9. Non era amore.

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Da quando Elena se n'è andata Roberta non sta bene. Le manca molto.

"Ehi..."dissi abbracciando Roberta.
"Mi manca."disse piangendo.
"Tornerà presto per salutarti,manca molto anche a me."dissi sorridendo e piangendo.
"Non penso che verrà presto."se ne andò, lasciandomi continuare il lavoro che aveva lasciato in sospeso.
"Buongiorno."disse Tomas entrando in cucina.
"Buongiorno anche a te."dissi.
Anche lui è strano,ma forse è una cosa normale in questa casa.
Di solito quando si sveglia,mi abbraccia e mi bacia.
"Successo qualcosa?"chiesi andando vicino a lui.
"No, vado a fare un giro."disse e se ne andò.

Cosa è successo? Perché è strano anche lui? Gli ho fatto qualcosa?

Le stesse domande continuavano a tormentarmi senza trovare nessuna risposta.

Mi arrivò un messaggio.
"Starò fuori tutta la giornata. Non mi cercare. Tomas."
"Ma...cosa cazzo è successo?"dissi a bassa voce.
Dopo un pò vidi arrivare Don Graziano, Roberta e Piero con delle valigie.
"Don Graziano,dove andate con quelle valigie?"chiesi curiosa.
"Roberta vuole andare a Parigi. E voglio andare anche io per salutare Elena e per visitare la città."disse mettendo le altre cose sue in valigia.
"Ma... devo stare da sola?"dissi preoccupata.

Da quel giorno che mi hanno violentata ho paura di stare sola.
"Starà Tomas con te."disse certo.
"Non viene con voi?"Chiesi.
"No."rispose.
"Don Graziano,non so cosa stia succedendo a Tomas,ma è strano."dissi sedendomi vicino a lui.
"Parlane con lui e vedi cosa dice."sorrise.

"Forza,andiamo. L'aereo non ci aspetta."disse Roberta gridando.
"Quanto starete via?"Chiesi quasi in lacrime.
"Poco."rispose Piero abbracciandomi.
Mi abbracciò anche Roberta e mi sorrise. Mi abbracciò forte anche Don Graziano e mi sussurrò un "mi raccomando." Che mi fece venire l'ansia.

Se ne andarono e rimasi sola in casa.
Tomas doveva stare tutta la giornata fuori. Io adesso dove vado?
"Uff...vado un po' in giro."pensai.
Mi preparai e uscii.
Vidi il capitano e il maresciallo che parlavano e il capitano era abbastanza nervoso.
"Signorinaa"gridò il maresciallo.
Sorrisi e andai verso di loro.
"Buongiorno."dissi sorridendo a trentadue denti.
"Qual buon vento vi porta qui?"chiese il maresciallo sorridendo.
"Maresciallo,la signorina abita a casa di Don Graziano. Qui dietro."disse il capitano ridendo.
"Giusto."rispose il maresciallo.
"E comunque vi avevo detto che dovevate darmi del tu."dissi ridendo.
"Va bene. Anche tu potresti darci del tu."rispose il capitano.
Poi rimase immobile appena vide una ragazza.
"Ti piace?"dissi ridendo.
"È la mia fidanzata. Tra pochi giorni ci sposiamo,ma abbiamo litigato."disse un pò triste.
"Ah..."dissi.
Sapevo cosa si provava litigare e star male,ma non sapevo cosa si provasse litigare prima di sposarsi.
"Vado in caserma."disse il capitano. Stava per andarsene,ma lo ferma il maresciallo.
"Perché non possiamo farci dare da lei dei consigli."disse il maresciallo rivolgendosi al capitano.
"Maresciallo, non si impicci troppo."disse il capitano.
"Cosa è successo?"chiesi molto volentieri di aiutare.
"Hanno litigato perché la sua fidanzata,l'ha trovato con la p.m,ma in realtà stavano parlando di lavoro. Non hanno fatto altro."disse il maresciallo.
"Le dispiace se parlo io,visto che sono il diretto interessato?"disse il capitano nervoso.
"Scusi."disse il maresciallo ridendo.
"Beh, io direi di..."mi fermai appena vidi la ragazza con un altro ragazzo.
Si girò il capitano e non diceva più niente.
La sua fidanzata e questo ragazzo si baciarono.
Il capitano entrò in caserma appena lo vide.
Il maresciallo lo seguii e mi fece cenno di andare con lui.

Entrammo in caserma e tutti gli occhi erano puntati su di me.
"È un'amica."disse il maresciallo rivolto verso tutti mentre mi accompagnava nell'ufficio del capitano.
Risi per come lo aveva avvisati,ma ero contenta.
Sentimmo che stava parlando al telefono.

"Anna,non mi importa. Credo proprio che non ci sposeremo più. Annulleremo tutto e noi due ci lasceremo. Ognuno per le proprie strade."disse per poi chiudere.
Ci vide che stavano vicino la porta e ci fece cenno di entrare.
"Sua nipote è davvero pazza."disse il capitano rivolto al maresciallo.
"È tua nipote?"chiesi stupefatta.
"Si,ma perché non vi sposerete più?"chiese il maresciallo.
"Ha baciato un altro."rispose il capitano calmo.
Non sapevo che dire,che fare. Infondo la ragazza ha sbagliato. Ad un passo dal matrimonio lei lo tradisce.

La nipote del maresciallo lo chiamò e disse che al pranzo andava con il ragazzo che si chiamava Daniele.

"Ha pure il coraggio di farlo venire a casa sua in presenza mia?"disse il capitano stupefatto.
"Lei faccio lo stesso."disse il maresciallo convinto.
"La p.m sta a Roma."rispose arrabbiato.
"Ma sta lei."mi indicò il maresciallo.
"Maresciallo ho 19 anni e il capitano ne ha 32"dissi.
"fai finta che ne hai 30"disse.
"Ma lei è pazzo come sue nipote."disse il capitano alzandosi.
"Perché?"disse il maresciallo sorpreso.
"Si vede che non ha 30 anni."rispose il capitano esausto.
Nel frattempo mi arrivò un messaggio.
"Non torno nemmeno questa notte,forse domani. Tomas."
"Facciamolo-mi guardarono-magari dico che ho ventisei anni."dissi certa.
"Perché no? Quanto mia nipote."disse felice il maresciallo.
"Okay,facciamolo."disse il capitano un po' preoccupato.

Il pranzo andò tutto bene.
Hanno capito entrambi che si amano e i giochetti del "se lo fai tu,lo faccio io.",non bisogna farlo alla loro età e invece di scappare, bisogna chiedere spiegazioni.

Di Tomas nessuna notizia dopo quel messaggio.

Sono le undici e mezza di sera, ho passato una bella giornata con i miei due nuovi amici,ma era ora di tornare.
Salutai tutti e mi incamminai verso casa.

Mentre andavo a casa vidi Tomas appoggiato sulla sua moto che fumava.
Mi avvicinai a lui.

"Beh? Che ne dici di tornare a casa?"dissi sorridendo.
"Non posso."rispose acido.
"Ma che ti prende?"chiesi ormai stufa del suo comportamento.
"Niente"rispose e si mise il casco.
"Non te ne andare, altrimenti tu non mi parlerai più e non avrai più nessun contatto con me."dissi nervosa.
"Non pensi che sto lontano da te per questo?"chiese nervoso anche lui.
"Ma che ti ho fatto?"urlai.
"Tra di noi è stata solo una storiella. E basta, io non duro tanto con le ragazze."disse mettendosi sulla moto.
Gli tolsi il casco.
Lui si aspettava un bacio,ma io gli ho dato uno schiaffo.
"Adesso puoi andare."dissi piangendo.
Se ne andò nervoso e io tornai a casa piangendo.

Mi hai salvato.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora