Capitolo 16

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Nonostante tutta la paura che aveva in corpo, la ragazza non indietreggiò.

In fondo sono la persona più potente al mondo, si disse. Quel ragazzo, però, aveva un aurea molto intrigante.

Qualcosa le disse che se non avrebbe trovato un modo per rimediare all'inconveniente, sarebbe stato difficile scappare da quel ragazzo.

"Io...io...non so mi avete incuriosito nella foresta e vi ho seguiti." Non sapeva come, ma era riuscita a formulare una frase senza sforzarsi.

"E ti pare il modo di piombare in case altrui?" Disse lui per niente scalfito dalle parole di lei.

Rachele era molto meravigliata. Come poteva essere che capiva tutto? Era impossibile! Lei non era di lì. Apparteneva completamente a un'altra dimensione.

"Ho visto quella ragazza che stava male e allora..."

"Cosa?! Non stava e non sta male, mi dispiace ma credo sia ora che tu debba andartene!" Disse lui interrompendola. Beh, Rachele non aveva visto se stava male o no ma era troppo curiosa.

Rachele sgranò gli occhi, ripensando a quello che l'aspettava se fosse tornata indietro, da Ian. Rabbrividì. No, sarebbe stata lì, con o senza il permesso di quel ragazzo tanto presuntuoso.

"No senti, sono scappata da un Faon e mi sono ritrovata con dei capelli bianchi come la neve. Non puoi mandarmi indietro. Non voglio ritornare lì." Disse disperata.

Il ragazzo la fissò male. Sicuro che fosse sana di mente?, si chiese.
E poi come aveva fatto a seguirli se loro erano ritornati in macchina? E cos'era un Faon? Una specie di animale molto raro?

Tristan era indeciso sul da farsi. Fare entrare quella pazza in casa era rischioso.

Ma Sophia non si svegliava e lui non sapeva che fare. Si era addormentata in macchina e non si era più svegliata da allora. Aveva provato a chiamarla, quasi urlava, ma lei non accennava ad alzare un muscolo. Forse era stanca.

No, impossibile. Qualcosa di molto pericoloso si stava formando intorno a loro.

Consapevole della scelta, Tristan, si spostò di lato dando una visuale più ampia a Rachele.

Si trovavano in un corridoio lunghissimo dove qua e là spuntavano porte. Le pareti erano di un verde pallido che si intonava perfettamente all'atmosfera e alla luce che c'era. Alla sua destra, Rachele, scorse un salotto con tanto di divano in pelle e tavolino di vetro. Si notavano dei quadri, sicuramente molto antichi e preziosi, appesi ai muri che la circondavano. Però tra i tanti, solo uno attirò la sua attenzione.

Era una quadro enorme, quasi quanto la sua statura, ornato da una cornice d'oro - non riuscì a capire se era vero oro - e filamenti leggeri e sinuosi che creavano uno strano effetto attorno a esso.

Sembrava quasi che i filamenti continuassero sulle pareti allungandosi fino a formare una ragnatela dorata.

Rachele si avvicinò di più e Tristan la guardò come fosse pazza. Ne aveva abbastanza: prima Sophia, poi questa che sembrava uscita da un film comico. Com'era possibile? Perché tutte a lui? E poi perché proprio nel giorno dell'eclisse? Tristan voleva scappare, davvero. Non sapeva più cosa pensare.

Intanto Rachele era assorta dalla raffigurazione di quel dipinto.

Lo sfondo era al contempo chiaro e scuro, come se il pittore indeciso sul da farsi abbia messo dei colori senza seguire la regola dei chiaro scuri. Non vi erano sfumature, lo sfondo della tela era colorata di due colori: bianco e nero. Rachele rabbrividì. Perché qui colori le erano tanto famigliari?

Rachele Kal -Uno Spirito Libero- //Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora