Dopo circa un'ora sul televisore dell'autobus appare una scritta: "BIG SUR: ORE 6pm". Era la nostra destinazione. Big Sur è una località Californiana marittima. Ho sempre desiderato andarci, anche perché c'è uno dei musei che ho sempre sognato visitare. Scendiamo dall'autobus e Luke mi dice «Facciamo in fretta, prendiamo una camera hotel e poi andiamo in quel famoso museo delle arti». Lo abbraccio fortissimo ringraziandolo ancora, ma lui mi ripete «È un avventura che viviamo insieme. Ora. Dai, su, andiamo in quell'hotel laggiù infondo. Mi sono informato e oggi una camera con un letto costa solo 10 dollari» cammino ripensando alle sue parole. «Scusa cosa hai detto?» gli chiedo fermandomi. «10 dollari» afferma lui. «No, prima» insisto io e lui risponde «Solo». «No, tu hai detto 1 LETTO». Annuisce e forse non ha ancora capito il problema. «Ascolta, se vuoi due letti devi spendere 25 dollari e ti ricordo che ne abbiamo solo 70 a disposizione». Scherzavo, ha capito. Appena entriamo nella hall dell'hotel, Luke va a pagare ed io rimango ferma, a fissare una bambina in un modo brutto perché ha appena detto a sua madre «Quei due fidanzati sono davvero carini » riferendosi a me e a Luke. Poi lui mi chiama per andare in camera. Quest'ultima è abbastanza grande, con tanto di bagno. Ha un letto al centro con delle lampade ai lati. «Togli la scheda dal tuo cellulare». «Come hai detto» gli chiedo e lui ripete e aggiunge «Vuoi che ti chiamino o ti trovino? Togli la scheda» faccio come mi dice. Tra poco dobbiamo andare al museo e non vedo'ora! «Oh guarda! Qui ci sono dei vestiti, perché non li prendi?» «Questo è rubare, Luke». Ma me li lancia e sono costretta a prenderli. «Ti serviranno dei vestiti, no? A meno che tu non voglia indossare quello che hai per tutta l'avventura». Ha appena detto le parole che volevo che qualcuno pronunciasse da 17 anni. «Mi sono scordato di dirti una cosa...» sussurra.«COSA?!» gli chiedo io impaziente. «Per entrare al museo ci vogliono 20 dollari di biglietto, se noi li spendiamo, non potremmo più mangiare. Però ho un idea: Ci sono i bodyguard ovunque, noi entreremo dal retro, scavalcando muretti e cancelli. Poi distraiamo un vigilantes che sorveglia l'entrata ed entriamo». Scoppio a ridere ma lui rimane impassibile. «Elizabeth Smith, oggi ti farò provare le emozioni che non hai mai provato in vita tua» allora, imitando le sue parole gli dico «Luke Underson, se ci mettono in manette ti farò provare le botte che non hai mai provato in vita tua». Ridiamo, ma poi lui mi propone «Okay, se ci scoprono mi sia una sberla, ma se fila tutto liscio devo darti un bacio». Accetto dicendo «Anche se lo camuffi, il tuo modo di fare maschile è davvero pazzesco». Scoppiamo a ridere e lui annuisce. Dopo un po' ci dirigiamo al Museo. È pieno di bodyguard nell'entrata principale, ma dietro, per ora, non se ne vedono. Mi pare anche ovvio, chi sarebbe così pazzo da scavalcare un cancello? Oh, Io e Luke. «Okay, vai tu per prima, ti aiuto» mi dice sussurrando. Metto i piedi sulle sue spalle e mi metto all'inpiedi. Scavalco il cancello, rimanendo però con una gamba già all'interno del cortile e un'altra dove c'è Luke. Prova più volte a salire, ma da solo non riesce. «Ma come faccio!?» mi chiede riprovando nuovamente. Sentiamo delle voci «E allora io gli ho detto:" Io sono un vigilantes, con chi credi di parlare? Ahahah"» OH SANTO DIO! Sono le voci di 2 poliziotti che si dirigono verso l'entrata dal retro dove siamo noi. Dico a Luke la prima cosa che mi viene in mente «Appenditi alla mia gamba». «Ma tu sei scema?!» mi contraddice. »Ho detto, appenditi alla mia gamba» e lui fa come gli dico. Tiro su la gamba in modo che lui potesse appendersi all'angolo del cancello e oltrepassarlo. «Salta Elizabeth!». Tutto d'un tratto ci ritroviamo con i piedi a terra, ma nemmeno il tempo di parlare che Luke corre verso un muretto dicendomi di seguirlo. «Cosa c'è?!» gli chiedo sussurrando e lui risponde «Un vigilantes, davanti all'uscita d'emergenza. Potremmo entrare da lì». Dobbiamo trovare il modo per entrare. Trovato! «Hey, la vedi quella pietra laggiù?» gli faccio notare. «Ho capito! Lanciamogliela in testa così poi possiamo entrare!» azzarda lui. «Ma no cretino! Lanciamola lontano dall'uscita d'emergenza quando lui è voltato, così lui si distrarrà e andrà a vedere. Noi nel frattempo siamo già entrati al museo, che ne dici?» «Dico che potrebbe essere un opportunità per quel bacio». Okay, è un si. Prendo la pietra e la lancio più lontano possibile. Il vigilantes si gira e cammina verso la zona in cui ho lanciato la pietra. «Ora Luke, ora!!». Corriamo verso la porta ed entriamo. Col fiatone per tutto quello che è successo gli dico «Ce l'abbiamo fatta!». Mi guardo intorno. Ciò che ho sempre sognato diventa realtà. Visitiamo ogni angolo del museo, guardando attentamente tutti quadri e le sculture. Poi alle 10pm ce ne andiamo. Appena usciamo dal museo Luke mi propone di scendere in spiaggia. Concordo veloce e scendiamo. Il mare è una bellezza di notte. Mi tolgo le scarpe e mi siedo. Luke mi fissa. «Che c'è?» gli chiedo e lui mi risponde «Pensavo volessi fare un bagno con me». «Ma è notte». Sbuffa. Fa qualche passo avanti, ma poi ritorna indietro prendendomi in braccio e dirigendosi verso il mare. «Luke, scendimi!» ma lui non ha intenzione di farlo e mi ripete queste parole «Elizabeth, vivi!». Ci immergiamo in acqua, che è piacevole e fresca. Solo poche volte sono andata a mare, ed in più ero anche piccolissima. Non ricordavo com'era la sensazione. «È bello vero?». «Stupendo». «Elizabeth, uno squalo! Uno squalo!». Cosa?? Inizio a correre e a dimenarmi, continuando ad urlare e sclerare, ma quando noto che Luke non corre, capisco che gatta ci cova. Lo vedo ridere persino con le lacrime.«Sei uno stronzo!». «Scusa, ma ti sei dimenticata di fare una cosa!» mi ricorda avvicinandosi. So a cosa si riferisce. «Oh, ma dai. Non l'ho scordato». Mi avvicino alla sua guancia e gli do un bacio. Lui diventa rosso rosso in viso. Risaliamo in albergo, ancora zuppi d'acqua, ed entriamo in camera. «Domani ripartiamo» dice lui togliendosi la maglia poiché è bagnata. Giuro, è difficile parlare con quello che ho d'avanti agli occhi. «E dove andiamo?» gli chiedo io. «Qui vicino. Ti faccio visitare un boschetto». Mangiamo dei panini che aveva Luke nello zaino e poi ci sdraiamo. È strano dormire con uno che non è mio fratello. Mi sento a disagio non essendo in camera mia. «Se solo sapessero dove fossimo» bofonchia Luke. «Chi?». «Quelli che a quest'ora sono alla festa. Sapessero dove fossero "sfigata 1" e "sfigato 2"» a queste parole mi scappa un sorriso. «Se lo sapessero, credimi, non ci crederebbero comunque» gli faccio notare e continuando dico «Ma a noi cosa importa? La stiamo vivendo noi quest'avventura». Stiamo in silenzio per un po', poi lui mi chiede «Hai mai amato qualcuno da fare mille pazzia per lui?». «No, in realtà solo oggi sto...». Mi ha appena fatto ammettere che mi piace?! «Oh ma quanto sei astuto??». «Tranquilla, è la stessa cosa anche per me». Non voglio pensare a cosa si riferisce, anche se già lo so, e mi sforzo di dormire.
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Ti andrebbe di vivere?
Teen FictionElizabeth, una ragazza che frequenta il quarto anno di college, desidera tanto un avventura ed è in cerca di se stessa. La vita che fa non le piace, vedere continuamente le stesse persone la delude e ha un ragazzo che non le da abbastanza attenzioni...