Si va in Messico!

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C'è caldo. Mi sveglio, facendo fatica ad aprire gli occhi. Mi giro e trovo Luke a pancia sotto, con la faccia appiccicata al cuscino e un braccio sulla mia pancia. Mi viene da ridere guardando il cuscino mezzo sbavato di Luke. Sono le 7am. Secondo me, di quanto corre, potrebbe avere un futuro da atleta olimpiaco. Na aspetta, perché sto pensando a correre? Ancora devo alzarmi dal letto! Sposto la mano di Luke poggiandola sul materasso e lui bofonchia qualcosa. Decido di scendere per iniziare a preparare le cose necessarie per ripartire. «Buongiorno» saluto Sam, che sta preparando un caffè in cucina.«Dormito bene?» chiede lui ed io annuisco stiracchiandomi e sbadigliando. «Che avete fatto?!» chiede di nuovo lui, ma io mi limito a fissarlo e a ridere. Mi porge il caffè ed io mi siedo. «Vi ho preparato dei panini.». Lo ringrazio proprio nel momento in cui Luke scende in cucina. Io e Sam, contemporaneamente, gli cantiamo tanti auguri e poi io butto le braccia sul collo di Luke, abbracciandolo e dicendogli «Buon compleanno» lui mi ringrazia e ricambia l'abbraccio. Dopo esserci preparati, usciamo in giardino a prendere le bici. Non riusciremo a ringraziare mai Sam abbastanza per averci ospitato non dicendo a nessuno della nostra presenza. Alla fine, vengo a scoprire che Sam ha anche un camper e che ce l'ha prestato. Lo salutiamo augurandogli il meglio e ripartiamo. Ma esattamente... Dove andiamo?«Mh.. Hai detto "Fuori California" ieri, vero? Potremmo andare qui vicino, il Messico. Oh si!! Sogno da anni di andare in Messico! Entriamo nel piccolo camper: All'interno c'è un piano cucina altrettanto piccolo con un frigorifero al lato. All'interno di un ripiano c'è un tavolo scorrevole e, vicino al frigo, ci sono anche due sedie. Più avanti troviamo un letto da una piazza e mezza e poi c'è un water infondo. Tutto questo in uno spazio piccolissimo. «Okay.. So perfettamente come si guida un camper!» esclama Luke, chiudendo lo sportello. «Ah, allora non dovremmo avere problemi». Mi fissa. «Elizabeth ero ironico. Nonostante Sam mi abbia spiegato sono un po' teso» si sincera, scrocchiandosi le dita. Dopo un po'partiamo. Certo, facciamo piano, ma ci riusciremo. Apro il frigo. C'è del prosciutto e anche formaggio, qualche scatoletta di tonno, della frutta e anche un po'di carne. Poi 3 bottiglie d'acqua e una di succo alla pesca. Poi apro anche la dispensa: Della pasta e qualche scatoletta di sugo pronto in un ripiano e dei cracker in quello sotto. Sam ci ha anche fatto la cortesia di lavare i vestiti sporchi, così che potessimo indossarli per i prossimi giorni. Li piego e li metto dentro uno zaino, che a mia volta poggio sopra il letto. In realtà è un divano-letto, che poi la sera, prima di dormire, dovremmo aprire per farlo completamente diventare un letto. Ad un certo punto sento Luke urlare. «LA CURVA!! MA COSA TI FERMI NELLA CURVA?!». Sono piegata dalle risate mentre quello urla contro il conducente della macchina davanti che, come si è già capito, si era fermata nella curva. «Vuoi succo?» gli chiedo, da dietro al sedile. «No, grazie. Sai, mi piacerebbe fare una cosa che non ho mai fatto per il mio compleanno...». «Mhm, e cosa?» gli domando confusa. «Ballare con te». «Scusa, ma io sono negata!» gli confesso, ma a lui non sembra importare e mi convince «In questo periodo, in Messico, fanno delle feste culturali la sera: Delle sagre particolari, dove c'è musica.». «Solo perché è il tuo compleanno, Underson.» dico, sorseggiando il succo. «È un onore, Smith», aggiunge. Dopo un poco, arriviamo in Messico. Caldo e arido, ma allo stesso tempo unico. «Non ci credo! Sono un un'altra Nazione d'America!» esclamo entusiasta. «Ora, ripetimi tutta la storia dell'America a partire dal presidente George Washington!» mi ordina. «Ma tu hai problemi!» gli urlo invece io. «Ma quindi cosa hai studiato quest'anno scusa?» mi chiede lui. «Scusa, e l'8 in storia ce l'ho io o tu?» gli faccio notare. «Entrambi. Messa nel fango?». Serro i pugni per non fargli notare che.. Eh sì, mi ha messa nel fango! Parcheggiamo in un parking qua di fronte e iniziamo a passeggiare. «Devo dirti una cosa» gli riferisco. «Dimmi». «Sai cos'era la mia vita prima di tutto ciò? Non si poteva neanche chiamare vita. Poi sei arrivato tu, con quelle parole. Poi tutto questo. È da notare cos'è diventata la nostra vita, ma specialmente cosa siamo diventati noi. Guardaci: Prima ci salutavamo appena e ora siamo arrivati a baciarci in una spiaggia...» dico tutto d'un fiato. Non ci posso credere. L'ho detto. Lui mi prende il viso fra le sue mani e mi bacia. Si stacca e aggiunge «...E in Messico». Lui occhi blu e capelli neri. Io occhi verdi e capelli biondi. Non so, gli opposti si attraggono. «Scusa, ma ora voglio farmi un bagno sulle coste del Messico »mi dice. «Ma i costumi? Non né abbiamo!». «Vorresti dire che non sono organizzato?» domanda. «No, ma...». «I costumi me li ha dati Sam. Anche per te!». Non so io.. Entriamo di nuovo nel camper dove Luke apre un cassetto: Lì ci sono due costumi. «Provatelo» mi consiglia. «Scusami? E pensi che mi entri?» esclamo. «Oh, non lo so. A me pare di si» dice fra una risata e un'altra per farmi arrabbiare. «Non so, ti sembro così?» gli chiedo dandogli un pugno sulla spalla. Alla fine mi ha costretta a provarmelo. «Ti sta bene» dice. «Solo il pezzo di sotto. Quello di sopra è una misura in meno della mia!» gli faccio notare. Lui ride ininterrottamente, facendo ridere anche a me. «Cosa ti posso dire, fatti il bagno con la maglietta!». Non smetterò mai di odiarlo e amarlo allo stesso tempo. «Ti odio» gli dico uscendo dal camper, poiché deve mettersi il costume. «Potevi restare» dice dopo un po', ridendo, uscendo dal camper. Mi limito ad ignorarlo. Arriviamo a mare. Una spiaggia meravigliosa e pulita, con l'acqua limpida e calma. «So che ti piacerebbe guardare i miei muscoli mentre faccio il bagno, Elizabeth». «Molto modesto il ragazzo e, a quanto pare, anche molto sensitivo». Mi prende per mano, trasportandomi in acqua. Iniziamo a schizzarci e a giocare. «Ripeti quello che hai detto prima, Elfa» mi dice avvicinandosi. «Scordatelo, Hobbit». Scoppiamo a ridere, per poi baciarci. «E anche Nel mare del Messico, aggiungerei».

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