Plic.. Plic.. Plic...
Un lieve ticchettio fece breccia nella nebbia dell'incoscienza in cui ero avvolta. Lentamente aprii gli occhi, sbattendo le palpebre ripetutamente, cercando di scacciare gli stralci dell'oscurità dove mi ero perduta per un tempo a me sconosciuto.
La prima cosa che vidi fu il cielo, almeno credevo; era di uno strano colore rossastro e ci risplendevano quattro soli, dalla luce accecante che mi fece serrare nuovamente gli occhi. Dolorosamente mi girai un fianco, avevo male dappertutto anche se non percepivo nulla di rotto. Poggai una mano a terra per far leva, ma la ritrassi subito. Avevo toccato qualcosa di molliccio ed umido; guardai e vidi il corpo decomposto di un ratto. Avevo affondato la mano in un brulicante nugolo di vermacci verdi. Subito mi vennero i conati di vomito e strisciai indietro, allontanandomi da quello spettacolo rivoltante.
Mi addossai al muro freddo e diedi un'occhiata all'ambiente.
Dov'ero?
Mi trovavo in un vicolo, questo mi era chiaro; c'era immondizia dovunque posassi lo sguardo e topi grandi quanto cani che saettavano da tutte le parti.Dell'acqua torbida zampillava da alcune fessure nel muro di fronte; era questo il rumore che mi aveva risvegliato.
Mi mossi a disagio, la schiena contro il muro gelido.
Com'ero arrivata lì?
Ma soprattutto lì dove?
Appena me lo domandai un dolore atroce mi dilanio' il cervello. Mi presi la testa fra le mani nel vano tentativo di arginare la morsa che aveva rinchiuso i miei pensieri.
Mi rannicchiai, le ginocchia strette al petto, ed iniziai a dondolare leggermente. Il movimento lento e continuo attenuo' il dolore, lasciandomi in compagnia pulsare sordo.
Un brivido di freddo mi fece diventare ancora più piccola. Mi guardai i piedi, erano nudi, le unghie laccate di rosso, e pieni di graffi. Indossavo dei jeans leggeri ed una canottiera nera, con delle lettere scritte in rosso e bianco. AC/DC. Chissà cosa volevano dire..
Almeno avevo scoperto il motivo dei brividi.
In quel lurido vicolo faceva un freddo polare, non mi servivano a nulla i leggeri indumenti che avevo.
Forse..
Se mi fossi alzata e fossi uscita da lì avrei capito dove mi trovavo..
Magari ero crollata in quel vicoletto dopo una sbronza..
Sospirai, cancellando quell'ipotesi subito.
Non ero una bevitrice.
Inaspettatamente scoppiai a ridere. Non mi ricordavo nemmeno il mio nome eppure ero certissima di non reggere l'alcol.
Che magra consolazione..
Aggrappandomi al muro, riuscii a tirarmi in piedi. Non volevo neanche pensare su cosa stavo camminando; i miei piedi erano bagnati ed appiccicosi.
Mi avvicinai ad un pezzo di vetro buttato in mezzo a dei giornali, lo presi e cercai di specchiarmi.
Con un po' di fatica vidi una ragazza spaventata, con grandi occhi color nocciola, sgranati dallo sconcerto, ed una massa arruffata di capelli neri a contornare un viso delicato, a forma di cuore.
Quella..
Ero io, giusto?
Mi scrutai a lungo, ma non riuscii a ricordarmi il mio nome.
Dovevo pur averne uno!
Ma quale?
Sentendo riacutizzarsi il dolore alla testa, gettai di lato il pezzo di vetro e decisi di dare un'occhiata a cosa c'era fuori da quel vicolo.
Magari avrei trovato qualcuno che mi poteva aiutare..
O, ancora meglio, avrei incontrato qualcuno che mi conosceva..
Dopo una camminata che mi sembrò eterna, raggiunsi l'ingresso del vicolo, misi la testa fuori dalla protezione della sua ombra e quello che vidi mi sconvolse così tanto che quel vicolo, a confronto, mi sembrò un porto sicuro.

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La Città (prossimamente su Amazon)
FantasíaSe vi risvegliaste in un vicoletto di una sconosciuta Città, senza memoria e senza identità cosa fareste? La cover è un'opera di @backtowherewebelong 😊