4) Mano nella mano

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"Mila, lei non ricorda ancora nulla?"

"No, nulla. Dopotutto sono passati pochi giorni, voglio essere ottimista, so che presto le immagini della nostra vita le ritorneranno alla mente e se così non fosse la sveglierò io da questo sonno che l'ha allontanata da noi."

"Pazienza Camz, pazienza."

***

Finalmente uscivo dall'ospedale, respiravo a pieni polmoni l'aria che c'era lì attorno, ero a Miami, la mia città e quella della ragazza che mi stava accompagnando in questa mia altra vita. Indossavo una camicia semplice color corallo che scendeva sul mio corpo evidenziando le curve e uno short leggermente strappato che lasciava in mostra le mie gambe. E, infine, ai piedi delle converse nere vecchio stile.
Con la mano sulla fronte, intenta a coprire i miei occhi dai raggi del sole, riuscivo a vedere il mare, poco distante. Avevo dimenticato persino il suono dell'infrangersi delle onde.
Camila era più avanti, si stava dirigendo verso la sua auto e non vedendomi più al suo fianco si girò, verso di me.

"Ti manca eh?" - chiese lei.
Quelle parole mi fecero ritornare alla realtà, scossi la testa e mi voltai verso la ragazza. I suoi capelli scuri spostati dal vento da un lato la rendevano meravigliosa, la canottiera che aveva indosso lasciava intravedere il suo corpo magro ma le curve non mancavano di certo. Il pantaloncino a vita alta poi le stava di incanto. Tutto era reso ancora più bello dai sui occhi marroni che mi guardavano e mi facevano letteralmente perdere il controllo.
Non riuscivo a parlarle, ero completamente bloccata. Non riuscivo a mantenere il contatto visivo con lei neanche per pochi minuti che subito dovevo cambiare direzione.
Non mi accorsi che lei nel frattempo si stava avvicinando.

"Ti va di andarci?"

"S-si, se tu vuoi per me va più che bene!" - Le dissi abbassando lo sguardo disperata, lei era troppo vicina, più passava il tempo più il suo corpo mi rendeva debole, imbranata.

Non potevo continuare così, dovevo fare qualcosa per eliminare lo strano comportamento che avevo quando c'era Camila nei dintorni. Non poteva dominarmi in quel modo.

Mi prese per mano e le sue dita si intrecciarono alle mie, ero su di giri. Questo non mi aiutava di certo.

Ci incamminammo verso la spiaggia, silenziosamente.

Arrivate, mi guardai intorno: era pieno di persone. Staccai la presa dalla sua mano e presi posto poco lontano dalla riva, con lei.

"Vado a prendere qualcosa al bar, tu cosa preferisci?"

"Niente, grazie, ti aspetto!" - Le risposi sorridente e la vidi allontanarsi.
Potevo sentire il mare, finalmente. Il suo frastuono era però disturbato dalla voci delle mille persone che mi circondavano. Mi godei quel momento, chiusi gli occhi e mi feci trasportare da quel dolce suono.
D'improvviso però qualcuno fermò la mia meditazione.

"Ehy, ragazza dagli occhi verdi, ci passi la palla?"

Aprii gli occhi e cercai di mettere a fuoco la situazione.
Un ragazzo alto, dagli occhi marroni e dal fisico asciutto mi stava fissando. Aveva un piercing sul sopracciglio destro e, portato il mio sguardo sul suo sorriso notai un altro piercing: aveva lo smiley che rendeva ancora più ipnotico il suo volto. Era accompagnato da un altro ragazzo, che mi fissava ugualmente ma essendo più lontano mi era impossibile farne una descrizione.
Mi alzai per andare verso il pallone. Mi chinai e, toccato l'oggetto con le dita per poi afferrarlo, sentii un'altra mano sfiorare la mia. Mi alzai all'istante e mi ritrovai faccia a faccia con il ragazzo che poco prima mi aveva rivolto la parola.

The Sun and the Moon // CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora