lista e mi sconvolge il doppio.
So che il taglio sul braccio oramai rimpiazzato da una linea biancastra, notabile rispetto alla mia pelle più scura, è stato guarito dalla magia di mio padre e questa cosa, non so per quale motivo, mi da estremamente fastidio. Non voglio che una persona alla quale sembra non interessi nulla di me, che non mi ha allevato con l'interesse che un genitore dovrebbe avere per una figlia, che mi reputi più come una persona senza sentimenti, mi tocchi. Solo ora posso vedere la persona che realmente é. Tutto si sta sgretolando nelle mie mani, le loro finte maschere comprese. Maschere che io stessa ho creato per il troppo amore che ho sempre provato per loro.
Ho sempre saputo di essere diversa, lo notavo in ogni cosa, ma non credevo che per diversa sarei arrivata a tanto.
Sibilla non c'è più, a nemmeno metà discorso se ne è andata tutta tremolante.
"Lucy, non odiarmi, non odiarci"
Prova ad avvicinarsi ma prontamente mi allontano.
"Stai chiedendo troppo" sussurro col respiro che va man mano a mancarmi.
Dopo dei minuti silenziosi passati a guardarci negli occhi lui è il primo a distogliere lo sguardo perciò non mi rimane altro che andarmene perché, ora come ora, è tutto ciò che voglio.
Salgo le scale in modo frettoloso, prendo un borsone e prendo le poche cose necessarie e poi torno di sotto.
"Oh mio dio Lucy cosa fai?"
Mamma va completamente in panico.
"Metti tutto immediatamente a posto"
"Garth lo sai che dovrei portarla con me, a maggior ragione ora che le sue capacità si sono risvegliate. È già stato fin troppo bello che il Consiglio ve l'abbia lasciata per così tanto tempo"
"Non me ne importa proprio nulla. É mia figlia e mia figlia rimarrà qua. Intesi?"
É talmente infuriato che la sua faccia é di un rosso violaceo.
"Sono io che decido oramai. Ho quasi diciotto anni e sono autosufficiente. Ti assicuro che il mio desiderio più grande é andarmene da questa maledetta casa"
"Oh no signor-"
"E invece si papà - ed ora gioco la mia carta vincente - come lo spieghi a chi di dovere che non mi reco nell'altro mondo perché tu non vuoi? Potrò sapere poco o meglio nulla, ma non credo che tu possa opponerti a questa cosa"
Non parla più perché sa che ho assolutamente ragione, semplicemente si avvicina e mi da una sberla sulla guancia, che precedentemente mi aveva risparmiato e poi se ne va. Provo solo schifo. Pochissime volte nella mia vita sono stata picchiata ed ora mi sento solo umiliata. Schifo per mia madre che ora sembra sottomessa a papà, schifo per lui, schifo per me stessa che ho sempre creduto a persone insulse e finte.
Prendo la mia borsa e mi dirigo verso la porta.
Garth é sul divano ma non alza nemmeno la testa verso di me. Mamma mi guarda con delusione e gli occhi rossi senza spiaccicare una singola parola e Davis mi segue sempre in silenzio.
Quando mi trovo di fronte alla porta mi giro e li guardo con diffidenza.
"Cosa è Marcy?"
"Non si sa bene per ora ma sembra un'Elementares dell'acqua" sussurra Sibilla con un debole e triste sorriso sulle labbra.
E, dopo ciò, esco senza più parlare ne guardare nessuno, seguita da Davis.
Una volta chiusa quella maledetta porta alle spalle mi assale una nausea e un mal di testa dovuto alla stanchezza, alla confusione, alla spossatezza ed a tutto il resto.
Guardo dritto davanti a me e sento che ora sto davvero cambiando, i miei piani e la mia vita stessa sono stati stravolti ma va bene così. Sono felice ricominciare costruendo qualcosa di solido su cui poter camminare e vivere la mia vera vita. So anche che mi mancherà la mia piccola Marcy, alla fine lei non ha nessunissima colpa. Guardo verso la casa dei vicini e mi viene l'istinto di andarla a salutare ma poi ci ripenso, sarebbe tutto più difficile.
Con un ultimo sospiro, mi dirigo verso la moto parcheggiata nel vialetto, con Davis, zitto, alle mie spalle.

-

L'immagine sopra è la casa di Lucy

Lucy - L'ImperatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora