✖Twelve✖

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Louis sorrise, guardando Harry muoversi con naturalezza in casa sua.

Stava pensando già da un po' di chiedere al più piccolo se volesse andare a vivere da lui, ma aveva paura di un rifiuto.

Il riccio stava cucinando la colazione mentre lui lo ammirava, seduto sull'isola di marmo.

"Hey Haz" lo chiamò dolcemente.

"Si Lou?" rispose l'altro senza girarsi.

"Sei bellissimo."

Ed Harry ringraziò di essere girato, o Louis avrebbe visto la sua faccia più rossa di un peperone. Si morse il labbro, nascondendo un sorriso, e continuò a cucinare.

Passarono la mattinata stravaccati sul divano, godendosi il primo giorno di quei tre mesi di libertà. Si baciano, coccolavano e facevano il solletico, felici come due bambini.

"Lou, posso farti una domanda?" chiese innocentemente il più piccolo.

"Dimmi tutto, baby cakes."

Harry prese un respiro profondo e poi lo disse. Fece quella domanda che gli prudeva sulla lingua da alcuni giorni.

"Perchè la gente a scuola ha paura di te?"

Sentì immediatamente il liscio sotto di se irrigidirsi, e pensò di averlo turbato, ma poi Louis rispose.

"Sai Harry, ho fatto cose davvero brutte, in passato. E con cose brutte intendo droga e risse. Da piccolo era davvero uno sfigato, nessun bambino voleva giocare con me, non mi parlavano e mi lasciavano solo durante la merenda, cosi quando ho iniziato a cresce e a mettere su massa muscolare ho iniziato a frequentare brutta gente, a mettere le mani addosso alle persone che mi prendevano in giro, iniziando a farmi una cattiva reputazione. Sono riuscito ad uscire da quei giri solo l'anno scorso. Ma le reputazioni non si cancellano facilmente. Infondo a stare da solo ci avevo fatto l'abitudine, non era cosi male." gli raccontò il più grande, stringedolo a se.

Harry aveva gli occhi lucidi e si strinse ancora di più al suo ragazzo.

"Io, comunque, avrei voluto giocare con te." disse il riccio tirando su col naso e facendo sorridere Louis.

"Lo so amore, lo so."

Harry si addormentò sul petto di Louis dopo poco più di mezz'ora, col viso affondato nel collo del più grande, perso nel suo profumo. Louis lo seguì poco dopo, addormentadosi con il suo piccolo stretto al petto, e la loro cagnolina ai piedi del divano.

Quando Louis si svegliò era quasi sera, ed Harry stava ancora dormendo beatamente sul suo petto, ed anche se era dolcissimo con le labbra rosse schiuse, le ciglia che sfioravano gli zigomi e i capelli ricci scompigliati decise di svegliarlo, o quella notte si sarebbe rigirato nel letto fino a notte tardi.

Lo scosse piano, lasciandogli dei bacetti su tutto il volto, mentre Harry grugniva stringendo le palpebre.

"Dai, Bella Addormentata, svegliati, o stanotte la farai in bianco." Harry sbuffò infastidito, ma aprì piano  gli occhi, accecando Louis con quel colore così luminoso ed intenso.

"Ti ho già detto che amo i tuoi occhi?"

Harry arrossì e sorrise, alzandonlo sguardo verso il più grande, scuotendo la testa.

"Bene, allora, amo i tuoi occhi. E il tuo sorriso, e le tue guance e il tuo naso e le tue labbra e i tuoi capelli e..." fu interrotto dalle labbra del più piccolo che premevano sulle sue.

Il riccio si mise più comodo, con le ginocchia ai lati del bacino del ragazzo dagli occhi azzurri, senza staccare le labbra della sue.

Piccoli ansimi uscirono dalle labbra di Harry, quando Louis immerse una mano tra i suoi capelli e li tirò, facendolo staccare ed esporre il suo collo, iniziando a tempestarlo di baci.

Si fermò in punto preciso, iniziando a ripassare i vecchi marchi sbiaditi, ascoltando i suoi osceni che rilasciavano le labbra del più piccolo.

Poi si fermò, e salì con le labbra fino al suo orecchio.

"Credo che per ora dovremmo fermarci, amore." gli sussurrò lasciandogli un bacio dietro l'orecchio, sentendo il piccolo lamentarsi. Ridacchiò alla sua impazienza, era diventato davvero sfacciato su quel fronte, e Louis amava quando era cosi rumoroso e non si tratteneva.

Rimasero a coccolarsi quasi fino ad ora di cena ma poi deciso di alzarsi per ordinare una pizza, Harry era troppo stanco per cucinare, nonostante avesse dormito.

Aveva il volto arrossato, e gli occhi lucidi, e Louis si stava preoccupando, cosi decise di chiamare Anne.

"Anne?"

"Dimmi Louis. È successo qualcosa?"

"Umh..sono un po' preoccupato. Credo che Harry abbia la febbre."

"Oh tesoro. Harry si ammala facilmente, gli dico sempre di non indossare quei maglioncini con questo freddo."

A Louis venne in mente delle volte in cui lui ed Harry facevano l'amore, e poi il più piccolo, dopo una doccia calda, girava con solo boxer e dei calzini per la casa. Non si era preoccupato dato che il caminetto era acceso, e i termosifoni riscaldavano tutta la casa. Ora si stava sentendo davvero in colpa. Aveva fatto ammalare il suo piccolo, dannazione.

"Cosa posso fare, Anne?"

"Preparagli qualcosa di caldo, coprilo per bene e tienigli il morale alto, magari con un po' di coccole. Le adora."

Lo so bene, stava per risponderle, ma si trattenne.

"Va bene, Anne, ti ringrazio."

"Di nulla, tesoro, chiamami quando vuoi, okay?"

Si salutarono, chiusero le chiamate, e Louis si avvicinò immediatamente ad Harry, spostandolo su una poltrona per aprire il divano letto, poi lo coprì con un paio di coperte ed gli baciò la fronte, sentendola calda.

Sospirò, dirigendosi verso la cucina per preparare una cioccolata calda con tanta panna, come piaceva al suo piccolo, ma sentì il campanello suonare. Le pizze.

Quando andò ad aprire, si trovò davanti l'unica persona che non avrebbe voluto vedere in quel momento.

Nick.

"Nicholas." lo salutò freddo il liscio.

"Ciao LouLou. Come va?" gli rispose ammiccante. Louis alzò gli occhi al cielo e gli tolse dalle mani le pizze porgendogli i soldi.

Ma Nick lo soprese, tirandolo verso di se' e attacando le labbra alle sue. Louis era troppo scioccato per staccarsi subito, non si sarebbr aspettato un gesto cosi azzardato da lui.

"Lou, chi è alla....oh." Louis si staccò immediatamente, girandosi quando sentì la voce di Harry.

Il riccio era lì in piedi, quasi pietrificato e con gli occhi lucidi.

Il più grande cercò di parlare ma il riccio corse al piano superiore, senza lasciargli spiegare.

Si girò un'ultima volta verso Nick, che lo guardava con aria compiaciuta. Lo guardò con aria disgustata, tirandogli un pugno sul naso e ringhiandogli contro un "Puttana." prima di sbattere la porta, poggiare le pizze sul divano e correre di sopra dal suo bambino.

Bad Boy《Larry Stylinson》Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora