Sento dell'aria fresca farmi svolazzare i capelli sul volto dandomi un fastidio allucinante. Infatti cerco in tutti i modi di toglierli freneticamente dalla faccia, perché dove mi trovo ora è davvero bello, sono in una specie di dormi-veglia dal quale preferirei non svegliarmi.
"Principessina é ora di svegliarsi"
La voce roca e fastidiosa di Davis é vicina all'orecchio, troppo vicina, tanto che il suo sospiro arriva fino alla mia pelle, facendola riempire di brividi.
"Mmmh"
Mi giro dalla parte opposta a lui. Poi penso a tutto per bene.
Dove mi trovo?
Apro velocemente gli occhi, obbligati, subito dopo ad essere richiusi a causa della luce abbagliante del sole.
Apro nuovamente gli occhi abituandomi alla luce.
La prima cosa che vedo é l'alba. Sfumature di rosso e arancio dipingono il cielo, come se questo fosse una tela bianca. Il sole sorge come una palla infuocata dietro le montagne. Dopo aver ammirato quello spettacolo abbasso il mio campo visivo guardandomi attorno. Come prima cosa noto che sono straita sul manto morbido di un prato dove regna bellemente la mia figura in posizione fetale, quindi stavo sicuramente dormendo. Al mio lato c'é una stradina sterrata che scende per la collina, stringendosi man mano e raggiungendo delle alte mura grige. Non riesco a vedere altro se non alcune torrette di guardia e all'interno di esse,da dove sono, posso scorgere una cima appuntita di quello che sembrerebbe un castello medievale. Rimango a bocca aperta. Capisco di essere nel mondo parallero perché sono certa che nel mondo terrestre non potrebbe esistere tutta questa bellezza.
"Principessina dobbiamo andare"
Ancora la voce di Davis.
Mi giro e me lo ritrovo ad un palmo dal viso. Sono talmente incatenata ai suoi splendidi occhi che nemmeno mi accorgo dell'estrema vicinanza. Poi la sua risata mi fa tornare in me.
"Sei arrossita"
"Non é vero, é che fa davvero molto caldo" sussurro imbarazzata sventilando le mani vicino alla faccia sperando di alleviare il rossore, ma lui continua imperterrito a ridere.
Mi alzo con un balzo e inizio a muovermi in modo circolare.
"Dove dobbiamo andare? Perché non resteremo qua vero?"
Ride ancora e poi si alza.
"Per di qua"
Camminiamo sotto i colori estivi dell'alba, seppur notando che l'autunno é arrivato anche qua.
Scendiamo dalla collina ripida avvicinandoci sempre più alle mura che sembrano man mano più possenti e rigide.
"Davis..."
"Mmmh"
"Ma cosa è successo dopo che hai creato quel coso?"
"Quello che tu chiamo coso é un Portale che permette il passaggio da una dimensione all'altra. Comunque nulla. Nell'attraversarlo sei svenuta proprio tra le mie braccia principessina"
"Basta chiamarmi principessina"
"In ogni caso è normale lo svenimento durante le prime volte, il tuo corpo non é abituato. Dopodiché ti ho lasciato dormire"
"Là sopra?" segno con un dito un punto dietro di noi.
"Si, proprio dove ti sei svegliata"
Camminiamo in silenzio fino a quando riesco a scorgere piccole case di legno attorno alle mura e adulti che occorrono a sistemare dei banchetti che si affacciano sul vialetto.
Non saranno nemmeno le 7 del mattino eppure il posto é già gremito di persone e ragazzi che giocano. Il tutto é alquanto bello tanto quanto povero. Lo si può notare dalle casupole diroccate, dai bambini fin troppo magri e scalzi che giocano con un pallone mezzo sgonfio, dai vestiti di tutti mal ridotti, da anziani che si sporgono nel vialetto in cerca di elemosina, da giovani che si incamminano svogliatamente per la vietta con strumenti da lavoro e da un cane scarno in cerca di cibo nei cassonetti della spazzatura. Mentro osservo tutte queste piccolezze mi accorgo che abbiamo abbandonto del tutto la collina vergeggiante e ci siamo inoltrati nel paese.
"Benvenuta a Endowent" urla Davis per sovrastare il rumore del movimento alzando le mani verso il cielo.
Finalmente lascia la posizione davanti a me e mi viene accanto. Ora la camminata sembra essere diventata per lo più una normalissima passeggiata.
"Oggi é Giovedì, giorno di mercato" mi spiega vedendo il modo in cui mi guardo attorno.
"Quella è la locanda con la birra più buona di tutta Endowent"
"Grazie per l'informazione" dico ridendo.
Mentre cammino sento una mano afferrarmi i pantaloni cercando di fermarmi. Un povero vecchietto si allunga verso di me con un cappello bucato in cerca di elemosina; non riesco nemmeno a parlare che una mano spinge con egoismo il cappello dell'anziano facendolo cadere a terra e spargere le poche monetine contenute. Mi accorgo che quella mano appartiene a Davis. Arrabbiata e mortificata verso l'anziano per abbasso e cerco di raccogliere le monete.
"Lucy non fare sciocchezze, alzati e muoviti"
Quando non rispondo mi afferra per un braccio e mi fa alzare forzatamente.
Intanto il vecchio ha gli occhi sgranati fissi sul viso di Davis.
"M-m scusi signor-"
Non gli fa finire di parlare che mi trascina il più lontano possibile da lui mentre cerco invano di liberarmi dalla sua presa ferrea.
Come può una persona comportarsi in questo modo nei confronti di un pover uomo, io proprio non capisco.
"Non farlo mai più - mi sgrida con severità - non è sicuro parlare con degli sconosciuti soprattutto se si tratta di persone all'infuori delle mura"
"Sei una persona orribile"
Piango e non so nemmeno io il reale motivo, se la scena in se oppure tutto il scombussolio di questi giorni.
Presto ci troviamo ai piedi delle mura e le costeggiamo. Davis è nuovamente davanti a me. Lo trovo bipolare, prima mi fa ridere e un minuto dopo mi fa piangere col suo comportamento egoistico. Giuro di non aver mai pianto tanto quanto quest'ultimo periodo, e io odio sentirmi e farmi vedere debole.
Camminando affianco alle mura arriviamo ad un alto portone di ferro battutto presidiato da alcune guardie immobili, mettono addirittura soggezione, ma Davis sanza alcun timore si mette di fronte a loro.
Tira fuori dalla tasca dei pantaloni neri una tesserina oro che viene osservata attentamente dalle guardie, infine queste aprono il portone.
"Benvenuto General Davis"
"Generale?" sussurro a me stessa, ma Davis, sentendomi,mi schiocca un'occhiata di superiorità. Presuntuoso.
Tutte le guardie si dispongono in fila in modo da creare uno stretto corridoio.
Sgrano gli occhi quando lo vedo proseguire all'interno a testa alta e sicuro di se stesso. Mi affretto a correre seguedolo a testa bassa.
Quando il portone viene chiuso alle nostre spalle di fronte a me si staglia una vista meravigliosa. Un castello medievale si innalza verso il cielo. Delle altre guardie aprono un portoncino più piccolo di quello precedente che porta ad una sala del castello.
L'interno é ancor più spettacolare dell'esterno.
Una sala a tre navate divise da delle colonne si estende per lungo. Sul soffitto sono presenti degli affreschi mentre per terra si trovano delle mattonelle che fanno intuire la storia millenaria di questo posto. La navata centrale è completamente libera e si estende fino ad un piccolo altare sul quale regna un trono gigantesco color oro, circondato da rose di ferro battutto che si estendono per alcuni metri da ogni lato della seduta. Davis fa qualche passo avanti e posso sentire il rimbombo delle sue scarpe.
Poi noto una cosa a dir poco spettacolare. Nelle navate laterali su dei ripiani in marmo si trovano dei maestosi draghi di ogni tipo di aspetto. Dalle uova a degli esemplari adulti. Potrebbero persino sembrare veri. Mi avvicino affascinata come se queste statue mi chiamassero. Nemmeno il tempo di alzare una mano verso la prima figura che vengo spinta all'indietro.
"Non provarci mai più Lucy" ringhia Davis fissandomi con occhi truci.
"C-come mai?"
Inizia a camminare lungo la navata perciò mi affretto a seguirlo ancora in trance.
"Ognuna di queste statue contiene le ossa del drago raffigurato, sono le uniche trovate e quindi appartengono al più grande tesoro di ogni tempo. Sono talmente rare, preziose che le poche streghe rimaste rinnovano di anno in anno un incantesino di protezione. Toccandole avresti potuto morire fulminata"
"Avresti?"
"Solamente un Dominatore di draghi potrebbe toccarle proprio come potrebbe toccare un drago reale, ma dato che i Dominatori si sono estinti da anni e anni sarebbe meglio che non ti avvicinassi dato che non lo sei"
Rimango a bocca aperta. Poi si ferma all'ultima statua.
"Questo è Zeus" dice indicandolo.
"Che?"
"Zeus si dice sia il drago più potente mai esistito. Il suo Dominatore è stato il primo fra tutti a riuscire a dominare un drago, infatti si pensa che proprio Zeus sia stato il primo drago vissuto"
"Wow"
Guardo attenatamente la statua e sembra di rivedere il drago della visione/sogno.
"Lucy" mi chiama Davis sventolandomi la mano ad un palmo dal naso.
"Dimmi" dico scuotendo la testa.
"Andiamo, il capo vorrebbe vederti e hai ancora molte cose da vedere, oltre quelle da sapere. Questa è solo la sala raggiungibile dai cittadini per poter esporre i problemi col capo, ovvero la stanza principale e l'entrata"
"Ma se quelle statue non si possono toccare a causa della protezione oppure si morirebbe come mai vengono lasciate a così tanta portata di mano da persone che accedono a questa stanza?"
"Giusta osservazione piccola Lucy - sorride beffardo - le persone lo sanno, poi sono affari loro se vogliono tentarci. C'era un periodo in cui accadeva spesso che le persone provassero a toccarle credendosi Dominatori. Ovviamente questo non ha portato a nulla di buono e la gente, finalmente, decise di smettere di provare perché sapeva che intanto sarebbe morta"
Sale gli scalini dell'altare e raggira il trono. Nella penombra si trova un'altra porta. Davis passa la tessera oro in un apposito macchinario e questa, cigolando, si apre su un lungo corridoio.
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Lucy - L'Imperatrice
FantasyLucy ha solo 17 anni quando si ritrova alla scoperta di un'altro mondo, a lei sconosciuto. Inizialmente e apparentemente si potrà fidare solo di Davis, un ragazzo dal cuore forgiato dall'odio. In questo mondo l'umanità non esiste e Lucy dovrà rispec...