Capitolo 1

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Urla, urla e ancora urla. In quella dimora non si poteva vivere, né dormire. Un momento di tregua? Mai. Inutile insistere, nessuno l'avrebbe mai ascoltava. E a pensare che avrebbe voluto dormire fine all'ora di pranzo!
"Sogni che non si potranno mai avverare." pensò "Ma dico perché nessuno vuol capire che all'alba qualcuno cerca ancora di dormire? Vorrei sapere chi darebbe ascolto alla principessa Rachele, figlia del re Noahl Kal. Penso nessuno." I suoi pensieri ricorderò subito, come mattina, sulla sua disastrosa posizione: ormai era il suo primo pensiero dopo il suo risveglio.
Scese dal suo comodo e caldo letto ma se ne pentì subito: il pavimento era gelido, l'aria austera e severa.
Era quella l'aria che respirava, ogni santo giorno, in quel palazzo, tanto da non farle neppure più schifo.
Solita aria, solita vita.
Solita vita, solita routine.
Suo padre le aveva spiegato tante volte il perché di tutto ciò e lei, insieme a sua madre, ne eravano la causa e forse, proprio per questo, tanti la odiavano. Ma cosa poteva farci? Aveva imparato a non abbassare mai la guardia e alla fine si era accontenta, ma non il suo animo. Era sopravvissuta diciotto anni in quell'aria austera: tutto uguale e pesante. Tante volte le era successo di mettersi a piangere per quello che Noahl, suo padre, le diceva. La accusava ingiustamente solo perché non aveva nessun potere e lui, da buon padre, non avrebbe potuto dar di meglio. Tutto era così semplice per il re, da quando aveva visto sua moglie lasciarlo, non gli importava quasi più di nulla se non il futuro del suo regno e in che mani sarebbero andate. Sua figlia nom era capace, nessuna esperienza. Eppure sentiva qualcosa di diverso in lei, sentiva che fosse più di un errore. Alcune volte la accusava, persino, di essere la causa della morte della regina, e lei, come un'ingenua, se la prendeva sempre. Poi, però, si ero resa conto che se la mamma si fosse data alla fuga da quel palazzo, la colpa era di suo padre  ma non mai lo aveva detto, forse per paura. La sua mente era sempre stata l'unica a non tradirla.
Mentre infilava la vestaglia rossa si ridestò dai quei tristi pensieri e si diresse giù per lo scalone incavolata. Come ogni mattina si ritrovò davanti alla stessa noiosa scena: suo padre che litigava con la sua ormai nuova vecchia moglie. Discutevano, come sempre, del trono che sarebbe stato suo -una cosa che quasi la rendeva felice-. Il padre aveva deciso, a malincuore, che la figlia avrebbe preso la corona tra due giorni, nonché al suo diciottesimo compleanno. Il punto era che Rachele, insieme alla sua matrigna, non era d'accordo: non voleva prendersi tutte le responsabilità del regno e non perché fosse una bambina, anzi. Tutti la odiavano per il fatto che, con la sua nascita, avesse fatto morire la regina Ginevra. Non voleva che un regno potesse ribellarsi a lei, non voleva neanche starmi a sentire: quel mondo non era il suo.
-Maestà, vi prego mi ascolti: non potete eleggere vostro successore Rachele. È uno sbaglio che non vi potete permettere. Noahl! Vi prego.- Urlò la megera. Sì, odiova la sua matrigna solo per il fatto che anche lei ricambiasse.
-Non puoi darmi ordini, nonostante sia mia moglie. Rachele deve succedermi come da precetto. Non accetto nè lamentele nè ordini. Io sono il Re e mia figlia prenderà il mio posto. Non è colpa sua se sua madre se n'è andata.-
"Tutto a convenienza" pensò Rachele, sorridendo tristemente.
'Principessa Rachele', era questo il suo titolo nobiliare, ma era come se non fosse suo. Il suo era un titolo così finto, falso, quasi un presa in giro: come poteva essere una, La, principessa se tutti la odiavano? Come avrebbe fatto a governare su un popolo che l'avrebbe odiata ?
Rachele pensò al viso di sua madre, che non aveva mai visto, e sorrise. Un sorriso vuoto. Forse era vero, era lei la colpa di tutto. Eppure qualcosa le diceva che, invece, la colpa fosse stata sua, di suo padre. Se ne andò senza neanche farli smettere: ormai era così naturale che non la impressionava neanche quello che suo padre diceva sulla madre.

Ultimamente Rachele era spesso rinchiusa nella Biblioteca Reale all'insaputa di tutti: nessuno doveva sapere quello che stava cercando. In realtà non sapeva davvero dove indirizzare le sue ricerche. Voleva solo trovare qualcosa di impressionante, una leggenda eroica magari. Passava il suo tempo, ecco.
Nonostante fosse una principessa, ne aveva tanto di tempo, soprattutto durante quel periodo di festa per il suo compimento d'anni. Tutti erano affaccendati e nessuno faceva a caso a lei. La Biblioteca era davvero enorme, nessuno avrebbe mai letto tutti quei tomi se non i Saggi che giravano intorno al padre. Erano i suoi consiglieri e di chiunque altro ne avesse chiesto bisogno, tranne che per la principessa. Non le scalfiva molto, nonnso sarebbe mai espressa o fidata di loro. La stessa Biblioteca era una zona privata del castello e poche erano le persone che potevano entrarvi. Rachele non era tra queste. Sapeva che sarebbero stati guai se i Saggi l'avessero scovata con le mani sui loro testi, ma non poteva farne a meno: quella era una delle poche parti del palazzo a darle un senso di calma.
Quel giorno, senza neanche, vestirsi si recò nel suo posto di tranquillità.
A Rachele la vita a castello non le era mai piaciuto. Oltre ai quei bruttissimi vestiti che era obbligata a indossare e alle pettinature strane, odiava il fatto che tutti la vedessero come un peso, una cosa inutile. Cosa, sì, cosa. Alcuni, persino, lodavano il padre per la sua bontà di non aver ucciso quella sottospecie di figlia. Il problema risiedeva nel suo non essersi sviluppata come la massa. E quando la massa si metteva in mezzo nulla poteva contro loro. Lo aveva imparato a sue spese e a sue lacrime. Odiava la presenza di tutta quella gente che si trascinava nella vita quotidiana e che aveva solo idee strambe sulla sua natura.
Entrò nella sua casa a passo incerto, quasi insicura. Aveva sempre amato leggere, almeno questo il padre glielonaveva insegnato.
Un presentimento, tuttavia, le oscurava la mente.
Quel posto era strano quella mattina. Il luogo dove, nei giorni precedenti, si era sentita protetta adesso le dava la nausea.
Sentiva uno strano odore, diverso da quello che aveva il castello. Un odore che al suo olfatto raffinato diede subito fastidio. L'inizio di un grosso avvenimento aveva travolto quello spazio.
Entrò velocemente e da uno scaffale prese un libro che aveva adocchiato già giorni prima e che stava leggendo appassionamento. Aveva scoperto avere molte informazioni e molte leggende.
Parlava di incantesimi, leggende sul suo popolo e un piccolo, per cosi dire, capitolo era dedicato alla vita di ogni re e regina.
Proprio mentre si stava per sedere sentì delle voci.
Erano accoglienti e calme. La ragazza dai capelli biondo pallido si avvicinò ad uno scaffale per sentire meglio. Sapeva quanto fosse pericoloso, ma lo stesso pericolo la intrigava.
-...la situazione sta degenerando. Tutta colpa di Ginevra. Se lei, diciotto anni fa, non se ne fosse andata adesso non ci sarebbe tutto questo caos nel Regno.- Spiegò una voce.
-Poi c'è anche la principessa Rachele non ha nessun potere ed è  un gran e bel problema. Ci pensi se la principessa avesse quel potere?- chiedeva l'altra voce. Era un alunno dei Saggi. Lo si capiva dalla sua tunica. Ogni anno, a palazzo, venivano invitati dei ragazzi che avevano l'arte del consiglio e della saggezza. Solo uno veniva scelto e il rito andava avanti per un anno solo, solo poi sarebbero potuti divenire noviziati. Questi non potevano parlare se non con i propri superiori o direttamente con il Re. Per Rachele non faceva nessuna differenza in realtà, ma solo a pensare che sarebbero diventati i suoi Consiglieri da un momento all'altro, rabbrividì.
-Nessuno ci crederebbe comunque. Rachele è sempre stata sottovalutata, proprio come la madre. È questo che l'ha condotta nell'Altro Mondo.-
-E tu come lo sai? Io credevo che la regina fosse morta!- Rispose l'altro scettico ed elettrizzato.
-Me lo disse Arda, il giorno dopo che la regina scomparve.-
-Arda il Saggio? Tuo padre?- Arda, ricordo Rachele, era un vecchietto basso con una barba bianchissima e candida. Era un po' curvo, forse per l'età avanzata. Aveva un figlio che aveva avuto nella sua età precoce e che non aveva mai abbandonato, neamche dopo la morte della sua amata. Aveva sentito che proprio per questo poi, l'anno successivo si era presentato a Palazzo per il noviziato. Non c'erano stati grandi problemi in quanto coloro che lo accolsero con grande umiltà, aiutando a crescere il figlio, che poi aveva anche lui seguito il padre ovunque, anche nel lavoro.  Rachele aveva all'incirca tredici anni quando Arda morì. Dal suo posto d'onore vide il figlio, con le lacrime agli occhi, promettere che avrebbe proseguito la sua vita in suo ricordo.
-Sì, proprio lui. Mi disse che la regina sentì la conversazione tra mio padre e l'altro Saggio di quel tempo. Mio padre, però, sospettava che Ginevra sapesse già qualcosa, poi quando sentì che l'Altro Mondo era molto più sviluppato e che il re non volesse far trapelare la notizia, si decise a scappare. Forse era già tutto programmato o la Regina si sentiva minacciata da qualcuno o da qualcosa, chi lo sa! Rimane il fatto che quando la regina se ne andò, molti presero esempio da lei e, non si sa come, ma spariti anche loro. Adesso vengono chiamati Rian, cioè ribelli. Andarono via ma, da quanto sappiamo, vivono in quel Mondo pacificamente confondendosi con la gente e non usando la magia contro gli umani. Altri invece,  scapparono per uccidere la regina e vennero chiamati Faon. Sono per la maggior parte gli Esiliati, che vennero catturati  per il loro potere.  Quando la regina sparì ci fu un calo di magia che annullò le barrire magiche. Per molti giorni ci furono momemti di terrore e gli Esiliati decisero di utilizzare ciò a proprio vantaggio. I Faon erano, e sono tuttora, terribilmente pericolosi: una generazione che sta scomparendo o nascondendo con poteri oscuri.
È come se si fossero divisi in due grandi fazioni. I Faon: i cattivi, ma illusi.
I Rian: che combatterono contro loro ma che alla fine decisero di darsi i propri affari.
La maggior parte delle persone che  andarono via, abitavano qui al castello.-
-Perché illusi?-
-Perché se sperano di trovare la regina nell'Altro Mondo -e ucciderla- sono illusi. Tu immagina se possono trovare una persona - con i poteri tra l'altro - su un mondo abitato da miliardi di persone. Però adesso tu che stai il Nuovo Saggio, non dovrai svelare niente di quello che ti ho detto, dato che, sono segreti che nessuno sa, se non il Re e un cerchia ristretta di persone. Ah! Ricorda, Rachele non dovrà sapere mai niente...sennò non accetterà mai la Corona. Solo allora potrà sapere tutto.-
- Cosa c'entra? A Rachele con dovrebbe importare! In fondo, la madre la abbandonò appena messa al mondo!-
Il saggio sbuffò - Tra  i Saggi si pensa che il re non abbia detto tutta la storia. Molti pensano che la regina sia stata costretta a scappare e che Rachele, che non ha nessun potere, non può attraversare il portale se non in una notte di luna piena sempre se la Principessa dovesse avere quel potere.  Conosci la leggenda, no? Vennero trovato dei petali quando la se ne andò.  Non se ne conosce il colore ma si è sicuri che fossero una rosa e date le circostanze e la discendenza di Ginevra... capiscimi. Noahl ha mentito su un sacco di cose, anche sul suo essere irrascibile.  Si dice che in quel periodo lo fosse più del solito. Figurati se la moglie avesse  dato alla luce una bambina senza poteri, e ancora, se poi ai suoi diciotto anni avrebbe sprigionato quel potere, Ginevra forse era davvero spaventata, sempre ammesso che questa sia la verità. Adesso devo scappare, ci vediamo domattina, fatti trovare qui. L'ultimo giorno da novizio rimarrai con me. Ti spiegherò il tuo ruolo che dovrai svolgere dalla tua proclamazione.-
E così dicendo il figlio di Arda, andò via. Il ragazzo lo segui poco dopo.

Rachele si ritrovò spiazzata da quelle rivelazioni e adesso capiva molte cose: l'odio di tutta la corte, la paura della matrigna, lei che non aveva i poteri. Erano tutte persone che sapevano che la regina fosse scappata. 
Aveva deciso di scoprirne di più ma per quello ci volevano informazioni e nel palazzo, sicuramente, non ne avrebbe trovate e neanche al di fuori. L'unica cosa che avrebbe potuto fare era quella di leggere e scoprire di quale potere stessero parlando i due saggi. Questo richiedeva tempo, tempo che non aveva. Non era neanche sicura che avrebbe trovato informazioni, dato che fin a quel momento aveva creduto che la madre fosse morta. Poi, se il padre non voleva far sapere della fuga della regina c'era sicuramente qualcosa sotto. Forse i Rian e i Faon erano una minaccia. C'era da dire che però Noahl non era affatto stupido.

Cosa avrebbe dovuto fare a quel punto? L'unica cosa che le veniva in mente era raggiungere la madre e secondo i suoi conti, la prossima luna piena sarebbe apparsa in cielo il giorno del suo compleanno.
Adesso doveva solo trovare il modo di aprire il portale e informarsi di più sull'Altro Mondo.
I suoi criteri erano stati distrutti in una mattinata. Incredibile!

Spazio Autrice.

Dopo due anni torno a scrivere, o meglio a modificare, su questa storia. Non so ancora quanti frutti raccoglierò dopo tutto questo tempo. Ma mi piace ritornare suo miei vecchi passi e magari scrivere meglio.
Sono cresciuta e sono cambiata tanto. Ho conosciuto persone che non mi abbandonano mai e che mi appoggiano (devo dirlo, come tutti) in ciò che faccio, ma in un modo diverso. Negli ultimi anni ho incontrato e imparato dei valori che hanno cambiato il mio modo di scrivere ed è proprio grazie a questo che cercherò di trasmetterlo. So bene che la scuola sarà il mio più grande ostacolo, ma spero e penso che riuscirò a mettermi in sesto.
Scusate per gli errori e spero che essere ritornata, o per lo meno di aver tempo di rmcorregere i capitoli presenti per il momento.

A presto
-lucy387❤

Rachele Kal -Uno Spirito Libero- //Wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora