Now?

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I Velocisti portarono immediatamente Minho nella radura, dove gli iniettarono il Dolosiero.

Per giorni e giorni le grida del ragazzo echeggiarono nella Radura.

A Jenna fu vietato l'ingresso nella sala dove Minho era tenuto.

Ma lei, la notte, riusciva ad entrare.

Quella sera, dopo che tutti si furono addormentati, passò dalla finestra.

"Mí, come va?" disse.

Okay è stupido parlare ad un ragazzo che urla per il dolore e che neanche può sentirti, si disse Jenna.

In fondo aveva ragione.

Minho era li, che urlava e respirava a fatica.

Jenna appoggiò l'orecchio sul petto del ragazzo. Poteva sembrare da pazzi, ma lei voleva ascoltare il suo cuore.

Tum, tum,tum.

Il battito era veloce. Molto veloce.

Ad un tratto, Minho apri gli occhi.

Ma non era passata la Mutazione.

Iniziò a gridare come un matto e a cercare di scappare.

Fortunatamente era legato al letto.

Jenna provò a calmarlo ma senza successo.
Iniziò davvero a preoccuparsi per lui.

Guardò fuori dalla finestrella e vide Newt.

Uscì velocemente e andò da lui.

"Newt, non dovremmo preoccuparci un po' di più per Minho? Sta andando fuori di testa!"disse lei.

"Succede a tutti quelli che sono stati punti, non c'è da preoccuparsi"

Jenna rimase un po' delusa dalla sua risposta.

Poi tornò da Minho.

***

Passarono altri tre giorni, ma Minho non  accennò mai a tornare normale.

Si iniziò addirittura a pensare che era tempo di esiliarlo nel Labirinto.

Ovviamente, quelli che pensavano ciò erano le persone che non sopportavano il ragazzo.

Ma Newt, Alby e Jenna si opposero. E Minho non fu mandato via.

Finalmente, dopo 5 giorni e 7 ore, Minho prese di nuovo il controllo del suo corpo.

Immediatamente, Jenna gli saltò al collo.

"Ciao, J"

"Oh, Mí  non puoi immaginare quanto tu ci abbia fatto preoccupare" disse la ragazza.

Dopo anche Newt ed Alby lo salutarono e abbracciarono.

"Come è che mi hai chiamata?"domandò Jenna dopo che gli altri ragazzi se ne furono andati.

"J, quanto tempo sono stato ehm, cosi?"

"Cinque giorni"

"Sai che durante la Mutazione si ricordano delle cose?"

"Si me l'hanno detto"

"Dopo dobbiamo parlare"

Lei annuì. E il ragazzo usci dalla stanza.

"Un po' d'aria, finalmente!"inspirò.

Jenna decise di andare a riposare, dopo tutte le notti insonni, le ci voleva proprio una bella dormita.

Si addormentò quasi subito.

"Sai J, io credo che le stelle siano come delle fate, nel senso, come degli angeli che fanno andare tutto bene. Vedi ora, siamo felici, no?"

"Mmm"

"Non sembri molto convinta"

"Si, non penso che ora noi siamo molto felici"

Il bambino si avvicinò a J e le diede un bacio a stampo.

"Ora?"


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