Capitolo 17

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Quando si dice che la tempesta arriva sempre a ciel sereno... Come se la nonna di Romeo l'avesse previsto... ero incinta! Non ero dispiaciuta o sconvolta ma di sicuro ero preoccupata, capitemi. Romeo non era uno che voleva bambini e pannolini, me l'aveva già detto e io sapendolo non sono stata cauta. Quel giorno uscii dall'ufficio prima e andai direttamente all'ospedale, da sola ovviamente.
Entrai e un'ondata di angoscia mi assalì, e se Romeo non lo volesse? E se mi lasciasse? E se io diventassi come mia madre? Troppi problemi e nessuna soluzione, per questo mi concentrai prima sul capire veramente se ero incinta, avevo fatto solo uno stupido test chiusa nel bagno dell'ufficio.
"Signorina Morgan" chiamò un'infermiera davanti ad una porta e io mi alzai per raggiungerla
"Salve sono io" le strinsi la mano ed entrai, ovviamente non avevo mai visto tutti quei macchinari e quasi mi spaventai
"Non c'è qualcuno che l'accompagna? Magari il padre?" Ma guarda te che stronza oh, se sono da sola ci sarà un motivo, feci no con la testa e mi invitò a distendermi sul lettino. Prima mi tolsi la maglia e mentalmente ringrazia la me di questa mattina per essersi vestita informale, mi ricordai dell'inizio di questa giornata che era iniziata come le altre. Mi ero svegliata e mi ero vestita per andare a lavoro, Romeo era già in ufficio perché oggi aveva un incontro molto importante e non ci sarebbe stato tutto il giorno. Quindi decisi di fare le cose con calma, presi il telefono e mi scivolò dalla mano. Nel mentre però si aprì l'app dove segno i giorni in cui dovrei essere indisposta e vedendo che da un mese non mi veniva più il ciclo, diventai bianca. Corsi fuori dalla casa e andai dritta in farmacia, quasi non volevo crederci. In ufficio non salutai nessuno e mi catapultai dritta in bagno e li vidi che le due barrette diventavano sempre più visibili. Che pasticcio! Scrollai la testa e mi concentrai su ciò che diceva quella donna
"Ha già fatto un test?"
"Si"
"Era positivo?"
"Se non lo fosse stato, non sarei qui" . Lei fece un cenno con la testa e si concentrò sulla mia pancia, mise del gel freddissimo e poi iniziò con un macchinario a spingere sopra. Iniziai a vedere delle immagini sullo schermo e quando notai un piccolo pallino non riuscii a trattenere le lacrime. Quello era il frutto del mio amore con Romeo, come avrebbe potuto non accettarlo? Ero triste e felice allo stesso tempo e quasi abbracciai l'infermiera per la gioia quando quella tortura fini, ho detto quasi però, quella era proprio una stronza mamma mia!
"Beh signora è incinta da meno di un mese, questa è l'ecografia e se vuole un altro appuntamento può fissarlo con la segretaria"
"Arrivederci" dissi prima di uscire, volevo aggiungere anche «a mai più» ma mi sembrava troppo, chi l'avrebbe mai voluta rivedere quella pff.
Camminai per delle ore, non so bene dove stessi andando o come fossi arrivata in un posto, ma fatto sta che mi ritrovai a casa prima delle 19. Ovviamente Romeo non era ancora arrivato perché le luci erano tutte spente, ci misi un po' per sistemarmi e per ripensare a tutti.
Feci un bagno caldo e poi mi vestii tranquillamente nella cabina armadio, come avrei fatto in una serata qualunque, solo che quella sarebbe stata una delle nottate più strane della mia vita. Ero incinta e il mio ragazzo non lo sapeva
Ero incinta e il mio capo/ragazzo per finta/ ragazzo vero non lo sapeva ancora, in realtà.
Scesi al piano di sotto e qualcuno bussò alla porta, perché Romeo bussava? Mi chiesi ma poi lasciai correre, ero solo felice che fosse ritornato e che stesse con me, avevo bisogno del suo affetto e avevo troppa paura della sua reazione, mi dovevo calmare. Aprii ma nessuno era alla porta, guardai in basso e trovai un biglietto... strano mi dissi. Ci misi due secondi a prenderlo e stavo per rientrare dentro quando qualcosa me lo impedì... O meglio qualcuno, un grosso e sconosciuto individuo mi si era piazzato davanti e mi bloccavo i movimenti con i suoi grandi arti. In un attimo mi dimenai ma era troppo tardi, un altro uomo mi si parò davanti e mi mise un fazzoletto davanti alla bocca, l'unica cosa che ricordo era il nome di Romeo, da me gridato, e poi il vuoto.

Solo un mal di testa atroce e una benda sugli occhi, ecco la mia situazione dopo quel rapimento. Si era un vero e proprio rapimento! Sperai che non sarebbe successo nulla al mio piccolino, toccai istintivamente la pancia e una lacrima scese dal mio viso.
Urlai, mi dimenai e cercai di togliermi la benda ma ero anche legata. Sentivo dei passi nella stanza ma poi il vuoto, solo il pavimento e nessun mobile o rumore di macchine, doveva essere una stanza insonorizzata
"Toglietegli alla benda" pensai che chi avesse detto quella frase fosse sgrammaticato perché essendo io donna, avrebbe dovuto utilizzare "toglietele". Invece quando poi vidi la situazione in cui mi trovavo capii, ero in una stanza con altre tre donne, molto eleganti e con un viso conosciuto
"Ditemi subito che cosa ci faccio qui" urlò la prima e ricevette uno schiaffo per l'audacia
"Non mi toccherà mai più appena mio marito mi troverà" disse lei spuntandogli vicino alle scarpe, alzai il viso e vidi lo stesso uomo che mi aveva sequestrato davanti casa.
"Suo marito, signora Williams, non sa ancora nulla del suo rapimento e non la può certo aiutare" disse una voce da un altoparlante
"Care signore, benvenute" continuò "è un vero piacere avere voi tre qui, unendo i capitali dei vostri compagni potremmo comprare l'America se fosse in vendita" una breve pausa e poi ricominciò a parlare "ma non parliamo di questo, i soldi non mi sono mai piaciuti, io voglio la fama e il potere. Avere voi mi permetterà di sconfiggere i vostri uomini e di diventare il primo in tutti i settori"
"Beh vi lascio alle presentazioni" disse quella che capii fosse la guardia del corpo dell'uomo nascosto
"State bene?" Dissi io appena quello chiuse la porta
"Diciamo mi hanno rapita mentre facevo jogging" si massaggiò la guancia la ragazza che prima aveva preso lo schiaffo
"Io sono stata presa sotto casa del mio fidanzato" fece una smorfia di dolore l'altra che cercava di liberarsi, io annuii e basta
"tu?" Fece la bionda con la guancia rossa
"Io sono stata rapita a casa mia" mi fermai, mi avvicinai più possibile a loro, avevo paura che ci fossero microfoni e telecamere. Loro capirono e si misero i capelli davanti per coprire le bocche
"Dobbiamo trovare una via di uscita" nessuno aveva niente con sè ma avevamo l'intelligenza dalla nostra parte e dovevamo riflettere
"Non così in fretta troia" la porta si era aperta e quattro figure erano entrate e ci fissavano. Ne riconobbi solo due e mi bastò: Adam e Rose mi guardavano con occhi iniettati di
sangue.

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Scusate per l'attesa 😅
MaricicaVallasca

A New York con lavoro. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora