Chapter 22

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Povs. Edith
Una forte ondata di calore mi colpisce il viso,sento il profumo di casa,il profumo dei fiori di mia madre,la piccola voce di Johnathan che parla in cucina. Apro gli occhi davanti a me c'è Hazel che guarda davanti a sé, con aria malinconica. Mi metto a sedere sul grande divano del nostro salone,lei mi guarda e si siede di fianco a me.
-Cosa ci faccio qui?- dico facendo un piccolo sbadiglio.

-ehm...bhe..tu,Harold ti ha cacciato via ,e un taxi ti ha portata qui- dice tutto d'un fiato come se quelle parole non fossero le sue.
Resto allibita da questa sua affermazione,non ricordo nulla il forte mal di testa mi sta divorando. Lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere,eppure l'ha fatto.
Mi prendo il viso tra le mani per cercare di far smettere alla mia testa di battere come un martello. Vorrei tanto non aver fatto quello stupido gioco.
-Ed ora? Dov'è lui?- chiedo preoccupata ad Hazel.

-se ne andato,non mi ha detto più niente- dice Hazel con un filo di voce,lei ed Harold erano inseparabili dove c'era uno c'era l'altro. Abbraccio Hazel provando a confortarla e lei mi rivolge un piccolo sorriso debole.
- Salgo un po in camera,ho bisogno di smaltire questo alcool.-salgo le scale ed entro in camera. Sto cercando la mia borsa,quella che ho portato con Harold..la mia borsa!!. È lì in quella casa,ho tutto lì dentro. La mia macchina fotografica il mio taccuino per disegnare,tutta la mia vita è lì,in quella casa ormai abbandonata.

Cerco il mio cellulare tra le tasche del pantaloncino e lo trovo. Chiamo subito Harold.
Squilla.
Due squilli.
Tre squilli.
-Pronto..- sento un frastuono di auto e clacson.
-Harold oh mio dio,dove sei??-gli chiedo facendo un sobbalzo dal letto.
-Sto bene,ora devo andare- dice freddo Harold,ed io mi sento mancare l'aria,non lo sentivo così freddo da quella volta che vide me e Nick sul terrazzo della scuola.

-Aspetta,anche se per qualche assurda ragione a me scura sei arrabbiato con me,ho bisogno di sapere dove andrai e quando tornerai-cerco di dire il più velocemente possibile prima che lui attacchi. Sento un suo sospiro ma subito dopo un bip.
Niente ormai,non tornerà più da me,ne da sua sorella ne dalla sua famiglia. Proprio quando stavo sentendo...no,non stavo sentendo un bel niente. Lancio il cellulare per l'aria. Me ne fotto della fotocamera e dell'album. Di tutto,ho bisogno di lui è lui non c'è.
Sbatto la porta di camera mia e sento un rimprovero da mia madre. Fanculo anche a lei,non può andarsene così,senza un motivo senza dire nulla. Non dovrebbe importarmi di lui così tanto eppure m'importa come se fosse l'unica cosa importante nella mia vita.

-Edith,noi usciamo dobbiamo andare fare una visita alla nonna di Hazel,ti ho lasciato della pizza nel forno- urla mia madre dal piano di sotto ed io come risposta do un calcio alla porta. Non so da dove esca fuori tutta questa forza,ma sono così arrabbiata che vorrei solo buttare tutto per l'aria. Sento la porta sbattere,ed io apro la mia scendendo al piano terra.
È quasi ora di cena,ma non ho fame,ho voglia dell'avventura che lui mi aveva promesso,ho voglia della pazzia che lui mi aveva promesso,ho voglia di lui.

Prendo una fetta di pizza,e mi incammino verso il salone per vedere qualche film sul divano.
Noto dalla scale una luce,quella luce che mi incuriosiva da sempre. Prendo la pizza tra i denti e con due mani provo ad alzare il penultimo scalino. Si alza piano,ed esce ancora più luce, una luce giallognola e accecante.
Sotto di me c'è una piccola scala di legno,faccio attenzione a dove poggio i piedi e le mani. Poggio un piede a terra per poi atterrare su dei cuscini posti per terra sotto la scale. Prendo la pizza che ho tra i denti e la butto nel piccolo cestino vicino alla scrivania. Mi guardo intorno.
Ci sono disegni, dipinti per tutta la stanza. Sulla scrivania è ancora accesa la lampada che fa luce ad un disegno incompleto. Rappresenta una donna dai capelli lunghi e ondulati. Guarda l'orizzonte sui pendii di un precipizio e un piccolo bambino dai capelli ricci che da lontano la guarda piangendo.
In ogni disegno c'è la sua firma,Harold Styles.
Non immaginavo avesse questo mondo dentro di se. Nell'angolo della stanza c'è una chitarra con dei fogli sparsi attorno,leggo qualche frase e mi innamoro di quella canzone. Prendo il foglietto con su scritto la canzone lo ripiego in piccole parti e lo poso nella tasca. Sento il rumore della porta d'ingresso che si apre,tiro velocemente il piccolo filo di corda e la scala si chiude. Non emetto un suono,mi tappo la bocca con una mano. Sento dei passi salire le scale,dei passi che solo io posso sapere di chi sono.
Non sento più niente,salgo sulla scala di legno e apro piano il piccolo gradino.
Esco da quella stanza magica,portando con me la bustina di plastica con dentro la fetta di pizza. Vado in cucina e butto il sacchetto nella pattumiera.
La porta di ingresso sbatte violentemente, mi affaccio alla cucina e mi guardo intorno. Salgo nella mia stanza per posare il foglietto nel cassettino della mia scrivania. Sul mio letto c'è la mia borsa, la borsa nera che ho dimenticato in quella casa. Come un lampo di genio corro fuori casa,ma non c'è nessuno. Era lui,era tornato solo per portarmi la mia borsa,come se sapesse che tutto ciò che avevo dentro era importante. Se solo sapesse che in questo momento l'unica cosa che era importante per me era vederlo.
Controllo che non ci sia nessuno in casa,e mi rifugio di nuovo in quella piccola stanza. È così magica,è così sua. È una parte di Harold che nessuno conosce,e mi sento quasi fortuna ad aver scoperto questo lato di se. Mi soffermo su uno dei tanti disegni posti sulla parete.
Uno è fatto completamente a matita,rappresenta questa ragazza dai capelli lunghi scuri di spalle appoggiata ad un ragazzo riccio su una scogliera,la nostra scogliera. Siamo io e lui. La prima sera che lui mi ha fatto conoscere quel posto. Quella sera in cui facendo quel gesto,lui si irrigidì facendomi scappare via da lui.
Sembra passato così tanto tempo da quel momento.
Esco dalla stanza segreta di Harold. E mi precipito fuori di casa. Cammianado verso il nostro posto magico,verso la nostra scogliera.

Sono qui sulle pendici,con i piedi che penzolano. Il vento è forte,così forte da farmi scendere una lacrima. Guardo giù.
Ricordo quando ieri,ci siamo lanciati per il mio compleanno,quando lì tra le onde gelide del mare i nostri corpi sono andati in fiamme un al tocco dell'altro.
Quel ragazzo mi ha fatto uscire di testa,tutto di lui ha accesso in me quella voglia di vivere che non avevo da tempo.

Sento il cellulare vibrare nella mia tasca. Ho ancora indosso i pantaloncini di Hazel,dovrò scusarmi con lei.

-mamma dimmi-rispondo subito dopo il primo squillo.

-Tesoro,siamo fuori casa,potresti venire e darci le chiavi?- mi chiede mia madre troppo dolcemente. Annuisco,come se mi potesse vedere e riaggancio.

Vedo l'auto di Giorg ferma davanti casa. Hazel è appoggiata su uno degli sportelli. Mi rincorre e mi abbraccia.

-non ci vediamo da qualche ora- dico ridendo.

-Mi sei mancata lo stesso- dice trasciandomi davanti casa.
Mi fa correre in camera. Mi porge una busta con un vestito all'interno.

-Aguri piccola Edith,credevi che mi sarei dimenticata del tuo compleanno!-mi ricopre di nuovo con uno dei suoi grandi abbracci.
La ringrazio e mi ordina di indossare il vestito. È blu notte,ha una scollatura a cuore che mi risalta fin troppo il seno,la gonna è ampia e arriva un po sopra il ginocchio. È bellissimo,anche se non mi sento me stessa. Mi porge un paio di decoltè nere,alte più o meno come quelle che avevo preso in prestito dal suo armadio.
Mi fa sedere sulla sedia della mia scrivania e in meno di 10minuti mi acconcia i capelli con due splendide trecce che partano dalla fronte fino a ricadermi sulle spalle.
-Grazie mille per tutto questo,ma perché?- le dico abbracciandola.

-Shh,non posso dirti niente. Devi solo stare ferma ora,che ti aggiusto un po il trucco- supplico Hazel di andarci piano,e segue le mie istruzioni. Solo un po di mascara e di fard. Ha insistito con il rossetto bordeaux ed io ho ceduto alle sue grida.

Scendiamo le scale e mi fa entrare nell'auto di Giorg. Mia madre è seduta sul sedile davanti e Giorg alla guida.

-Auguri tesoro mio,sei splendida- dice mia madre sporgendosi dal sedile.

-Sei davvero bella-mi complimenta Giorg ed io gli porgo un sorriso dolce.

Mi sento fuori posto,e il solo fatto di non sapere cosa succederà mi mette ansia. Hazel mi guarda e sorride, non sembra più triste come prima. Forse Harold è andata anche da lei,forse è stata tutta una finzione e forse sarà lì ovunque stiamo andando a farmi una sorpresa.
Sono solo film mentali,non ci sarà.
Mi ricorda il mio subconscio.
Arriviamo davanti ad una casa,molto grande. Scendo dall'auto e quando intravedo da lontano quei capelli mossi sento quasi le gambe cedere.

Spazio autrice
Scusatemi troppissimo se non ho aggiornato il prima possibile. E scusate anche che il capitolo precedente è cortissimo. Perdonatemi,vi amo e grazie mille per le 1.2k.🌹❤

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