Capitolo 8

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Non ero vestita giusta, il mio alito non era profumato come il solito oppure i miei capelli erano scombinati. Tutti mi guardavano come se avessi avuto qualcosa fuori posto ma nessuno si azzardava a parlare...che tortura
"Ma ho qualcosa che non va?" Chiesi a Romeo sofferente, quella situazione iniziava a darmi fastidio
"Certo che no, sei perfetta!" Era felice(?) cambiava stato d'animo peggio dei bipolari e non sapeva neanche essere convincente così a limite delle mie forte, chiamai un signore nella sala e gli porsi la stessa domanda
"No signorina, solo che è veramente bella e quindi tutti la guardano" ero gentile
"Oh grazie, però mi sento a disagio, non sono mica tutto questa gnocca poi" ridemmo
"Invece lo sei" mi girai sentendo quella voce sconosciuta o quasi
"Louis" gli saltai letteralmente addosso, era il mio piccolo cuginetto. Vabbè avevamo solo un mese di differenza ma da piccola per quei 30 giorni meritavo sempre un biscotto in più
"Taylor, mi sei mancata tantissimo" disse lui e io scossi contro voglia l'abbraccio
"Che ci fai qui?" Pensavo fosse andato a Londra per il prestigioso lavoro che due anni fa gli avevano offerto visto che era londinese ed abitava in zona
"La mia ragazza è di qui"
"Chi è la fortunata?" Chiesi poi molto molto curiosa
"Si chiama Laura, suo padre è un importante imprenditore italiano"
"Lo devo incontrare proprio adesso" disse poi il mio ragazzo, lasciandomi di stucco
"Ma non dovevi incontrarti con Sarah?" Ero alquanto scocciata
"No...era per farti ingelosire" stavo per menarlo lì davanti a tutti
"Brutto figlio di puttana (ovvio non riferito a tua mamma, mi piace troppo Stella)"
"Dai lo so che era nera dalla gelosia" disse poi ridendo
"Si dice verde tonto" volevo farlo anche io ingelosire un po'
"Questo è Louis, il mio ex" poverino il ragazzo non capiva perché avevo affidato questo "titolo" poco consolo ma dopo aver visto la faccia dell'imbroglione, piacque pure a lui fare quella finta.
"Cosa?"
"Non ci vedevamo da tempo" guardai di nuovo mio cugino con occhi sognanti
"Allontanati allora, subito. Mettiti dietro di me"
"Non è che con uno sguardo facciamo l'amore" non so come mi siano uscite quelle parole ma diedero molto fastidio ai due uomini vicino a me
"Se prova solo a sfiorarti lo rifaccio tornare dagli gnomi irlandesi"
"Io vivevo a Londra non in Irlanda" si difese Lou
"Aspetta non mi ricordo il momento in cui ti ho detto di parlare?" Uhhh pesante il ragazzo, dovevo farli smettere
"Scusa Romeo hai capito che è mio cugino? Non so se te l'ho presentato..." Feci la finta tonta e scoppiai a ridere
"Tu mi farai uscire pazzo" costato lui e ahimè aveva ragione
"La tua ragazza è simpatica?" Chiesi poi a Louis che sembrava in imbarazzo
"Molto, ti piacerà ne sono sicuro... Margo come sta?"
"Viene domani!" Ero troppo felice
"Wow ci potremmo incontrare, fare una cena"
"Certo oppure a degli eventi" disse poi il mio ragazzo che stava cercando di ritornare calmo e scusarsi con il mio amato cuginetto
"Mi sembra una buona idea, mi mancano i tuoi biscotti alla cannella e mandorle, come li chiamavi? Biscotti consolatori?"
"Ei funzionavano"
"Certo ci mettevi due paletti di burro ovvio"
"Non capisco ancora quale sia il problema!"
"Ingrassi" disse poi lui
"Come no pff anche se fosse, il mio fidanzato mi accetterà anche da grassa" dissi scherzando
"Avrei molto da toccare" mi sussurrò lui e diventai rossa, un rosso peperone o semaforo. Per fortuna un vecchietto si avvicinò a noi
"Lorenzo che piacere rivederti"
"Anche per me Romeo" si strinsero la mano poi il cognato salutò il suo futuro genero e passò a me per ultima
"Piacere Taylor" la mia stretta di mano era "possente" si può dire, mio nonno diceva che se mi fossi presentata con una debole e insignificante stretta nessuno mi avrebbe preso in considerazione, per questo avevo messo appunto la mia personalizza. Nonno Back era davvero molto pignolo su questi particolari e si divertita molto a vedermi provare e riprovare presentazioni di lavoro quando avevo dodici anni, era impossibile soddisfarlo. Ora vive a Londra e possiede un piccolo vigneto
"Wow sei la copia identica di tuo padre" ecco un altro che sapeva della mia famiglia
"È un complimento?" Cercai di prenderla sul ridere
"Per una ragazza bella come lei di sicuro" continuò a elogiare sua figlia che da quello che avevo capito era identica o quasi a me, i capelli rossi e gli occhi verdi. Io la trovavo così differente però vabbè, parlarono per tre ore di fila, si era ormai fatta ora di mangiare!! Per fortuna Romeo accorciò i tempi e fece firmare il contratto, quando ci invitò a pranzo quel depravato rifiutò.
"Perché l'hai fatto?" Lo colpii con la sua stessa 24 ore
"Ti porto da una parte"
"Dove dove?"
"Sorpresa" e così superata la folla di paparazzi andammo a casa per sfamarmi, mi cambiai anche visto che il mio fidanzato che voleva farmi morire di fame aveva detto di vestirsi comodamente. Mai capita la parola "comodo" significa anche elegante? Oppure sportivo? Perché non poteva dirmi il posto...avrei potuto poi capire l'outfit perfetto. Okay sembravo mia madre, tutta solo per i vestiti. Così invece di lamentarmi, andai a cercare uno straccio da mettermi!
"No, no, no, no...ma anche no!" Sembrava tutto sbagliato, volevo essere semplice così scelsi i miei nuovi acquisti...ma erano troppi. Distrutta mi buttai su un divanetto che si trovava lì, aspettai la mia morte. Però invece di un demone venne Romeo con il mio telefono in mano...era Margo così mi lasciò sola
"Arrivo domani alle 10 a.m"
"Bene perché abbiamo una cena con Mike"
"E chi è?"
"Il sexy chirurgo"
"E me lo dici adesso? Come farò?"
"Ti preparo io ovvio, ora ti devo lasciare...devo uscire con tu sai chi e non so cosa mettere" lei capì la situazione e chiuse augurandomi buona fortuna.
"Dai Taylor ce la puoi fare" presi un jeans con degli strappi e poi un top di Zara bianco stile figlia dei fiori, le scarpe invece andai sul classico...cioè delle semplici All star. Presi una borsa a caso e soprattuto trovai le mie mutande nei cassetti e sorrisi soddisfatta
Taylor 1 Romeo 0 yeee
Scesi felice e trovai un uomo totalmente diverso, anche lui con i jeans e una polo semplice nera molto attillata e degli occhiali da sole stupendi che facevano risaltare la sua mascella perfettamente simmetrica e che tra poco sarebbero stati miei
"Andiamo donna comoda" fece le virgolette e io la linguaccia al sentire le sue parole
"Voglio divertiti oggi ma domani a lavoro tutto il giorno, dalle 5 a.m alle 6 p.m" ero troppo seria
"Cucini tu domani?" Si avvicinò
"Certo sennò chi?"
"Bè allora voglio i biscotti che diceva tuo cugino..." Lo fece. Mi sculaccio. Come Christian affamato mi afferrò il sedere e me lo palpò per bene
"Tieni le mani apposto, sennò ti cucini da solo" lo mollai lì impalato e io uscii seguita da un'ondata di flash e persone che passavano per la strada
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MaricicaVallasca

A New York con lavoro. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora