Attenzione: I comportamenti dei personaggi descritti nella fan fiction non sono assolutamente da imitare: quello che fanno e pensano spesso è sbagliato. Con questo mio scritto pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo*
The fire in your heart is out.
A Ioana,
che con il suo tentativo di essere severa ed obbiettiva,
ha scritto il suo parere più critico, aiutandomi a correggere il capitolo.
E mi ha fatto sorridere.
Grazie.
«Ti vengo a prendere.»
Minacciò Eleanor dall'altro capo del telefono, la voce irritata e esasperata. La stavo facendo dannare, non poco, da quando Louis aveva preso quel fottutissimo aereo.
«Non ho voglia di uscire.»
La mia voce, invece, atona e stanca, roca, visto che mi ero appena svegliata.
Ero seduta sul mio letto, le ginocchia contro il mio petto, una mano al cellulare e l'altra alla terza sigaretta del pomeriggio, il mio corpo avvolto in una vecchia maglietta, i miei capelli così sfibrati da sembrare più biondi, più bianchi. Come se li avessi ossigenati.
Quella tranquillità nella mia stanza non mi dispiaceva. Rimanere a guardare il muro, il soffitto, o la mia immagine nello specchio mentre tiravo e aspiravo, saturando l'aria ormai grigiastra di altro fumo. Ogni tanto aprivo la finestra per cambiare aria, ma non solo perché Frank e mia madre avrebbero reagito piuttosto male se avessero saputo in che ciminiera mi ero ridotta a vivere.
O forse no. Ma loro, d'altro canto, nemmeno si erano resi conto del mio drastico cambiamento, neanche si erano accorti del mio muto annuire, del mio vagare senza vita per casa, del mio rinchiudermi nella stanza ed uscirne ore e ore dopo.
Louis era partito da soli tre miseri giorni, tre giorni esatti durante i quali avevo smesso di vivere per un motivo diverso che non fosse aspettare il suo ritorno.
Tre giorni durante i quali non mi separavo mai dal cellulare, nell'attesa delle sue chiamate. Nell'attesa, forse, anche di quelle chiamate da parte di un numero non più registrato, quelle chiamate che avevo lasciato andare con il braccialetto; quelle chiamate che non avrei mai più ricevuto. Neanche più un messaggio, da parte sua.
Harry Styles aveva gettato la spugna. E più continuavo a convincermi che la cosa non mi interessava, più sentivo la mia anima affondare nel baratro buio dal quale solo Louis riusciva a tirarmi fuori, semplicemente con un messaggio, un saluto, uno sguardo.
«Non puoi continuare così, cazzo! Ti aspettano altri cinque giorni senza Louis, cosa pensi di fare nel frattempo? Suicidarti?»
Perché no, mi ritrovai a pensare. Ma scossi la testa subito dopo e risi amaramente, ricordandomi che c'era ancora un motivo per continuare a respirare. Quegli occhi blu.
«Non essere melodrammatica.»
La rimproverai, sbuffando. Eleanor in quegli ultimi tre giorni era stata la persona che mi era stata più vicina, dopo Niall ovviamente. Eppure Niall mi era stato vicino in un modo completamente diverso: lui accettava ciò che ero, semplicemente.
Se entrava nella mia stanza saturata di fumo, allora sospirava e si sedeva affianco a me. Mi abbracciava, mi accarezzava, mi consolava. In silenzio. Rispettava il modo in cui mi stavo abbandonando a me stessa, forse avendo paura di sbagliare qualcosa nel cercare di riportarmi alla deriva.
STAI LEGGENDO
He'll only break you
FanfictionChantal è cambiata, non è più la stessa ragazza dolce e fragile di un tempo. Harry l'ha resa più esperta, Zayn più estroversa, Niall più loquace, Liam più determinata. Loro hanno giocato per anni con il suo corpo, trattandola e rendendola una ragazz...