CAPITOLO 3

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Canzone per il capitolo:

Wiz Khakifa ft.Charlie Puth - See you again.

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Cosa c'è di meglio di una giornata passata interamente a guardare film strappalacrime bevendo una bella cioccolata calda insieme alla propria mamma? Credo niente, visto la giornata fredda di oggi.
In questo momento la protagonista del film sta dicendo a se stessa che adesso che sua madre è morta non vuole più vivere, e provare nessun genere di emozione.
Ed è proprio ora che la mamma mettendomi la sua mano sul cuore mi chiede di prometterle che quando un giorno, lei non ci sarà più ,non dovrò mai e poi mai
piangermi adosso,ma cercare di andare avanti con la mia vita, sapendo che lei mi sarà comunque vicina, poiché rimarrà per sempre nel mio cuore; pian piano comincio a non vedere più il suo volto fino a quando scompare del tutto ed è in questo momento che mi sveglio e mi rendo conto che era soltanto un lontano e meraviglioso ricordo, sotto forma di un sogno.
Decido di scendere di sotto a fare colazione così poi mi potrò preparare in tutta tranquillità ,prima di partire per il lungo viaggio che ci spetta.
In cucina non trovo mio padre e quindi decido di fare colazione. Mi dirigo verso il divano dove mi siedo, cercando di bere il mio caffè in tutta tranquillità.

Una volta finito il caffè risalgo in camera mia per farmi una bella doccia e vestirmi , per poi scendere al piano di sotto con le mie valigie.
Passando davanti alla cucina noto mio padre intento a parlare al telefono;credo con i tizi che ci aiuteranno con il trasloco.
Pochi minuti dopo ci ritroviamo in macchina diretti verso l'aeroporto.

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Una volta saliti sull'aereo mio padre mi chiede:" Tutto bene, tesoro? ".
Annuisco e aspetto che l'aereo parta prima di sprofondare in un sonno profondo tra le note di See you again. 

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All'improvviso sento qualcuno scuotere la mia spalla, così  apro subito gli occhi , notando che è mio padre che mi sta dicendo che siamo arrivati. Mi affretto ad alzarmi ,e poco dopo siamo fuori dall'aereo.
Ci dirigiamo subito al ritiro bagagli, e con mia sorpresa, vista tutta la gente che c'era in aereo , siamo i primi a trovare le valigie.
Appena mi ritrovo all'esterno dell'aeroporto,mi ripeto che è tutto vero, che non sto sognando.
Sono arrivata nella città che mia madre tanto amava e che io imparerò ad amare col passare del  tempo.
In questo istante il mio subconscio mi dice: Benvenuta a New York.
Decido di ingannare l'attesa dell'autista chiamando Philip per avvisarlo che siamo arrivati. Risponde subito :" Ciao amore, tutto bene? Siete già arrivati? ".
"Si, stiamo aspettando l'autista. Lo sai che già mi manchi?"dico al ragazzo dall'altro capo del telefono.
" Si, mi manchi tanto anche tu."dice con la sua bellissima voce.
"Philip, volevo chiederti scusa per non aver passato questi ultimi giorni in Georgia con te... però..."cerco di trattenere le lacrime.
"...sai...dopo quello che è successo....dopo la morte di mia madre, volevo starmene un'po per i fatti miei. Spero tu mi capisca."dico cercando di trattenere le lacrime.
"Certo che ti capisco, l'importante è che adesso a New York, tu ti rifaccia una nuova vita, piena di felicità e priva di tristezza, perché hai già pianto troppo in questi giorni."dice con sicurezza.
"Hai ragione, ho pianto davvero troppo, quasi quasi rischiavo di far affondare la casa con tutte quelle lacrime! ."so che le mie battute sono pessime ,però nonostante tutto, Philip le ha sempre trovate divertenti.
"Phil,adesso devo andare l'autista è arrivato. Ci sentiamo dopo,ti amo."
"Ti amo anch'io."dice e riattacca.
Mentre percorriamo le trafficate strade di New York, mi chiedo come sarà la nostra vita in una nuova casa, in una nuova città.
Cerco di pensare in positivo e aspettare che questo cavolo di autista si sbrighi ad arrivare alla nostra nuova casa.
Appena arriviamo, mi ritrovo in un quartiere pieno di ville e i miei occhi rimangono affascinanti da una in particolare: la nostra. È circondata tutt'intorno da un bellissimo giardino verde, pieno di fiori rosa e gialli , e dietro di essa scorgo un riflesso e appena svolto l'angolo destro della casa vedo un'enorme piscina,ovviamente vuota visto che siamo in pieno inverno,e quindi  per fare il bagno dovrò aspettare più o meno ancora cinque mesi,che peccato, pur essendo inverno mi ci butterei all'istante.
All'improvviso una presenza dietro di me, mi spaventa, ma girandomi vedo che è mio padre, che mi chiede:" Ti piace la nuova casa? "
"Casa?! Casa?! Questa non è una semplice casa, è la casa! È enorme! E poi per rispondere alla tua domanda, sì mi piace."dico con entusiasmo.
Papà ride:" Sono felice che ti piaccia, tua madre e io volevamo trasferirci qui alla fine di quest'anno però dopo aver scoperto che stava male mi ha proposto l'idea di trasferirci tu e io. Perciò credo che anche lei da lassù sia felice di vederti così entusiasta."dice indicando il cielo.
"Si,lo credo anch'io."dico,ed entro in casa, la nostra casa, mia e di mio padre, per cercare la mia futura camera.
L'interno è meraviglioso,quasi ogni muro è fatto interamente in marmo bianco, comprese le scale,verso le quali mi dirigo per cercare la mia stanza. La prima in cui entro è perfetta,né troppo grande né troppo piccola esattamente come piace a me, e guarda caso anche qui i muri e i pavimenti sono interamente in marmo.
Decido di aiutare con gli scatoloni che ci sono appena stati consegnati da quei tizi con i quali papà stava parlando l'altro giorno al telefono.
Prendo il primo scatolone che trovo con su scritto il mio nome è mi dirigo verso l'entrata, ma all'improvviso inciampo  su un sasso al quale non avevo fatto caso, però stranamente non cado,perché vengo afferata per i fianchi da due braccia minute,però abbastanza muscolose da potermi sorreggere.
Appena mi volto per vedere chi sia, incontro due bellissimi occhi azzurri che mi ricordano qualcosa, anzi qualcuno,di molto familiare.

YOU ARE MY SAFETY (Cameron Dallas )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora