chapter 30

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Mi pongo mille e tante altre domande.
E se fosse stato qualcosa di importante?
Ormai non posso fare più nulla.
Poso il computer provando a dormire ma è quasi impossibile, ho un ansia mista ad adrenalina che neanche una dose di tranquillante mi farebbe dormire.
Mi alzo dal letto mettendo le scarpe con un legghins e una felpa calda, un giubbetto dal capello circondato di piume e facendo attenzione esco dalla stanza prendendo dallo stipite il mio zainetto.
Scendo le scale lentamente.
Sono le 11.30Pm, Anne è sul divano che dorme davanti agli episodio di Grey Antomy ed io faccio di tutto per essere il più delicata possibile.
Apro la porta e per fortuna nessuno si è accorto della mia fuga.

Inizio a camminare per la salita verso il bosco, dritta al mio posto preferito.
Eccomi qui, dopo tanto tempo.
Con le scarpe sporche di erba e fango, il naso rosso per il freddo e una nuvola di fumo che esce dalla mia bocca.
Mi poggio sul bordo della scogliera, com'era mia abitudine fare.
La luna è grande quasi quanto la mia testa, sembra così vicina come se volesse farsi raggiungere e accarezzare.
Degli scricchiolii mi fanno distrarre dal panorama, mentre il mio corpo sembra immobile come impietrito da una strana magia nera.
I passi si fanno sempre più vicini quando a interrompere il dolce suono del silenzio e solo un lungo sospiro.
Riesco a girarmi con il capo verso gli alberi e un paio di anfibi risaltano ai miei occhi.
Potrei riconoscerli ovunque.
Pian piano alzo lo sguardo fino a incontrare i suoi occhi.
Il mio respiro si fa sempre più affannoso mentre lui si siede accanto a me con i piedi a penzoloni.
«Cosa ci fai qui?» la domanda mi esce stridula.

«Vengo quasi tutte le notti.» la sua voce è rauca e un leggero odore di fumo inebria l'aria.
Lui sposta lo sguardo su di me, mi squadra come se non sapesse ogni singola parte di me.
«I tuoi capelli sono più lunghi..» sono sicura che è un modo per non mostrarmi le sue emozioni. Come suo tipico.
«Perchè?» vado subito al punto, ne ho abbastanza di tutto questo tempo perso.
«Cosa perché? Sei tu che mi hai mandato via.» dice guardando avanti a se.
«Io...lo so» non avevo previsto che in questi giorni avrei affrontato tale persona.
«Ero arrabbiata in quel momento, pensavo solo a mia madre e a quello che avrei voluto dirgli...e tu eri così impegnato a programmare le nostre vite senza chiedermi se a me stesse bene, come se quell'evento fosse stato d'aiuto per la tua libertà. Volevo restare qui, forse perché ero convinta che in questo modo sarei stata più vicina a mia madre, ma mi sbagliavo.
Credevo potessi stare senza te, ma non è così.
Mi sbagliavo. Sei così indispensabile per me che eri diventato l'unico appiglio per non cadere negli abissi.
E mi dispiace così tanto, ma pensavo che saresti stato meglio senza di me.» mi interrompo perché la voce si spezza ed Harry allunga una mano per accarezzarmi l'interno coscia.
«Non mi sono mai convinta del tuo amore per me. Insomma sono solo io, non ho nulla in più a tutte quelle ragazze alte, dai capelli splendenti e i sorrisi smaglianti. Nulla a che vedere con una come me, dal trucco trasandato e le felpe giganti a coprire l'intero corpo. Perché avresti dovuto amare proprio me?» mi fermo, lui mi guarda e ad un tratto è come se iniziassi di nuovo a respirare.
Le sue labbra sulle mie, il suo sapore, il calore del suo corpo che mi riscalda.
Sono di nuovo a casa, e non c'è posto migliore che stare fra le sue braccia.
«Come potrei non amarti? Tu, che sei così bella anche quando ti arrabbi, anche quando cerchi di restare seria davanti ad una mia battuta.
Tu sei il bene nella mia vita, ed io ne ho bisogno, ne ho così bisogno che ogni notte vengo qui per stare un po più vicino a te...» abbassa lo sguardo ed io gli prendo il viso tra le mani sedendomi su di lui. Sento quasi che sto per cadere giù, ma nulla mi interessa. Harry mi porta più indietro spingendomi dalle natiche.
Mi è mancato questo calore, il suo profumo, la sensazione con cui le sue mani aderiscono sulla mia pelle.
È tutto ciò di cui ho bisogno.
E ho sempre pensato che non bisogna affidarsi all'amore per trovare la felicità, che le persone ti deludono troppo spesso per avere un compito così grande. Ma è successo, lui è la mia felicità.
Mi bacia il collo, poi il mento fino alle labbra. Le morde, le assaggia ne fa la cosa più bella di questo mondo non sapendo che ai miei occhi la cosa più bella al mondo è lui.
«Ora è meglio che ti riporti a casa prima che qualcuno si spaventi» dice Harry facendomi scendere dalle sue gambe. Io annuisco, perché il fiato mi manca ancora.
Arriviamo con la sua moto a qualche metro da casa mia.
«Vieni anche tu...» non ci penso due volte, non lo voglio perdere ancora.
«Non posso, c'è tuo padre..» si massaggia la nuca, Hazel avrà letto tutte le lettere che gli mandavo.
«Non ti preoccupare e fuori per lavoro, ed Anne ed Elle non si accorgeranno di nulla» gli porgo la mano e lui mi tira a se.
Si sporge vicino al mio orecchio e sussurra.: « mi dispiace piccola, ma devo andare.» mi bacia in quel punto dove sa che mi vengono i brividi e mi lascia scivolare tra le sue braccia.
Dispiaciuta attraverso dall'altro lato della strada per entrare in casa mentre lui mi aspetta.
Da lontano mi saluta, io mi giro dall'altro lato per entrare.
«Non posso» sussurro.
Corro verso di lui abbracciandolo.
Lui resta stupito, immobile per qualche istante per poi coprirmi con le sue braccia.
«Resta»
«Non...» lo interrompo baciandolo.
Lui approfondisce il bacio stringendomi forte.
«Tu non pensare mai più che io non ti ami okay?» mi bacia la fronte per poi entrare con me in casa.

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