Capitolo 8

7 1 3
                                    

Il corridoio mi sembra infinitamente lungo, troppo per i miei gusti, gusti di una perfetta vincitrice delle olimpiadi della pigrizia.
"Già stanca principessina?"
"Ti ho già detto di non chiamarmi così"
Ride.
"Non fa ridere, proprio per niente"
"Questo è quello che pensi tu" sogghigna.
Nel frattempo raggiungiamo una stanza ampia e ben illuminata.
"Sembrerà strano ma anche qua esistono degli ascensori, per tua grande fortuna"
"Fantastico" esclamo entusiasta.
Mentre aspettiamo l'ascensore Davis comincia a spiegarmi qualcosa.
"Non spaventarti del capo, può sembrare malvagio ma sotto sotto é un uomo molto gentile e con te lo sarà il doppio, sei il suo gioellino. È abbastanza severo ma se ascolti ciò che dice non avrai nessun tipo di problema"
Entriamo e schiaccia dei strani bottoni, contrassegnati da quelli che sembrano segni, non dopo aver passato la tessera.
"Perché quella?" chiedo segnandola.
"Spiegandola in breve non per tutti è accessibile ogni parte del castello. La gente al di fuori delle mura spesso ha cercato di infiltrarsi e creare problemi quindi sono state date queste speciali tesserine ai generali e altre poche persone"
"Generale? Sei un generale?"
"Così dicono" fa un sorrisino con il quale compare una piccola fossetta che subito schiaccio col mio dito.
"Una fossettaaaa" urlo come una bambina. Davis si tira indietro schifato e poi le porte dell'ascensore finalmente si aprono.
"Seguimi"
Alzo gli occhi al cielo per l'ovvietà della cosa, dove vuole che vada?
Dopo altri corridoi, altre svolte e altre mille scale giungiamo di fronte ad una porta con il pomello oro aperta. Entra e mi fa accomodare. Un'ampia e lunga scrivania di mogano regna al c'entro della stanza, circondata da molteplici sedie. Dietro di essa una parete è completamente formata da vetri, costituendo una vista meravigliosa del paesaggio. Oltre ciò la stanza è spoglia in proporzione alla sua grandezza; una maestosa libreria mezza vuota, qualche quadro, un mobile e, nell'angolino una piccola porta di legno rovinato, quasi del tutto nascosta dal mobile. Mentre mi guardo attorno due occhietti furbi furbi di un vecchietto coi capelli bianchi dall'aria vispa ma severa mi bloccano. Dev'essere lui il grande capo.
"Emh...io..."
"Tranquilla, per le presentazioni avremo tutto il tempo a disposizione un giorno, ma ora il tempo non lo abbiamo, io so chi sei e tu presumo che sappia chi io sia quindi questo basta.
So che hai ancora molto da scoprire e imparare, giusto?"
Annuisco.
"Per oggi preferisco che tu faccia il giro del castello e che, con l'aiuto di Davis, capisca più o meno l'organizzazione e le cose principali. Domani inizierai la parte pratica"
Detto ciò si siede sulla sua poltrona congedandoci.
Troppo veloce, tanto che, quando esco mi sento svenire.
"Tutto okay?" chiede Davis.
"Emh si, credevo fosse un incontro un po' più lungo"
"Ci farai l'abitudine. Con tutto ciò che deve fare e programmare è sempre di fretta"

-

Passammo tutto il pomeriggio girando per il castello e mi resi conto che è enorme. Ho visitato una stanza con tutti i ritratti dei predecessori del capo e poche altre persone particolarmente importanti, cosa che mi ha fatto subito venire nostalgia di casa. Ho potuto vedere un meraviglioso giardino interno, varie stanze per incontri e quant'altro, il piano delle camere da letto delle persone che vivono all'interno del castello, non contando il capo che ha un piano tutto suo e la servitù, la mensa, una fantastica biblioteca che ho già iniziato ad amare, alcune gigantesche palestre e, per non farsi mancare nulla, una piscina.
Davis mi ha spiegato a grandi linee come funziona Endowent e ne sono davvero stupita.
È divisa principalmente in 4 sezioni.
Sezione 1, Elementares.
Sezione 2, Bilimentares.
Sezione 3, Trilimentares.
Sezione 4, il resto della popolazione al di fuori delle mura. Questa è la parte povera, principalmente persone uscite dal carcere oppure che hanno creato problemi e quindi sono state bandite, una specie di punizione che però ricadrà anche sui figli dei figli e così via.
Poi ci sarebbe un'altra Sezione, diciamo particolare, che sarebbero le persone che vivono all'interno del castello come Davis e il capo, ma non viene del tutto ritenuta tale, loro si occupano di gestire ogni cosa ad esempio la scuola, gli allenamenti, l'ordine.
Mi ha spiegato che purtroppo le regole sono molto dure sia da far applicare che da seguire. Non sono permessi matrimoni tra le varie Sezioni, ognuno ha degli orari settimanali per allenarsi, sia bambini che adulti, la scelta del lavoro da intraprendere non è personale ma, in base ha dei test intellettivi e fisici, gli operatori del castello, che sarebbe più o meno paragonato allo stato,
attribuiscono una carriera lavorativa; insomma, le leggi sono molto dure e per ogni minimo sgarro c'è la la prigione o addirittura la pena di morte.
Davis dice che lo si fa per salvaguardare la vita, anche se non ne sono pienamente d'accordo.
In più, da ciò che ho capito il capo è davvero impegnato al massimo, oltre alle rivolte da parte della quarta Sezione, in una parte lontana del mondo parallelo, nemmeno più ritenuta Endowent, sorge un misterioso castello di quelli che comunemente chiameremmo 'i cattivi'. Il loro scopo è quello di tornare sul pianeta Terra e sopprimere gli umani a causa di tutto ciò che nell'antichità hanno fatto riiniziando a governare. Inizialmente era soltanto un piccolo gruppo di ribelli che si era distaccato, ma col passare del tempo è sorto un vero e proprio Impero. Soprattutto molte persone della Sezione 4, per carestia, fame, disgrazie e altro, si alleano con loro col patto di avere una nuova vita. Alcune volte capita che ci siano degli scontri dovuti ai loro attacchi. Infatti, seppur dopo tutto ciò che è successo anni indietro, Endowent in generale non vorrebbe estinguere la razza umana, ma semplicemente continuare a vivere in questa parte parallela nella massima pace e tranquillità.
Questo è più o meno il riassunto di ciò che mi ha detto.
Dopo aver programmato la giornata successiva, Davis mi accompagna nella mia nuova camera avvisandomi che per quella sera la cena mi sarebbe stata portata direttamente lì.

La camera è spettacolare, ampia, moderna e ben illuminata, ma la cosa che amo di più è la vista,
un piccolo balconcino si affaccia sul giardino interno.
Poco dopo mi addormento sul soffice letto a baldacchino.

-

Sono immersa tranquillamente nel mio fantastico sogno quando un forte bussare mi risveglia scombussolandomi tutta. Quando apro gli occhi un'alta figura, che riconosco come quella di Davis, mi sovrasta completamente.
"Alzati" batte forte le mani.
"Ma è ancora presto" mi lamento stropicciandomi gli occhi come una bambina.
"Sono già le 6.30"
"Cosa?" gracchio con la bocca impastata.
"Alle 7 in mensa, ti aspetto là" detto ciò se ne va tutto tranquillo. Ma gli sembra il caso? Le 6.30? Questa cosa sarà assolutamente da chiarire.
Poco dopo mi alzo, mi lavo e indossando dei comodi leggins e una semplice maglia bianca, trovati nel mio nuovo armadio.
Quando esco dalla stanza mi accorgo che non so minimamente come fare ad arrivare alla mensa, ho visto talmente tante cose che è stato praticamente impossibile ricordare tutto, a momenti nemmeno so in che piano mi trovo!
Mi dirigo verso quello che mi sembra sia la parte per l'ascensore, ma poi decido di prendere le scale.
Scendo un po' di rampe e poi, incerta, mi fermo e inizio a guardami attorno sperando di riconoscere qualcosa di vagamente famigliare. Sto per tornare indietro quando delle voci alte, forse anche troppo, attirano la mia attenzione. Pensando che sia la mensa seguo le voci ma più mia avvicino più mi rendo conto le due persone stanno litigando animatamente e, curiosa, al posto di tornare indietro, proseguo. Sono poco distante quando una mano mi afferra il braccio facendomi fare un urletto che io stessa cerco di soffocare con la mano.
"Signorina non le è permesso stare qua, a meno che non sia stato il capo stesso ad invitarla, ma non credo proprio vedendo il modo in cui si aggirava"
Una ragazzina poco più grande di me, vestita con un completo da cameriera, porta su un vassoio due tazze di thè fumanti.
"Oh...io..."
"La prego di andarsene o sarò costretta a riferire tutto al capo"
Questa cosa non mi sembra promiscua perciò annuisco.
"Sa percaso dove si trova la mensa?"
"Al piano di sotto signorina. Arrivederci e buona giornata"
Mi giro e correndo raggiungo il piano più di sotto. Mi da fastidio che tutti chiamino il capo appunto capo, ma non ha un nome?
"In ritardo di ben - guarda l'orologio con un sopracciglio alzato - 15 minuti" dice Davis spaventandomi.
"Non ricordavo dove fosse" sussurro imbarazzata ma non sembra farci molto caso.
"Mangia a sufficienza perché oggi iniziamo l'allenamento. Quello serio"
Senza repliche mi siedo e, felicemente, mi azzuffo sul cibo.

Lucy - L'ImperatriceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora