III.

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Nonostante fossi rimasta tutta la notte sveglia a fissare le stelle, bensì non le solite, ma quelle che si nascondevano nei suoi occhi, non avevo neanche un po' di sonno.
Come avrei potuto rimanere tutta la mattinata dentro casa?
Ormai sono più abituata a restare fuori casa, che dentro.
Mi piazzai quindi sul vialetto di casa, non sapendo effettivamente dove andare.
Mi si illuminarono gli occhi quando intravidi quel ragazzo armeggiare oggetti nel garage.
Un sorriso piccolo e malizioso si creò sul mio viso. Si accorse della mia presenza e questa volta, presi la coraggiosa ed evidente decisione di attraversare la strada e fermarmi poco prima del vialetto. Non dissi niente e rimanendo ferma sul mio posto, continuai a fissarlo, senza alcun imbarazzo. Le sole due esperienze provate con lui, mi erano sconosciute fino a qualche giorno fa, quindi perché avremmo dovuto provare imbarazzo interagendo l'un l'altro. Lui, esitando un po' e guardandosi intorno, si avvicina e, per la prima volta, riuscì a sentire la voce dell'angelo, che per questi giorni, così pochi ma amaramente lunghi, ha fatto parte dei miei pensieri, dal primo momento che ho visto quegli occhi, demoniaci.

'Pare che la mia bellezza sia come una calamita per i tuoi occhi, non ti pare?' quel piccolo sorrisetto che gli si forma in viso, lo rende ancora più stronzo.
Non permetterò che si riempi ulteriormente di arie.
So che dovrei voltarmi e andar via, ma mi piacerebbe conoscerlo; sarà perchè è impossibile stargli lontano.

'Cosa sei tu? Una quindicenne viziata con il papà che sforna quattrini dal culo?' Questa volta anche per me il sorrisetto c'è, ma lo stronzetto che ho difronte mostra il suo, non come quello di prima, provocatorio, bensì lievemente accennato, accompagnato da una leggera risatina.

'É così che accogliete gli ospiti qui?' Non capì se il suo tono fosse irritato o ironico.
'Se così si presentano... Be' si.' continuai a guardarlo, e devo dire che mi piaceva mandare avanti questo teatrino. Il ragazzo mi osservò da capo a piedi, e leccandosi l'angolo delle labbra, mi porse la mano

'Mi chiamo Leonardo, se ti interessa...'

Come siamo cordiali adesso!

Mi pare che le frecciatine di prima siano state una maniera per mettermi alla prova, e non avendo fallito adesso é più intenzionato nel conoscermi. Wow, é psichiatria questa.

'Io sono Molly, piacere di conoscerti Leo...' il suo nome gli si addice molto, gli aggiunge un'aria intrigante.

'Mh.. Si si piacere mio.' Mentre lo dice prende una sigaretta dalla tasca dei pantaloni e se la porta alla bocca, accendendola. Non penso sia normale pensarlo, ma il modo in cui lo fa é davvero affascinante. Persino il suo modo di essere uno stronzo menefreghista lo rende più bello.

'Senti, io sono nuovo di qui, non conosco nessuno, non esco da questo vialetto del cazzo ormai da giorni, ma non saprei proprio dove andare.'

Rimasi lì, provando a capire cosa diavolo si aspetta di trovare uno come lui.

'Non penso tu possa trovare qualcosa di emozionante da queste parti...'

'Magari anche se nel suo piccolo, qualcosa ci deve essere no?'

Con lui sarei andata ovunque, anche nei luoghi più assurdi.

'Un posto ci sarebbe... É la spiaggia della città, ma da poco é stata recintata'

Si diresse verso la macchina posteggiata fuori dal garage e senza dire nulla lo seguì. Le chiavi erano state lasciate appese al cruscotto dell'auto, a quanto pare completamente incustodite.

'I tuoi ti lasciano guidare la loro macchina senza problemi?'

'Ti pare che io lo chieda? E poi per mia madre l'importante e che non le stia tra i piedi'

Per me é impossobile anche solo avvicinarmi alla macchina di mio padre.

Mentre guidava provai a gurdarlo senza che se ne accorgesse.

L'espressione che aveva involto lo rendeva proprio carino, era confuso e concentrato. É buffo e leggermente impacciato alla guida e questo mi fa trattenere una risata. Gli indicai la strada e arriviamo alla spiaggia. Gli feci notare il recinto: una catenella malandata. Il motivo di questa stupida recinzione é sconosciuto. Sembra che questa cittadina per vecchi non sia lontanamente capace neanche di mettersi nei panni di noi giovani.

Leonardo si girò a guardarmi per pochi secondi, stava ridendo. Senza accorgermene mi ritrovai sulla spiaggia, in una macchina da quattro soldi, a sfrecciare in riva al mare accanto al ragazzo più matto della città, che adesso urla a squarciagola.

Mi aggrappo ai sedili, urlo anche io adesso, non riesco a smettere di ridere. Riesco a vedere dal finestrino l'acqua alzarsi e bagnare la portiera.

Il pazzo che é alla guida ferma la macchina, ancora tra le onde, posteggiata verso il mare. Stiamo ancora ridendo ma ci calmiamo.

'Grazie...' mormoro sottovoce ormai smettendo di ridere.

Lui non disse niente ma mi guardò, ancora con quel grande sorriso.

Sono ancora aggrappata al sedile e guardo di fronte a me, ma sento la mano di Leonardo prendermi il polso e accarezzarlo un po', per farmi rilassare definitivamente.

Riesco a guardarlo negli occhi, e di nuovo mi ci perdo dentro. É bello farlo a pochi metri di distanza.

Rimaniamo in silenzio per po', guardiamo il mare, per apprezzare a pieno le sue onde.

°°°

Okay bene ecco il terzo capitolo!!
Sono un'idiota lo so. Pensavo di aver pubblicato il secondo capitolo già una settimana fa, ma non era così. Già.
Quindi adesso mi trovo a pubblicare con una settimana di ritardo :'c
Proverò a pubblicare più capitoli a settimana (non prendiamoci in giro, lo sappiamo che non lo farò alla fine lol)

Perfect Day // Leonardo DiCaprioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora