Goodbye

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Era già passato un mese da quando Minho era stato punto.

Jenna aveva provato altri lavori, e alla fine constatò che quello adatto per lei era coltivare.

Niente di laborioso, ma importante per la sopravvivenza della Radura.

Alla mattina e al crepuscolo si incontrava con Minho.

Oramai erano ritornati ottimi amici.

Ogni tanto si guardavano intensamente, senza emettere rumore.

E in questi momenti pensavano.

Pensavano a quanto bella fosse la persona davanti a loro.

Pensavano al loro primo incontro.
A come se ne erano dette.

In quel preciso momento era mattina.

Non le dieci, le undici.

Le cinque di mattina.

Le Porte si dovevano aprire  a momenti.

Jenna si alzò della sua amaca e, lentamente, ancora assonnata, si avvicinò ai muri.

Muri davvero immensi. L'edera che si trovava sopra di quest'ultimi, arrivava solo fino ad un certo punto, a circa due metri dalla fine del muro.

Avevano detto che avevano provato ad arrivare fino a là e che l'edera non era abbastanza alta.

Avevano ragione.

Ma Jenna, in quel momento aveva bisogno di libertà. Non ne poteva più di stare in quel posto.

Sebbene avesse familiarizzato con la maggior parte dei ragazzi, non si trovava bene.

Aveva bisogno di un cambiamento.

"Ehi!" disse una voce dietro di lei.

"Ehi buongiorno" rispose ancora assonnata.

"Perché non dormi?" fece Minho.

Tutti i giorni la stessa domanda.

In fondo io ragazzo si preoccupava per lei, ci teneva.

"Cosa c'è dentro il Labirinto?" anche lei aveva una domanda giornaliera. Ed era sempre questa.

Nessuno dei due rispondeva all'altro. Rimanevano ad osservare le Porte, finché quest'ultime non si aprissero.

Minho non partiva subito.

I suoi compagni non arrivavano mai giusti, quindi rimaneva ancora con Jenna.

"Allora, J, che mi dici? È da tanto tempo che sei qua, ti sarai fatta un'opinione"disse il ragazzo.

"Si, e trovo la Radura abbastanza confortevole, tranne per le docce, ne ho fatte di migliori, credo" umorizzò.

"Ma la trovo anche orribile, sia per il fatto che noi non velocisti non possano entrare nel Labirinto, insomma abbiamo il diritto di vedere cosa c'è dentro, dico io. No?"continuò.

"Una volta per tutte, Jenna, basta. Non puoi entrare qua dentro. È pericoloso fine.

Non puoi lamentati e fare la bambina solo perché alcuni possono e altri no. Sappiamo benissimo che quelli non allenati si perderebbero dentro il Labirinto e morirebbero. Specialmente te!" la rimproverò.

"Mi stai dicendo che non vivrei neanche un secondo all'interno del Labirinto?" rispose indignata.

"Si, non sopravviveresti neanche un millesimo di secondo, senza il mio aiuto"disse Minho.

Le porte erano aperte già da una decina di minuti e i compagni di Minho ancora non erano arrivati.

Pochi minuti dopo ecco che due figure, provenienti dal Casolare, raggiunsero il ragazzo asiatico.

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