CAPITOLO 9

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Ariana pov's

Eravamo a pochissimi centimetri di distanza, ero certa che qualcosa sarebbe successa.

Insomma non ci stavamo certo ispezionando il naso a vicenda.

Era un momento cosí, non saprei neanche come definirlo, particolare.

C'era un'atmosfera un pò tesa, ma allo stesso tempo c'era intesa tra di noi. Qualcosa sarebbe successa.

Ed io dentro di me già immaginavo che di lì a pochi secondi avrei finalmente baciato quelle labbra, che tanto mi chiamavamo da giorni.

Eppure dovevo immaginarlo che non poteva andarmi tutto per il verso giusto. Non mi era mai capitato, figuriamoci.

E infatti proprio nel momento culminante della serata, quando le sue labbra erano ormai a due millimetri dalle mie e i suoi occhi quasi si chiudevano intenti a baciarmi, non so cosa mi è passato per la testa. Forse volevo eccitarlo, non so di preciso, non voglio neanche saperlo per quanto me ne vergogno.

Feci per mordermi delicatamente il labbro e invece... E invece mi diedi un morso talmente forte da farmi uscire le lacrime dagli occhi e farmi sobbalzare dalle sue gambe.

Subito lui spalancò gli occhi e si allontanò. Ecco. Momento rovinato. Fanculo. Pensavo.

Avrei voluto dirgli di lasciar perdere e di tornare a dove eravamo rimasti, ma non potevo. Non potevo assolutamente fargli pensare che volevo baciarlo.

Insomma non si elemosinano i baci. Mai.

Appena si rese conto di quello che era successo, vedendomi mentre provavo ad alleviare il dolore che avevo al labbro, scoppiò a ridere.

"Ti sei morsa il labbro?"

Finsi indifferenza, ma veniva da ridere anche a me.

"Non lo so, non credo."balbettai qualcosa giustificandomi.

Lui rise ancora, lo facevo anche io nonostante mi sentissi a disagio. Che figura di merda. Avevo rovinato tutto.

Mi sentivo una stupida. Avevo perso un'occasione, pensai. E che occasione.

E così mentre lui non si tratteneva e continuava a ridere senza problemi, io cercavo di alleviare il dolore che ancora provavo.

Improvvisamente si fece serio, il che mi spaventò.

"Scusami, va tutto bene?"mi chiese, sorridendo ancora cercando di non farsi vedere. "Credo di si."risposi, senza neanche guardarlo.

Notò la mia espressione imbronciata e mi sorrise.

"Hei, ti va di bere qualcosa? Il locale è aperto stasera." La sua proposta mi sembrò da subito interessante.

Insomma non eravamo nel fine settimana e solitamente non uscivo mai nei giorni lavorativi, per via degli orari sballati. Ma in fondo non poteva esserci tanta gente, e poi avremmo semplicemente bevuto qualcosa per poi tornarmene a casa ad un orario decente.

Perchè avrei dovuto rifiutare?

"Si, ma poi mi riaccompagni subito a casa. Domani mattina ho da lavorare."
"Per le undici sei a casa, promesso."mi sorrise alzandosi dalla panchina e porgendomi la mano.

"Anche prima."risposi dandogli la mano.

Ci dirigemmo verso l'auto.

Il cattivo umore di poco prima era ormai scomparso. E lui aveva per un attimo lasciato da parte i pensieri e quel suo sguardo preoccupato, per far spazio ad un sorriso smagliante.

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