«Luke ma tu leggi?»

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Dopo aver fatto il giro del paese qui vicino, rientriamo in camper per preparare qualcosa da mangiare. Chiedo a Luke se preferisce la pasta o la carne, e lui risponde quest'ultima. Dopo aver messo la carne sul fuoco e aver preso un po' d'olio chiedo a Luke «Secondo te cosa stanno pensando di noi?». Lui mi guarda e inizia a parlare «Riguardo me penseranno che sia scappato di casa. Invece riguardo te penseranno che sei stata rapita» conclude. «Ma io in realtà sono stata rapita... Da te!» gli dico sorridendo per sfidarlo. «Ah e sentiamo, com'è stato essere rapita da me?» chiede lui con la mia stessa espressione. «Diciamo che sei più un tipo fisico...». «Oh sei una stronza!». Rido così tanto che mi dimentico di spegnere la fiamma. Poi metto le fettine di carne in due piatti e le poggio a tavola. Mangiamo con appetito, chiacchierando. «Sai è strano» nota lui. Gli faccio segno di non capire e continua «Sai cosa avrebbero fatto due ragazzi della nostra stessa età da soli, ora.». «Luke così mi fai paura» dico, sorseggiando un bicchiere d'acqua. «Io mi sto limitando a dirti che sei stupenda e a baciarti». È la dolcezza fatta a persona. «Poi tu, con un ragazzo così bello come me a disposizione..». «Luke, ma quanto cavolo sei modesto!?» gli rispondo, tirandogli um tovagliolo accartocciato. «Sai che da piccolo mi facevano i complimenti per la mia modestia, invece?» racconta lui. «E nel frattempo tu gli rispondevi "Grazie, lo so che sono il bambino più modesto del mondo"?» scoppia a ridere, suscitando anche me. Ci sdraiamo sul divano, sempre parlando fra di noi. «Tu di solito cosa fai a casa?» chiedo. «Non faccio cose tipo andare alle feste. Devo badare a mio fratello e fare i compiti.». «Che coincidenza. Anch'io devo badare a mio fratello e fare i compiti!». Non mi stupisce la cosa, se no perché siamo fuori casa? «Sta sera ci sarà una festa in spiaggia. Un ottimo motivo per ballare con te..» mi ribadisce. «Ti pesterò i piedi.» lo avverto, invece. Non dà importanza alle mie parole. «La prendi una birra?» chiede. Rido un po' per poi chiedergli «Ma dove l'hai vista sta birra?». «Nel frigo.» «No, non c'è». «Si c'è. In basso». Mi alzo per aprire il frigo. Mi piego per cercare la birra e la trovo, infondo. La apro e gliela porto, risdraiandomi sul divano. Poi lui mi invita a berla. «Sai che quando avevo 13 anni, alla festa di mio cugino, i suoi amici mi buttarono la birra addosso?» racconto, bevendo. «E perché?». «Era il 18esimo di mio cugino. Erano tutti pazzi in quel locale!» gli rispondo per poi chiedere a mia volta «Tu cosa hai fatto per il 18esimo?». «Una bella festa». Poggio la bottiglia a terra e mi volto verso di lui. «Sono innamorato di te dal primo superiore». «Così tanto? Perché non me lo hai mai detto?!» gli chiedo con la bocca aperta. «Per paura che tutto questo, un giorno, non potesse mai accadere». Socchiudo gli occhi per dormire. Dopo un po' Luke mi sveglia. Sono le 7pm. «Ti sei fatto la doccia?». «Cosa te lo fa pensare?» chiede. «Il fatto che non hai la maglietta e sei bagnato». Rido, facendolo anche arrossire. Mi cambio. Mi metto leggins e il top, visto che comunque ci faremo il bagno. Accendo la radio, che sta trasmettendo una bella canzone. «Ti ricordi il titolo, Luke?» gli domando e lui, intento ad allacciarsi le scarpe, scuote la testa. Chiudo le tendine del camper; non mi piace, mi sento a disagio con i vetri completamente trasparenti. Luke apre la dispensa e prende un pacchetto di cracker. Dopo un poco ci dirigiamo in spiaggia: Musica sparata a palla, tante luci colorate e un sacco di cibo... Sì, è questa. Luke mi prende per mano, conducendomi verso la spiaggia. Il primo bagno non faticoso, senza nuotare velocemente! «Me la pagherai! È congelata cavolo!» esclamo, ma lui mi porta più infondo. Non ci sono molte persone in acqua, stanno tutte ballando o mangiando e noi siamo gli unici pazzi con il costume. Mi stringe a se, forse perché vede che mi devo abituare alla temperatura dell'acqua. Chiacchieriamo, godendoci la serata di musica e relax.«Volete provare questi biscotti?» ci domanda una donna dall'altra parte della bancarella. Quest'ultima è colma di spezie: Paprika e tantissime altre, ma evidentemente anche biscotti. Ne assaggiamo uno e proseguiamo avanti. Nella bancarella più avanti troviamo una vastità di cibi piccanti: Salse, spezie, Antipasti. «Voglio provare le tortillas piccanti» propone Luke. «Te ne pentirai amaramente» gli dico. Se ne frega e ne mette una in bocca. Inizia a dimenarsi stringendo la mia mano: Ha bisogno di acqua e io sto ridendo come una pazza. Dirigendoci più avanti per ballare, uno al karaoke (probabilmente MOLTO ubriaco) canta in modo letteralmente terrificante. Torniamo a casa alle 3 di mattina. «Questo perché non sapevi ballare..» mi dice Luke, intento ad aprire il divano-letto. «Si, io al contrario di te sono modesta» gli rispondo. Si toglie le scarpe e si sdraia sul letto, levandosi i vestiti sporchi. Sono stanchissima. Ho i capelli ancora un po'bagnati e i vestiti pieni di sabbia. Sbadiglio e Luke si sposta, lasciandomi lo spazio per dormire. «La verità è che se avessi avuto il coraggio di partire prima e di andarmene, forse oggi sarei diversa» rifletto, ma Luke mi fa notare «Ma se avessi avuto io coraggio prima, ora cosa saremmo? Due compagni di classe che non si calcolano nemmeno». Ha ragione. «Luke ma tu leggi?» chiedo curiosa. «Per chi mi hai preso?! Ho letto tutti i libri di Star Wars» risponde lui. «E Harry Potter?» insisto. «Ho letto il Calice di Fuoco». «Ora tu mi spieghi che senso ha leggere il quarto se non hai letto il primo!» gli faccio notare. Lui ride, non sapendosi giustificare. «Lo sai che ti voglio bene» mi dice lui. «Lo sai che potrei ucciderti per non aver letto Harry Potter e la Pietra Filosofale». «Ti voglio bene lo stesso». Domani lo uccido, sta sera ho troppo sonno. Senza accorgermene mi addormento sul fianco destro, con una mano sporgente dal letto e un'altra tra i folti capelli.

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