2.Sono la vittima.

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Insieme a me in carcere, ho portato la mia lametta.
In fondo ho sempre detto di essere sola, ma in realtà non lo ero, mi sfogavo sulla lametta e lei su di me.

Era un modo di esprimere la vergogna che provavo dentro di me.

"Signorina, è libera."disse una guardia sorridendomi.
Mi alzai e andavi verso l'uscita con le valigie e vidi Don Graziano che mi aspettava fuori.
"Don Graziano"dissi sorridendo.
"Ciao Jade -sorrise-vorrei chiederti una cosa, spero che tu accetterai."
"Dica pure."dissi curiosa.
"Vuoi vivere nella mia casa? Ci sono i miei amici pure. Ci sono anche due tuoi coetanei."disse contento.
Accettai volentieri e mi accompagnò a casa sua.

"Buongiorno."dissi entrando imbarazzata con Don Graziano.
"Lei è Jade."disse sorridendo don Graziano.
Mi girai verso i due ragazzi che mi guardavano e i miei occhi incrociarono quelli di un ragazzo dai capelli castani chiari e gli occhi azzurri come il ghiaccio, solo al guardarlo ti ci perdevi talmente erano belli.
"Sono Aurora"disse una bambina tirandomi la maglia.
"Ciao Aurora, sono Jade."dissi piegandomi alla sua altezza e sorriderle.
"Io sono Elena"disse la ragazza sorridendo.
"Piacere."sorrisi.
"Tomas"disse il ragazzo con gli occhi di ghiaccio.
"Lei è Roberta e lui è Piero."disse Don Graziano.
"Piacere."sorrisi ancora.

"Questa sarà la tua stanza."disse Roberta felice.
"Grazie signora."dissi entrando ammirando la stanza.
"Per favore,chiamami Roberta."sorrise e se ne andò.
"Jade,spero che ti troverai bene qui."disse Tomas sorridendo.
"Ehm,grazie."dissi imbarazzata.
"Tutto bene?"disse preoccupato.
"Si,perché?"chiesi curiosa.
"Ti si legge negli occhi che non stai bene."disse prendendo la mia mano.
"Gli occhi mentono."Risi.
"Non è vero,gli occhi non mentono mai."disse.
Rimasi in silenzio.
Lui è riuscito a leggermi negli occhi, quando nessuno se n'è accorto.
Ma ora che ci penso nessuno mi è mai stato vicino,prima di incontrare Don Graziano.
"Dobbiamo pranzare."disse Elena entrando sorridendo.
"Si."dissi e la seguii.

Tornai in stanza e mi stesi sul letto e iniziai a piangere.
"Andrà tutto bene. Da oggi in poi la tua vita cambierà."disse Don Graziano sedendosi sul letto.
"Non penso, avrò sempre il rimorso del mio passato."dissi e lo abbracciai.
Vidi Tomas che stava fuori insieme a Aurora che ci guardavano.
E piano piano si allontanarono.

Erano le 17:45 e io stavo fissando il soffitto.
"Ehi,disturbo?"disse Tomas entrando e chiudendo la porta.
"No."sorrisi e si sedette vicino a me.
"So che non ci conosciamo da tanto,ma solo da stamani. Ma appena ti ho vista ho capito che tu non stai bene. Cosa ti succede?"disse prendendo la mia mano e sorridermi.
"Niente -scoppiai a piangere.- la vita è bastarda e io ne sono la vittima."
"Non dire così, cosa è successo?"disse accarezzandomi il viso.
"Non lo sa nessuno,apparte Don Graziano."sorrisi e sentii la porta aprirsi.
"Jade,sono venuti i carabinieri."disse Don Graziano guardandomi.
"Si, ora vengo."dissi alzandomi.
Mi girai verso Tomas e mi guardava curioso.

"Signorina, deve venire con noi."disse il capitano.
"Certo."dissi e mi accompagnarono all'uscita.

Arrivammo all'ospedale.
"Cosa ci facciamo qua?"dissi spaventata.
"Il ragazzo che l'ha violentata, vuole vederla."disse il maresciallo.
"Cosa?No, io non voglio vederlo."incominciai a piangere.
"Le staremo affianco."disse il capitano rassicurandomi.
Respirai e entrai nella stanza accompagnata dai carabinieri.
"Ciao."disse il ragazzo.
Non riuscì a guardarlo in faccia.
"Guardami."gridò.
"Si calmi."disse il capitano guardandolo male.
"Non riesco a guardare una persona del genere, che pur di avere una donna,la violenta- piangevo e mi stringevo il braccio- Non ho altro da dire."
"Non te ne andare."urlò.

Scappai dall'ospedale e vidi Tomas appoggiato alla sua moto e stava fuori, corsi verso di lui.
"Andiamocene."dissi prendendo il casco.
"Che succede?"cercava di calmarmi.
"Andiamo e ti racconto."dissi piangendo e mettendomi il casco.
"Okay."disse sedendosi sulla moto.

Arrivammo al parco e ci sedemmo su una panchina.
"Allora?"disse Tomas.
Mi accesi una sigaretta.
"Qualche settimana fa, stavo comprando la roba da un tizio e invece dei soldi,voleva me. Ma non volevo, mi ha violentata e io l'ho colpito."dissi piangendo.
"Mi dispiace."mi abbracciò.
Ci guardammo negli occhi,ci avvicinammo piano,ma mi allontanai.
"È ora di andare"dissi alzandomi e prendere il casco.
"Si."disse prendendo il casco.

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