VII.

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Quello che stavo per fare non sarebbe stato divertente, affatto. Non riuscivo proprio a capire cosa provasse di eccitante.
Dopo tutto, se non avessi voluto seguirlo, non l'avrei fatto, ma l'ho fatto, perché volevo.
Non mi era ancora chiara la meta di Leonardo; mi ripeteva di andare in città, ma poi continuava dicendo di allontanarsi arrivati lì.
La stazione non era distante da casa mia, il tempo impiegato era circa di dieci minuti, ma nonostante la vicinanza, non avevo mai provato interesse nell'andarci più di tre volte.
Non mi preparai nulla, afferrai la giacca e anticipata da Leo, ci facemmo strada alla stazione. Nessuno dei due parlò, Leo era troppo concentrato a seguire la strada a passo svelto, impugnando i biglietti per il treno.
Iniziai a capire quanto questo fosse davvero importante per lui, effettivamente aveva passato gran parte della sua vita in un posto più movimentato di questo. Io invece essendo cresciuta qui, ho dovuto passare la mia infanzia e parte dell'adolescenza in un luogo completamente desolato e decisamente troppo tranquillo.
Mentre osservavo la figura di Leonardo, ero completamente incantata dal movimento dei suoi capelli, risplendevano anche nell'oscurità; lo stesso per i suoi occhi: la loro lucentezza sarebbe stata visibile anche nelle situazioni più buie.
Arrivammo alla stazione dopo un tragitto che sembrò essere infinito.
Come previsto, la stazione era vuota, senza neanche un vagone in azione, solo treni fermi.
Leonardo era attento alla ferrovia aspettando con ansia il treno, mentre io ero attenta a non distogliere lo sguardo dal suo viso, senza però farmi notare.
Quel silenzio mi uccideva, avevo bisogno di distruggere quella tranquillità.
'Siamo arrivati troppo presto.'
'No. Il treno é in ritardo.' La sua freddezza mi infastidiva più del solito, eppure pensavo di essermi abituata.
'Forse non lo sai ma qui sono soliti saltare le fermate.'
Notai Leonardo avvicinarsi alla ferrovia, ignorandomi completamente.
'Eccolo che arriva.' Si girò verso di me, accennando un sorriso, il suo solito odioso sorriso, dannatamente incantevole; lo stesso sorriso così bello da saper nascondere tale arroganza.
Lo anticipai salendo svelta nel vagone, sedendomi al primo posto dalla parte del finestrino, tra i sedili vuoti. Non avevo idea del tempo che avrebbe impiegato il treno ad arrivare in città.
Leonardo si sedette di fronte a me, guardando fuori dal finestrino, mentre io ammiravo lo spazio vuoto e tranquillo che avevo intorno.
'Allora? Il mio biglietto?' Rimasi a guardarlo aspettando una risposta.
'Quali biglietti?' Continuava a fissare fuori dal finestrino, non porgendo nessuna attenzione.
Avrei dovuto immaginarlo, rischiare una multa solo per accompagnarlo alla sua stupida avventura fuori programma.
Rimanemmo ancora in silenzio, mentre aspettavamo la fermata; ormai ero abituata a situazioni in cui l'unico suono udibile fosse il nostro respiro.
'Sono felice che tu sia venuta.'
Continuavo a guardare in un punto fisso del finestrino, prestandogli ugualmente tutta l'attenzione di cui aveva bisogno.
'Voglio che tu sappia che anche se avessi avuto altre scelte, tu saresti stata la principale.'
Sentendo quella frase, accennai un piccolo sorriso, senza neanche accorgermene e senza essere in grado di fermarlo.

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Mi piacerebbe anche sapere quale sia il vostro personaggio preferito :c

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