Era notte.
Ero sdraiata a letto, nella stanza di mio fratello. La fioca luce della mia lampada notturna generava riflessi vermigli sulle bianche pareti.
Non riuscivo a prendere sonno. Era già tanto che i miei mi avessero concesso di dormire in quella camera vuota, visto che nella mia avevamo trovato un'invasione di tarme.
Mio fratello Francis fu ucciso 12 anni fa in un incidente stradale, quando io ne avevo solamente sette.
Il suo giovane corpo, a detta dei dossier della polizia, fu dilaniato in varie parti in modo talmente cruento che i miei non vollero neanche vederlo.
Così quella stanza rimase abbandonata per più di un decennio, impolverata e piena di ragnatele. Fungeva come da tomba per l'amato violoncello che mia madre regalò a Francis e che rimase intoccato da quell'orribile pomeriggio.
Ripensare a quelle situazioni mi mise molto a disagio, così andai in cucina evitando di fare rumore e presi un bicchiere d'acqua.
Ero talmente tesa che ogni scricchiolio provocato dai miei passi su quel vecchio parquet, mi dava l'impressione che qualcuno mi stesse camminando dietro.
Risalite le scale, anche quelle scricchiolanti, rientrai in camera e richiusi subito la porta alle mie spalle.
Avvertivo l'oppressione provocata da quei pensieri così cupi, come se all'improvviso, il mio cuore facesse fatica a battere.
Mi sentivo in colpa, perchè Francis aveva litigato spesso con i miei, credendo che mi trattassero come la figlia privilegiata della famiglia.
Tra lo scorrere di brutti ricordi nella mia mente, la tarda ora si fece sentire e provai, solo un'ultima volta, a chiudere occhio sotto le calde coperte del letto di mio fratello.Spensi la luce nottura e mi abbandonai alla stanchezza accumulata dopo una lunga giornata di scuola.
Dopo pochi secondi di incoscenza, lo sentii... come in tutti i sogni che feci da quel lontano 20 novembre 1984.
Sentii delle corde vibrare.
Era un violoncello.
Una candida melodia di requiem, triste, malinconica ed opprimente, fu scaturita da quello strumento che in realtà aveva donato tanta felicità e spensieratezza al mio amato Francis.
Come in un sogno lucido, mi ricordo di aver guardato appena accanto al mio letto, vedendo il mio dolce fratellino suonare , seduto sulla sua amata poltrona rossa, col violoncello accanto a se.
Con le sue mani sporche di catrame, fece scorrere sapientemente l'arco sulle corde del violoncello, ma, improvvisamente, si fermò.
Ci guardammo negli occhi per qualche secondo.Poi realizzai.
Ero sveglia.
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Creepypasta & Altro €:)
HorrorBenvenuti amanti dell'horrore ,se la notte volete restare svegli questo è il libro giusto. Qui scriverò delle Creepypasta , giochi, leggende e altro . Mie o non mie ,conosciute e non conosciute. Per chi non sapesse cosa sono le creepypasta : Sono de...