Per tutto il viaggio non ho pensato a nulla e non ho fatto niente.
So solo che sono molte ore che viaggiamo e il sole é ormai scomparso.
La moto rallenta fino a fermarsi ai piedi di un bosco. Non so dove siamo e poco mi interessa. Non so nemmeno come mai ho preso la decisione di andarmene con lui; chi mi assicura che non sia come i miei genitori, alla fine di lui non so nulla, o meglio, non so nulla di tutto questo, quindi tanto vale.
Scende e mi fa cenno di seguirlo verso il bosco.
"Come scusa? Io li dentro non ci vado. È notte, c'è buio e dio solo sa in cosa potremmo avventurarci"
Lui sogghigna divertito.
"Cosa c'é da ridere scusa?"
"Nulla, nulla. Solo che hai un caratterino e poi sembra che tu abbia paura del buio"
Colpita e affondata. Sto zitta e lo fisso in quegli occhi tanto belli quanto glaciali.
"No aspetta... tu hai seriamente paura del buio"
"Non fa ridere"
Si, ho paura del buio, anzi, si può dire che ne ho il terrore.
Se quello che ricordo non è frutto della magia, da piccola ho avuto vere e proprie crisi di panico per colpa del buio.
"Dovresti avere paura di me, che nemmeno mi conosci, ma del buio proprio non me l'aspettavo"
Ha ragione eppure lo trovo stronzo ma non cattivo.
"Sta di fatto che io non ci voglio venire"
Mi sento stupida, ho fatto tanto la grande nell'abbandonare casa e poi mi sento bloccata da un bosco che dovrebbe portarmi ad una meta a me ancora sconosciuta. Però non ho mai messo in dubbio il fatto che tutto fosse una bugia perché quello me lo sento dentro, é come se sentissi ciò che è vero e ciò che non lo è.
"Dai ti prego non farmi incazzare per nulla" sbuffa tirandosi le punte dei capelli.
Lo trovo estremamente attraente.
Non rispondo nemmeno ma mi siedo a terra accanto alla moto.
"Oh santo cielo non fare la bambina"
Lo guardo accigliata.
"Non sono una bambina"
"Con quel broncio lo sembri"
Poi fa una di quei sorrisino sghembi nel quale si intravede una piccola fossetta sul lato sinistro. Ne rimango incantata.
"Ci sei?"
Mi spavento quando noto una mano gigante che viene sventolata ad un palmo dal mio naso.
"Sisi"
E per l'imbarazzo senza pensarci scosto la sua mano e mi alzo in fretta e furia dirigendomi verso il bosco con le braccia incrociate al petto e il viso sicuramente tutto rosso rivolto verso terra.
"Stai andando dalla parte opposta"
Alzo la testa e mi ritrovo di fronte ad un tronco di un albero.
Bene, che bella figura di merda.
"Da questa parte"
E così lo seguo senza fiatare per un bel po'.
"Ma la mia borsa e la moto le lasciamo là?"
"Si certo, verranno a prenderle"
"Chi?"
"Stai un po' zitta Lucy"
Ad accompagnarci abbiamo la luce della luna che però è lieve perché coperta quasi interamente dalle nuvole e una piccola fiamma traballante che parte dalla mano destra e si allunga per una ventina di centimetri. Inizialmente la fissavo in modo del tutto strabiliante, poi ci ho fatto l'abitudine.
"Ma non ti scotti?"
"Dovrei?"
"Questo dovresti dirmelo tu"
Ma non mi risponde, proprio come le restanti volte successive quindi mi zittisco nuovamente.
Camminiamo per più di due ore continue, senza mai fermarci, in più un suo passo é il doppio del mio e quindi mi tocca correre per poterlo seguire senza perdermi. Sono stanca morta e mi reggo in piedi a fatica eppure non mi lamento.
La fiamma, dopo un colpo di vento particolarmente forte, si spegne e la figura a pochi passi da me si mimetizza col buio.
Lancio un grido strozzato sentendomi in trappola.
"D-Davis"
Inizialmente è solo un sussurro, ma, quando nessuno mi risponde, diventa un vero e proprio rimbombo tra gli alberi di quel bosco tanto bello quanto inquietante.
Cammino a passo spedito nella direzione in cui stavamo procedendo, fregandome del dolore che fino a poco prima assopiva tutto il mio corpo.
Ovviamente la mia goffaggine non mi lascia mai sola, nemmeno nei momenti meno opportuni, così mi ritrovo ad inciampare in una grossa radice che fuoriesce da terra e cadere come un sacco di patate sul terreno umido e fangoso.
"Cazzo" parlo tra me e me.
Poi inizio a piangere, come se tutte le lacrime versate in questi pochi giorni non bastassero mai. Ho terrore del buio, direi la mia paura più grande e ovviamente dove mi ritrovo? In un bosco disperso chissà dove con una persona che nemmeno conosco e che nemmeno trovo, al buio; perfetto.
Non faccio nemmeno in tempo a versare le mie prime lacrime di disperazione che accanto a me, ancora inginocchiata a terra, all'altezza dell'orecchio sento uno sghignazzio e la piccola fiamma accendersi. Faccio un balzo all'indietro tenendomi una mano sul cuore dallo spavento. Credo morirò di crepacuore.
La faccia poco illuminata di Davis é a due dita dalla mia con quel solito sorrisino sghembo. Si alza e mi porge la mano che non accetto alzandomi da sola, non sono ancora del tutto in piedi e stabile quando il piede si sposta verso una zona particolarmente scivolosa e sto per cadere nuovamente quando la sua mano afferra con forza il mio avambraccio e mi tira verso di lui senza alcuno sforzo. Vado a sbattere contro il suo petto duro facendomi male alla testa.
"Sei una cosa impressionabile. Non ti si può lasciare da sola un minuto che potresti causare la fine del mondo con la tua irresponsabilità e stupidità"
Mi sgrida con aria dura mentre tiene la mano con la fiamma ad una lontanza di sicurezza da noi.
Apro di poco la bocca stupita dalla sua affermazione. Alla fin fine é stato lui che mi ha lasciato vagare d sola in questo posto a me sconosciuto sapendo la mia paura per il buio.
"Ti ricordo che tu stesso mi hai lasciato sola" gli dico con rabbia, allontanandomi e puntando il dito sulla suo addome.
"Mi hai sporcato di fango" dice schifato senza nemmeno calcolarmi.
Si rigira e continua a camminare indifferente. É davvero insopportabile il suo comportamento infantile.
"Scusa ma come mai mi hai lasciato da sola?"
Arranco a fatica dietro di lui che ha aumentato ancor di più la sua camminata.
"Non so chi tu sia perché io debba darti spiegazioni"
Poi mi viene un flash.
"Sono un'Imperatrice, l'ultima per la precisione" mi impongo.
Lui prende a ridere di gusto.
"Ma ti prego non farmi ridere, nemmeno tu sai cosa sei e appena lo saprai ti assicuro che avresti preferito rimanerne allo scuro"Camminiamo ancora poco in silenzio e sono talmente arrabbiata che è come se mi desse adrenalina quindi non mi sento più così stanca.
Arriviamo con una certa difficoltà in una radura circondata dalla folta vegetazione oscura. É uno spazio grandissimo poco illuminato dalla luna, dove le ombre degli alberi si allungano sul terreno piano. Qua e lá posso intravedere dei cespugli solitari e, esattamente nel centro, l'erba verdeggiante non è presente, é come se in quel preciso punto fosse stata bruciata.
"Allontanati Lucy"
"Come?"
Si gira e mi spinge indietro di qualche mentro. Lo guardo mentre si avvicina al centro abbassando la testa e sussurrando qualcosa a me incomprensibile sia per la distanza che per la lingua.
Poi su tutta la radura inizia a formasi un vento veloce che alza le poche foglie già cadute dagli alberi. Infatti siamo ad inizio autunno ma la temperatura fortunatamente è ancora alta.
Esattamente sul terreno spoglio d'erba si forma un cerchio più schiacciato ai lati, delimitato dal fuoco. Infine all'interno di esso appare dell'acqua che riflette il posto circondate. Tutto rimane perfettamente in piedi senza mai cedere.
Faccio qualche passo indietro stupita e impaurita nello stesso momento. Non posso negare a me stessa l'evidenza, non posso nemmeno negare che ciò che mi aspetta in fondo mi mette una certa soggezione.
Nel frattempo Davis non si è mosso di un millimetro dal posto occupato precedentemente, come se il tutto non gli facesse nessun effetto talmente è abituato, e forse è proprio così. Si gira e mi guarda da lontano, poi si avvicina. I capelli ora gli svolazzano come indemoniati a causa del vento. Quando è ormai ad un palmo dalla mia figura che cerca invano di indietreggiare, mi prende la mano delicatamente.
La sua, calda, a contatto con la mia, fredda; mi assale un brivido più forte di quelli precedenti.
Inizia a camminare verso quello che potrebbe assomigliare vagamente ad uno specchio con me alle sue spalle. Arrivati davanti ad esso il vento sembra essersi attuito.
"Dobbiamo entrare" mi avverte Davis.
"C-come?"
Sono terrorizzata.
"È un Portale. Serve per teletrasportarci nell'altra dimensione"
"Io non ci voglio passare"
Cerco di togliere la sua mano che stringe forte la mia, come se già all'inizio avesse intuito ciò che avrei pensato di fare.
"Invece devi"
"Smettila di darmi ord-"
Mi blocca bruscamente attirandomi verso il suo petto solido, ma non faccio nemmeno in tempo a capire il tutto che Davis si butta a capofitto, stringendomi a se con tanta forza da bloccarmi il respiro, ma allo stesso tempo facendomi sentire protetta.
Lancio un urletto di sorpresa che però non finisce perché un momento dopo non sento più nulla.
Un secondo dopo ancora e tutto diventa estremamente buio.******
( _quando Davis si allontanò_ )Davis, sapendo la fobia di Lucy si allontana velocemente da lei lasciandola al buio. Conosce talmente bene quel bosco che per lui non é difficile allontanarsi silenziosamente il più possibile e in fretta.
"È qua, adesso la sto portando ad Endowent, nelle mura"
"Perfetto Davis, hai fatto un ottimo lavoro. Sapevo di potermi fidare di te figliolo. Stai attento"
Una volta attaccato ritorna velocemente da lei.******
-
Nell'immagine sopra il Portale creato da Davis.
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Lucy - L'Imperatrice
FantastikLucy ha solo 17 anni quando si ritrova alla scoperta di un'altro mondo, a lei sconosciuto. Inizialmente e apparentemente si potrà fidare solo di Davis, un ragazzo dal cuore forgiato dall'odio. In questo mondo l'umanità non esiste e Lucy dovrà rispec...