Capitolo 1 - L'inizio di un'avventura

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Dopo aver vissuto con Claire al college per 4 anni mi laureai e affittai un appartamentino alquanto opinabile nel Queens, a pochi isolati dal suo, come ho già detto.

Non so perché scegliemmo di vivere separate, infondo eravamo sempre una a casa dell'altra e sarebbe stato molto più comodo dividere le spese ma forse entrambe sapevamo che i miei sarebbero potuti incombere da un momento all'altro per riportarmi tra i grattacieli. Insomma la mia situazione non era abbastanza stabile per sistemarci insieme.

Al mattino mi occupavo della casa e cercavo un secondo lavoro mentre al pomeriggio prendevo la metro passante per i vari ponti che collegano Manhattan agli altri quartieri di New York e attraversavo il ponte per il Bronx, per raggiungere il centro ricreativo del Sud del quartiere, la parte più povera.

Lì insegnavo a 15 bambini, tanto belli quanto sfortunati, la danza di strada che, non so come, avevo imparato da sola guardando i video su MTV fin da piccola e ballando in camera mia. Perché ovviamente potevo solo studiare danza classica, così voleva mia madre.

Lo stipendio era bassissimo e potevo rendermene conto solo quando arrivava (e non era così scontato che arrivasse).

I miei genitori erano comunque disponibili ad inviarmi denaro ma sinceramente non mi sembrava giusto, avevo fatto l'indipendente, avevo preso la bicicletta e a quel punto dovevo pedalare senza che loro mi tenessero il sellino. Certo, loro ci tenevano a fare in modo che la gente sapesse che ero di buona famiglia. Pensavano che dopo essermi laureata in quel college e dopo aver comprato un bilocale nel Queens tutti mi avrebbero vista come una poveraccia e non volevano che accadesse.  Ad ogni modo sapevano che non avrei accettato aiuti economici.

Guadagnavo una miseria ma almeno tenevo quei bambini lontani dalla strada e dalla droga e poi quanto credete che potesse valere un pulcioso bilocale infestato nel Queens?

Lo stipendio comunque mi bastava: stavo fuori casa tutto il giorno quindi le bollette erano basse, pranzavo fuori casa con Claire e la sera lei comprava qualcosa d'asporto. Dopo tutto a casa ci dormivo solamente e tenevo la mia collezione di riviste: Jet, Rolling Stone ed Ebony.

Ne avevo molte con Michael Jackson in copertina e non mi dispiacevano per niente, anzi erano quelle che tenevo con più cura nella scatola a fiori sotto al letto, nonostante non lo conoscessi bene.

Claire mi aveva aiutata a rendere l'appartamento un posto più carino e ormai mi ci trovavo bene.

Ad ogni modo a quel punto ero nel bel mezzo di un uragano, la mia vita era un gran casino, sia nel senso negativo che in quello positivo. Avevo 27 anni ma mi sentivo come una bambina disorientata.

Non è facile da spiegare: facevo un sacco di cose, le mie giornate erano lunghe e piene di impegni, ma andava bene così perché in fondo ero felice. Finalmente vivevo la mia vita in prima persona, senza una campana di vetro a proteggermi da tutto.
Ma proprio perchè non ero più protetta da tutto avevo iniziato ad incontrare le prime difficoltà.

Ad esempio quel lurido di Tom.

Ricordo il giorno esatto, il 30 agosto 1987, probabilmente il giorno più brutto della mia vita. Come ho già detto in quel periodo avevo 27 anni e mi piaceva un certo Tom, per l'appunto.

Per la prima volta da quando ero nata decisi di non essere timida e dirglielo ma lui mi aveva umiliata davanti a tutti.

Non ricordo tutto ciò che successe: la mia mente cancella automaticamente le figure...più rosee. Ma ricordo vividamente che dopo le risate degli altri Claire l'aveva steso a terra con uno schiaffo dritto in quel suo brutto ceffo e lui ci era rimasto davvero di stucco.

Mi difendeva sempre, lei era abituata a certe cose, crescendo ad Harlem si era procurata uno scudo che le permetteva di reagire a tutto e di proteggere se stessa e chi le stava intorno.

Il 31 agosto, il giorno dopo l'umiliazione, Claire avrebbe avuto la sua prima grande intervista, con Lionel Richie, ed ero dispiaciuta dal fatto che Tom l'avesse fatta infuriare proprio il giorno prima del suo grande salto a soli 27 anni. Però dopo pranzo mi chiamò: era entusiasta! Aveva comprato il cinese e anche la pizza. Voleva tirarmi su di morale e non c'era nulla di meglio che del buon cibo e quattro chiacchiere cenando sul divano. Parlammo per un'ora di come fosse stata meravigliosa quell'intervista poi saltò su:"Char, ho una sorpresa per te!"

Ed io:"Davvero?"

-"No per finta!" si divertiva a prendersi gioco della mia ingenuità.

- "Sai che giorno è oggi?" chiese fremendo.

- "Il 31 agosto"risposi perplessa.

- "E sai cos'è successo proprio oggi?"

- "No...?"

- "E' uscito Bad!" e tirò fuori il 45 giri di Bad dalla borsa. Io non sapevo molto di Michael Jackson ma ero semplicemente in estasi, sapevo che quell'album doveva essere qualosa di speciale. Infatti la sera stessa lo usurammo.

Poi ebbe un'altra delle sue illuminazioni:"Char, èda un po' che non balli per te stessa... ho visto a lavoro il manifesto delle audizioni alla New York Dance Academy nel quartiere di Midtown. Chi passerà l'audizione riceverà una borsa di studio e per un anno potrà frequentare l'accademia senza dover versare un dollare! Dovresti presentarti!"

- "Ma sei pazza?!" dissi sgranando gli occhi.

- "E' tra una settimana dai... IDEA!"

- "Temo le tue idee..."

- "Abbiamo Bad a portata di mano, quindi adesso troveremo dei passi!"

Io scoppiai a ridere, sapeva meglio di me quanto fosse un'idea da pazzi e la cosa la divertiva. Giravamo per la "casa" cantando a squarciagola, cadendo, inciampando e ridendo come matte. Credeteci o no ma una settimana dopo, esattamente il 7 settembre, mi presentai, ballai Bad e passai. Non era ancora diventata un tormentone e i giudici ne apprezzavano il sound, il groove, il beat e quant'altro.

Di conseguenza tutte le mattine avrei avuto gli allenamenti in Accademia, non molto distante dalla redazione di Ebony dove lavorava Claire

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Di conseguenza tutte le mattine avrei avuto gli allenamenti in Accademia, non molto distante dalla redazione di Ebony dove lavorava Claire. Pranzavamo sempre da Luca's, un bar lì vicino, e poi lei andava di nuovo in redazione dopo la pausa pranzo ed io diretta al centro ricreativo del South Bronx dai bambini. Ero davvero entusiasta, non credevo di riuscire a farcela ma come al solito Claire mi aveva dato un po' della sua forza.

Tre mesi passarono tutti allo stesso modo, monotono e stancante, ma con un non so che di divertente.

Eravamo ai primi di dicembre e da lì a poco Claire avrebbe dovuto realizzare delle interviste con dei personaggi emergenti dell'87 per raccogliere delle belle frasi sul Natale e realizzarne un fascicolo. Lei, forse per via della sua giovinezza o della poca esperienza ad Ebony, avrebbe dovuto intervistare star di poco conto ma sperava sempre in qualcosa di più...

Mimi Pia, Signor JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora