Capitolo 30: Baci al sapore di yogurt

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"Mmh mmh.. Buongiorno!" Sentii una voce farsi forza tra il silenzio che sovrastava ogni anfratto della casa. Assonnata e poco vigile mi portai le mani agli occhi e li strofinai nel tentativo di riuscire a scostare una palpebra dall'altra. Quando fui capace di collegare occhi, bocca e cervello, vidi Nina dinanzi al divano; aveva una faccia strana, un espressione imbronciata ma allo stesso tempo curiosa dipingeva il suo volto pallido. Teneva le braccia conserte e ticchettava sul pavimento con la punta del piede. Anche Daniel si svegliò, probabilmente era stata colpa mia e dei miei bruschi movimenti.

"Sei volete, tolgo il disturbo" mormorò sogghignando. Cercava di stuzzicarci il più possibile ma in realtà era solo estremamente curiosa; nella sua mente stavano andando a ruba migliaia di pellicole cinematografiche con su impresse i mille e più film che aveva immaginato vedendo quella scena. Daniel stava sbracato sul divano senza addosso la maglia, lasciava sfoggio al suo fisico perfetto e ammaliante; era paragonabile ad un qualche tipo di droga, una qualità di eroina prelibata da cui non si può fare a meno. Non aveva le scarpe ai piedi e i suoi capelli erano tutti arruffati, si poteva quasi pensare che la notte passata fosse stata di fuoco e fiamme. Io d'altro canto non ero meno equivoca, avevo addosso soltanto una gran camicia e un paio di calzette lunghe fino alle ginocchia.

"Non c'è di bisogno." Rispose Daniel molto gentilmente. Le sorrise tranquillo, come se l'imbarazzo provato fino a quel momento fosse svanito nel nulla. "Prendo uno yogurt e..." Aggiunse indicando le scale.

"Si, aspettami sopra" Risposi fissandolo.

Quando fummo sole cadde un velo di silenzio; Nina iniziò a giocare con i suoi capelli e io a mordicchiarmi le labbra. Quella tacita pace di parole non durò poi tanto, scoppiammo in una grande risata e mi alzai dal divano per prendere uno yogurt anche io. Andai in cucina ed aprii il frigo, presi un vasetto e un cucchiaio dalla credenza e iniziai a mangiare. Nina mi fissava con fare sospettoso.

"Allora... come mai già qui? Avevo capito che avreste passato un'altra giornata fuori." Mi appoggiai con disinvoltura sul ripiano della cucina e continuai a mangiare fissandolo sorridendo subdolamente; sapevo qual'era l'argomento che lei voleva sapere ma volevo farla stare un po sulle spine.

"È tutta colpa di Jeff. Ieri sera siamo andati a mangiare in un ristorante dove servivano della deliziosa salsa tartara. Jeff si è dimenticato di chiedere se ci fossero delle noci e questa notte è gonfiato come una mongolfiera per via di una reazione allergica." Disse disponendosi difronte a me.

Sorrisi. "Povero Jeff! Adesso come sta?"

"Meglio, tra poco vado da lui. Sono passata solo per sapere come stavi ma... ehi, eri i ottima compagnia!" Esultò gesticolando.

"Credimi non..." m'interruppe.

"Allora? Racconta! È focoso come ti aspettavi?" Incalzò subito lei con un ghigno stampato sul volto.

"Ma... Nina!" Esclamai imbarazzandomi. "Non è come credi" aggiunsi.

"Non dirmi che è vergine!" Si stupì lei. Non aveva capito cosa volessi dire.

"Non saprei... non è una di quelle domande che fai a cena." Risposi sarcastica. "Non abbiamo fatto quello che pensi. Ieri siamo andati al parco e abbiamo fatto un picnic, siamo tornati a casa molto tardi e ci siamo addormentati guardando la tv."

La sua faccia si dipinse di uno strano alone di delusione; "Io credevo ci aveste dato dentro tutta la notte." Aggiunse prendendo un biscotto.
"Comunque, questa sera resto da Jeff, è così gonfio che non riesce neanche ad aprire gli occhi" sospirò.

"E tu vestirai i panni della crocerossina?" Avanzai io un po spinta.

"Mmh... non sarebbe una brutta idea!" Scoppiammo a ridere di gusto.

I segreti di un vizio #wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora