Cammina piano e stanco verso la porta di casa, pensando che, forse, con una bella dormita si sarebbe ripreso un po', smettendo di fingere che tutto vada bene, smettendo di pensare per un po' recuperando lucidità... apre con le chiavi la porta, con una calma snervante, gli occhi ancora bassi, persi nel vuoto, entra in casa e chiude la porta appoggiandoci lentamente la fronte.
Rimane immobile e in silenzio per qualche minuto implorando qualche santo in Paradiso di far smettere quel dolore così intenso che gli impedisce di pensare coerentemente.
Improvvisamente dietro di lui una voce calda e familiare gli toglie inconsciamente il respiro, una voce che lo manda in paranoia, che lo chiama incessantemente per destarlo dall'incubo che sta vivendo, una voce che lo immerge completamente nel dolore e nell'angoscia. Rimane ancora fermo, appoggiato alla porta, lo sguardo perso nell'oblio più profondo e scuro, le braccia ferme lungo i fianchi, le chiavi cadono dalle sue mani rompendo il silenzio in cui sta lentamente affogando.Quella voce si avvicina a lui di qualche metro, gli pare di impazzire, crede che il dolore che porta nel cuore lo stia uccidendo lentamente. Si ridesta piano dai suoi pensieri staccandosi dalla porta, si gira lento verso quella voce, alzando lo sguardo perso e abbandonato sull'unica persona che non avrebbe mai pensato di poter vedere: Gibbs lo guarda in piedi davanti a lui, lo sguardo sconvolto e spento di Tony lo sconvolge inevitabilmente.
Per la prima volta nella sua vita lo vede senza maschere, vede nel suo sguardo ciò che non avrebbe mai voluto vedere, mai.
Rimane sconvolto dal suo silenzio così surreale, dalla sua freddezza quasi inquietante che lo terrorizza, qualcosa di inverosimile che il suo animo vuole fermare e che il suo cuore vuole curare.
Gli si avvicina lentamente mentre cerca di leggere i pensieri negli occhi lucidi di Tony, quegli occhi che lo turbano e che vorrebbe vedere raggianti come li vedeva qualche giorno prima, lo fissa per un istante per poi avvolgerlo in un caloroso abbraccio pieno di affetto.
Tony rimane gelido a questa rara dimostrazione affettuosa e paterna, cosa che a Gibbs non sfugge, così lo stringe più forte a a se come un padre abbraccia un figlio; con calma Tony riprende le sue facoltà, rispondendo all'abbraccio di Gibbs, lasciando uscire liberamente le lacrime oppresse da tempo.
Nasconde il viso tra le braccia forti di Gibbs lasciandosi coccolare, Gibbs lo tiene stretto a sé come se potesse sfuggire dalle sue mani perdendolo per sempre.
Quando lo sente piangere capisce quanto realmente soffrisse per lui e quale profondo legame si era instaurato nel tempo, gli accarezza dolcemente la testa per tranquillizzarlo placando quello sfogo sconvolgente e incessante che lo preoccupa non poco. Sente la presa di Tony stringersi tra le lacrime, così prova a calmarlo parlando "Tony... sono qui... smetti di piangere, ti prego!"Smette pian piano di piangere, cercando conforto nel suo abbraccio "Tony... ascolta... mi dispiace che tu sia stato tanto male per me... ma ora sono qui ed ho bisogno del tuo aiuto... sono venuto da te perché so che posso fidarmi cecamente, ora devi prendere il controllo... sono nelle tue mani... "
Tony si stacca leggermente dall'abbraccio guardandolo dritto negli occhi, ora pieni di rabbia, e lo colpisce con un pugno al petto, mozzandogli il fiato "... perché...? "
"... sei un idiota, Gibbs! Cosa diavolo ti passa in quella testa vuota!? Stavo per morire quando ho saputo dell'esplosione... potevi anche avvertirmi, magari potevi farti vedere prima, così non sarei stato così male per tre fottutissimi giorni, ti pare? "
"Scusa... in quel momento non sapevo cosa fare... ma sappi che tutto ciò che hai passato non è inutile... il tuo stato ha garantito la mia copertura... comunque mi dispiace. Davvero."Tony valuta con attenzione le sue parole, i suoi occhi riprendono vita mentre sfoggia uno dei suoi sorrisi più belli, un sorriso pieno di felicità. Sorprendendo Gibbs, Tony si getta su di lui abbracciandolo forte "Gibbs, che non ricapiti mai più... altrimenti sarò io ad ucciderti così soffrirò per qualcosa... sono disposto ad aiutarti, ovviamente, ma tu dovrai raccontarmi tutto senza tralasciare nulla e sarai mio ospite! "
Gibbs si stacca e sorride "Ok. Ricorda però che sono morto... nessuno, ripeto, NESSUNO dovrà sapere, d'accordo? "
Tony fa un cenno con la testa, lo afferra per un braccio e lo porta nella sua stanza.
"Tu puoi dormire qui... se vuoi nasconderti questo è il posto giusto... Fammi una lista di tutto quello che ti serve così te lo procuro. In cucina sono ben rifornito, in frigo tengo la mia riserva speciale di birra... non ho una cantina ma ho una televisione al plasma da 50 pollici e una vasta collezione di film con cui puoi passare il tempo. Se sei stanco puoi riposare mentre preparo la cena, poi mi racconterai tutto... "
STAI LEGGENDO
Se Si Potesse Non Morire
FanfictionSeguito di "Luce nel cuore" Momenti dolorosi, un funerale straziante, un caso da risolvere, un ritorno insperato e uno spiacevole incidente portano lentamente alla luce un amore nascosto e rafforzano un rapporto 'padre-figlio' che rischiava di esser...