Capitolo 6

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La tizia aspettava con un tic nervoso alla gamba, che faceva su e giù. Romeo non parlava così continuai a ripetermi la "nostra" frase e presi in mano la situazione
"Era l'anno scorso quando lui è venuto a Los Angels, dove abitavo e ci siamo incontrati in un bar a caso, abbiamo parlato tanto e ci siamo scambiati il numero di telefono. Io dovevo ancora laurearmi quindi rifiutai le sue avance ma rimanemmo amici, poi proprio oggi ci siamo rincontrati perché sono il suo nuovo avvocato nell'azienda , così abbiamo pensato di ricominciare da dove avevamo lasciato..." Lo guardai negli occhi e intravidi un po' di paura
"Quindi lei è già stata usata?" Chiese ridendo come una cogliona, era bionda tinta con i baffetti
"Non capisco..."ero confusa
"Il qui presente "uomo d'affari" utilizza le donne per una serata di puro sesso e poi le fa accompagnare dal suo autista. Lo dico per esperienza personale" risi e quasi mi sentii male, si era veramente portata tutta New York a letto
"Questo nel mio caso non potrebbe mai accadere" ormai il soggetto dell'intervista era di fianco a me e guardava la scena divertito
"E perché no signorina Morgan?" Era veramente interessata e poi stava soltanto umiliando se stessa a mio dire.
"Perché abitiamo nella stessa casa e perché lui è geloso dell'autista, perché crede che tutti gli uomini mi cadano ai piedi" con un gesto della mano sminuii la faccenda
"Quindi...quindi è seria questa cosa?" Si rivolse al mio ragazzo che non era in imbarazzo ma bensì se la rideva, era spensierato ecco!
"L'ho già detto, Taylor Morgan mi fa sorride e tranquillizzare" mi guardò anche lui
"Ma non va bene..." Continuava a ripetere furiosa, poi fece una cosa inaspettata. Prese il microfono e cercò di colpirmi, per fortuna avevo dei riflessi funzionanti perché sennò non avrei più un naso per quella stronza. Bloccai l'oggetto e lei andò su tutte le furie, questa volta Romeo impedì che si potesse muovere e poi la lasciò a uno della troupe televisiva, venne da me e cercò di tranquillizzarmi. Entrammo dentro la magnifica location e io mi sedetti sulla prima sedia disponibile
"Che stupido che sono stato!" Urlò e stava per tirare un calcio ad un'anfora ma lo fermai
"Calmo, me la sono cavata bene" gli accarezzai la guancia.
"Stava per saltare tutto, la finzione dico" ah quindi il suo unico problema era questo? Il fatto di essere scoperto! Ovvio e io stupida che credevo che tenesse a me, sono solo una semplice ragazza sfruttata. Non mi feci prendere dalla rabbia ma lo trascinai all'interno dove tutti i presenti aspettavano il suo arrivo, era acclamato da molti e appena notai che eravamo posti nel tavolo con la sua famiglia, mi spaventai. Andammo nei posti predefiniti, c'erano ad aspettarci tutti loro, a destra erano seduti i suoi genitori, la madre era perfetta. Una vera donna come si direbbe, con un vestito blu notte non tanto scollato ma che rimaneva impresso. L'uomo stava chiacchierando con un sorriso gentile e guardava con attenzione la piccola di casa, Lilith. Una ragazzina così bella da far invidia alle donne qui presenti, aveva i capelli intrecciati e un sorriso stupendo, appena vide suo fratello scattò in piedi e corse verso di noi.
"Chi è lei?" Chiese gentilmente indicandomi
"Sono Taylor tu devi essere la splendida ragazza che mi fa concorrenza" l'abbracciai visto che non ero una ragazza molto formale.
"Sei veramente bella!" Iniziò a chiedermi mille cose e risi dopo che Romeo le tappò la bocca
"Ci chiedevamo tutti chi era il biglietto in più pagato da Romy" disse uno dei suoi fratelli che dopo si presentò, era alto e molto bello. Aveva gli occhi marroni e i capelli biondi, strana combinazione ma lo rendevano lo stesso attraente. Salutò suo fratello Antony spettinandogli i capelli e questo gesto non fu preso bene da Mr possiedotuttaNewYork.
"Salve" mi avvicinai al tavolo con la paura di cadere, attirata l'attenzione su di me aspettai che quel deficiente mi presentasse ma non lo fece, rimase impalato lì a guardare le posate d'argento. Per svegliarlo gli tirai una gomitata nelle costole e dopo essersi piegato, ritrovò anche le buone maniere. Sentii delle risate da parte delle femmine della famiglia invece i ragazzi stavano seduti e giocavano con i tovaglioli
"Mamma, papà questa è Taylor" strinsi la mano a tutti e due e poi ci sedemmo, per uno strano caso mi trovai vicino alla madre che continuava a fissarmi
"Quindi chi è lei?" Sapevo a cosa alludeva, non mi aveva soprannominata tipo "la sua ragazza" o cose così ma sono aveva detto il mio nome
"Sono Taylor Morgan, avvocato e assistente di suo figlio nonché fidanzata" sorrisi e lui si tranquillizzò, poi diceva a me che facevo saltare la copertura pff
"Allora già mi piacevi quando hai picchiato prima Rome ma ora che ho scoperto che sei una mia collega ti adoro" scherzò lei
"Bè ovvio non sarò mai come lei! Ho letto dei suoi casi ed sono tutti così chiari e ben presentati per non parlare del fatto che una volta l'ho vista in azione, è stato il giorno più bello della mia vita" dissi senza fiato, era una delle più brave avvocatesse della città, da piccola ero venuta con mio padre ad un'udienza ma lui mi fece assistere ad altre cause in cui capitò proprio quella di Stella Maddison, credo sia il suo nome da nubile.
"Ah e io che pensavo che il giorno da ricordare fosse il nostro primo incontro" fece il finto offeso Romeo facendo ridere tutti
"Suvvia smettiamola di parlare di lavoro" disse Mike
"Ei moralista! Ho detto a Taylor che una sua amica può venire da te per avere un lavoro, si è laureata con il massimo dei voti non ti preoccupare" lui sorrise
"Quando vuole, ma almeno è carina?" Si rivolse a me e io annuii
"Più che carina, viene fra due giorni" costatai e iniziò un dibattimento sul cibo da ordinare. Per fortuna non c'era il buffet e neanche il menù già scelto, tutti optarono per piatti prelibati tranne la "piccola" che voleva patatine fritte e cotoletta ma i camerieri chiarirono che si possono fare solo due porzioni perché una sarebbe uno spreco o cose così. Perciò chiusi la lista di pietanze
"Io prendo lo stesso di Lilith, però vorrei anche del ketchup" tutti mi fissarono sbalorditi e la ragazza sembrò molto più felice
"Allora cosa ti ha portato qui in città?" Chiese Oliver, il padre di Romeo. Questa domanda mi preoccupò e cambiai subito espressione, non volevo rovinare questo bel momento con la mia storia triste così mentii
"Bè per il lavoro principalmente" fui schietta e il mio ragazzo lo notò perché strinse la mia mano sotto il tavolo e mimò con le labbra una frase tipo "cosa succede?" 
"Non ho capito il tuo cognome" Antony aveva parlato per la prima volta da quando stavamo a tavola
"Morgan" dissi io semplicemente e tutti si zittirono
"Non ditemi che ora non l'accetterete più!" Sembrava arrabbiato, ma lo calmai anch'io stringendo di più la sua mano che era poggiata sulla mia coscia
"No per nulla anzi, io e tuo padre eravamo molto amici" disse Stella
"Mi fa piacere..." Lilith non capì perché di tutto quel silenzio ma iniziò un discorso sul mio splendido vestito che tutti elogiarono, io mi sentivo in imbarazzo così andai in bagno per tranquillizzarmi. Trovai la strada da sola e impedii a Romeo di seguirmi, me ne pentii perché avrei voluta tanto tirargli un pugno in faccia e poi disdire il contratto.
"Salve" una voce mi fece spaventare, non pensavo ci fosse qualcuno. Una donna sbucò da una porta del gabinetto e mi sorrisi, era come tutte le donne dell'alta borghesia, magra ma con qualche imperfezione. Di sicuro era più vecchia di me perché delle minuscole rughe incorniciavano i suoi occhi, non sapevo perché mi avesse rivolto la parola
"Sono un'amica del suo fidanzato" si andò a lavare le mani e intanto io camminai verso di lei
"Oh bè buona sera" lei se ne stava andando quando si fermò sullo stipite della porta e si girò verso di me
"Sono Sarah" e se ne andò lasciandomi lì da sola, non ci misi molto perché avevo paura che al tavolo si preoccupassero, Romeo non poteva perché a lui non importava di me. Mi persi molte volte fino a quando non riconobbi una voce familiare, il mio capo era in una stanza vicino alla sala e stava animatamente parlando con qualcuno
"Dovevi lasciarla stare, l'hai fatto apposta ad andare alla toilette" fui sorpresa, non avevo mai visto questo lato di lui
"Sciocchezze e ora perché non andiamo in una camera libera" era la voce femminile più fastidiosa del mondo e poi cominciai ad immaginarmi la scena, lei che si avvicinava e lui che non resisteva alla tentazione
"No. Non devi più importunarla Sarah" ecco perché la voce femminile era così fastidiosa, era quella oca che avevo incontrato prima. Mi nascosi e aspettai la risposta di quella svampita ma sentii soltanto dei suoni di baci, mi sporsi e vidi proprio come si stavano svolgendo i fatti. Erano lì, lei era spalmata sul suo petto e il mio "ragazzo" stava fermo, acconsentiva quindi. Non mi dovevo preoccupare di quello, lui era libero alla fine. Bastava solo che nessuno lo vedesse in quelle condizioni e io stupida che gli facevo fare quelle cose, ritornai nel salone con un sorriso tirato sul volto e mi sedetti come se nulla fosse successo. Non parlai per il resto della serata con Romeo, solo in casi eccezionali ma poi comunicai soprattutto con il resto della sua famiglia e con qualche altro invitato che mi era presentato di certo non dal mio importante e conosciuto ragazzo che invece se la spassava con le più vecchie. Nel tragitto verso casa sua mi addormentai per la troppa stanchezza e non si poteva biasimare visto che quel giorno era stato il più esaltante e brutto giorno della mia vita. Non sapevo se si sarebbero sistemate le cose ma intanto io avrei preso posizione e non avrei permesso che accadessero cose del genere. Poteva scopare in privato non nel bel mezzo di una festa, poteva fare "l'amore" con tutte bastava che non lo scoprissi dopo. Ma intanto aveva detto che non voleva fare sesso con nessun'altra
«non puoi sapere se l'ha sbattuta su quel tavolo» ci si metteva anche la mia coscienza ora, come se non fossi già così tanto incasinata.
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MaricicaVallasca
Scusate per gli eventuali errori

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