✖ One ✖

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Nella piccola cittadina di Doncaster, tutti conoscevano Louis Tomlinson.

E tutti sapevano che era pericoloso.

Ed in fondo avevano ragione. Louis era conosciuto per le sue risse che mandavano, spesso, mandavano il povero mal capitato in ospedale  con qualche costa o il setto nasale rotti, per il fatto che ogni tanto fumasse erba e per il fatto di non essere un ragazzo da storie serie.

A Louis non importava ciò che pensassero di lui, se lo lasciava scivolare addosso, anche se qualche volta, sentendo commenti poco appropriati sulla sua sessualità, volavano pugni in ogni dove.

Perché si. Louis era Gay fino al midollo anche se non lo dimostrava.

Quando quella mattina arrivò a scuola con la sua adorata moto, sentì gli occhi di tutti addosso. Tutto normale.

"Louis!" si sentì chiamare "Louis il preside ti cerca!" lo avvisò Charly, la bidella. Lui annuí e la ringraziò prima di dirigersi nell'ufficio del preside sotto commenti del tipo 'Che avrà fatto?' 'Secondo me lo espellono.' 'Avranno trovato della droga da qualche parte?'

Aprì la porta senza neanche bussare e si ritrovò due paia di occhi a fissarlo.

"Buon giorno Louis." disse il preside "Questo è Harry. Lo porterai a fare il giro della scuola e lo accompagnerai nelle sue classi. Chiaro?" ordinò e Louis annuì mandandolo bellamente a quel paese nella sua testa. Non ci teneva ad essere bocciato ancora. No grazie.

Uscì da lì con al seguito una massa di capelli ricci, ebbe solo in quel momento l'opportunità di vedere in volto il nuovo arrivato.

Che visione erotica era quella? Labbra rosse e piene che sembravano succose come delle ciliege, occhi verdi innocenti come quelli di un bambino e ricci scuri da poter stringere e tirare a letto.

Gli azzurri di Louis si scurirono al pensiero di quello che avrebbe potuto fare con quel ragazzino, e si leccò istintivamente le labbra.

Poi gli fece cenno di seguirlo.

"Hey" lo chiamò il riccio "io sono Harry Styles, posso sapere il tuo nome?" chiese e...Dio santo. La sua voce era così dannatamente roca e sexy. Chissá come sarebbe suonata da eccitato. Louis stava per sbatterselo contro gli armadietti. Non ce l'avrebbe fatta.

"Louis Tomlinson." rispose senza guardarlo.

"Oh sembri più grande di tutti quelli di quinto. Quanti anni hai? Io quasi 17." Cristo Santo era un bambino. E Louis non poteva immaginarsi di venire dentro di lui.

"Ne ho quasi venti. Sono stato bocciato in seconda."

"Oh e..." ma il riccio fu interrotto.

"Ma che cos'è un interrogatorio questo? Senti. Non so che idee ti sei fatto. Ma io e te non saremo amici." rispose freddo. Nella sua voce il gelo, ma il ragazzino non sembrò per nulla turbato. Aggrottò solo le sopracciglia confuso, restando in silenzio.

Louis gli mostrò tutta la scuola e poi lo accompagnò davanti la sua classe.

Però lo zaino di Harry finì a terra ed il riccio dovette piegarsi in avanti per raccoglierlo. Rimanendo volgarmente a 90 direttamente davanti a Louis che trattenne il respiro. I loro bacini che quasi si toccavano.

Gli occhi si fermarono sul sedere piccolo tondo e sodo del ragazzino, cazzo, era già semi eccitato.

Si allontanò velocemente con il respiro pesante e quando Harry si rialzò si era già incamminato verso la sua classe. Sentì solo il ragazzino salutarlo e dirgli che si sarebbero visti a mensa, prima che la campanella suonasse e lui entrasse nell'aula.

La prima ora con la O'Malley. La giornata non poteva cominciare meglio.

Vi chiederete, come mai?

La professoressa in questione, di soli 29 anni, ci provava con Louis da quando era entrata nella scuola ed il ragazzo dagli occhi azzurri non ce la faceva più. Doveva urlarle in faccia che gli piaceva il cazzo?

"Buongiorno ragazzi. Tomlinson." salutò sbattendo le ciglia civettuola in direzione di Louis, che alzò gli occhi al cielo mentalmente, ricambiando però il saluto, continuando a scarabocchiare sul banco.

La lezione cominciò subito dopo, Louis era seduto al suo solito posto in fondo, da solo ovviamente.

"Tomlinson! Psst Tomlinson!"

"Che vuoi Martinez?" rispose quasi ringhiando, girandosi di lato.

Melanie Martinez. Capelli corti colorati per metà di blu e per metà di nero e septum, bocciata anche lei.

"A cuccia Tomlinson mi serve solo una matita." rispose lei allo stesso modo sgarbato. Vi ho detto che era l'unica che sembrasse non avere paura di Louis? No?

Louis le lanciò la matita senza neanche guardarla e sentì un 'vaffanculo, Tomlinson' da parte della ragazza, ma non se ne curò.

Le ore passarono in fretta e Louis si ritrovò in mensa seduto al suo tavolo. Da solo.

Si accese una sigaretta, e nessuno si stupì, ormai ci avevano rinunciato, anche il preside, nonostante le minacce di espulsione continuava a fumare. E perché perdere tempo? Avrebbe fatto comunque di testa sua.
 
Stava tranquillamente fumando quando sentì qualcuno sedersi di fronte a lui. E chi poteva essere se non Harry Styles? Cristo.

"Louis ehi." disse con un sorriso, ma il più grande non rispose continuando a fumare.

"Sai che quella roba ti fa male, vero?" continuò indicando la sigaretta, ma il più grande alzò un sopracciglio prendendo un tiro più lungo degli altri ed alzando la testa buttò il fumo in alto facendo ridacchiare il riccio.

"Testardo." disse scuotendo la testa e facendo muovere i ricci. Louis avrebbe voluto infilarvi le mani.

Intanto tutta la mensa stava bisbigliando curiosa. Nessuno aveva mai provato a sedersi ad tavolo di Tomlinson

Poi Louis si alzò ed uscì lanciando un'ultima occhiata al riccio, che dopo esser rimasto qualche secondo fermo lo seguì correndo, sotto lo sguardo di tutti.

Louis era arrivato in giardino, sicuro che il riccio non lo avrebbe seguito ma a quanto pare si sbagliava.

"Louis!" Cazzo. Possibile che quel ragazzino non lo lasciasse in pace?

Si girò verso Harry e lo sbatté non troppo violentemente contro l'albero a cui era appoggiato poco prima.

"Cosa cazzo vuoi da me?" gli ringhiò a pochi centimetri dal viso

"Conoscerti." rispose senza esitare il riccio.

Louis lasciò uscire una risatina amara e prese un tiro dalla sua sigaretta chiudendo gli occhi "Sono una cattiva idea, lo sai vero?" gli disse aprendo gli occhi ed inchiodandoli a quelli verdi del riccio gettandogli il fumo in faccia.

"Mi sono sempre piaciute le cattive idee." rispose il più piccolo con un sorrisino malizioso, mantenendo il contatto visivo, nonostante gli occhi gli bruciassero leggermente per via del fumo.

Bad Boy《Larry Stylinson》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora