Twelft chapter

4.4K 198 88
                                    

12.

JPOV
Avevo dormito malissimo. Immagini di Astrid, del suo corpo, il ricordo del suo profumo, delle sensazioni provate penetrandomi mi avevano perseguitato tutta la notte.

D'altro canto quelle immagini avevano tenuto lontano i miei incubi.

Rientrando in casa, l'avevo rimandata in camera sua per la notte, temendo che il mio desiderio negato così a lungo potesse essere decisamente troppo per una donna inesperta.

E avevo ancora paura di poterle fare del male durante uno dei miei flashback, ma non ne avevo più avuti e non sapevo cosa significasse.

Seduto alla scrivania, stirai lentamente i muscoli e piegai il ginocchio, che peggiorava sempre dopo la mancanza di movimento o dopo troppo movimento. Un equilibrio difficile, ma che ormai sapevo gestire.
Avevo spesso considerato il mio nuovo corpo come una cella, qualcosa in cui ero stato rinchiuso, ma in questo momento fui colpito dalla consapevolezza di quanto mi fossi sbagliato. Non mi piaceva accettare dei limiti, né essere rovinato dalle cicatrici e limitato dalla vista. Odiavo zoppicare.

Ma questo era pur sempre il mio corpo.

Nell'istante in cui l'avevo penetrata, nel momento del piacere totale, più forte di qualunque cosa avessi conosciuto, avevo saputo di trovarmi nel mio corpo, non all'ergastolo in una prigione.

Quella era la mia vita ed era inutile aspettare che qualcosa potesse cambiare.

Il leggero tocco alla porta non apparteneva ad Astrid, ne ero certo.

Entrò Leon, il mio assistente, l'uomo che la maggior parte delle volte mi rappresentava in pubblico, un ampio sorriso sul volto. «Ho saputo che il matrimonio è andato bene. Mi dispiace di non poter essere stato presente.»

«Non preoccuparti, la nascita di tuo figlio era più importante.» indugiai per un attimo, immaginando come sarebbe stato avere dei figli miei. Era un traguardo che da ragazzino avevo dato per scontato, e invece...

Se avessi un figlio gli farei paura e non saprei come comportarmi.

«I tuoi dipendenti e non solo aspettano una uscita pubblica del capo e di sua moglie.»

«I miei dipendenti sono stati fortunatamente esclusi dal vedermi per cinque anni, dubito che vogliano cambiare adesso. Sai anche tu che cosa dicono e pensano di me.»

«Eppure vogliono vederti. Sono state pubblicate delle fotografie della cerimonia sulle riviste, oltre negli Stati Uniti d'America, di tutta Europa, il matrimonio reale del famoso Justin Bieber e di Mrs Lacroix.»

«La bella e la bestia? Ho letto qualche titolo. Ma ti confesso che potendo scegliere tra commenti sarcastici o romantici sulle mie cicatrici opterei per i primi.» Sospirai. «Che cosa suggerisci?»

«Un'apparizione pubblica insieme ad Astrid. L'idea sarebbe un festeggiamento per il matrimonio, così l'intera America non si sentirebbe esclusa.»

«Non era mia intenzione farli sentire esclusi.»

«Però è quello che pensano.»

«Oh!» l'esclamazione di sorpresa proveniva da lei, in piedi sulla soglia, lo sguardo che passava da me a Leon. «Pensavo fossi solo.»

«Vuol dire che non credeva che qualcuno osasse entrare in camera del boss? Sono Leon, il suo consigliere, mi dispiace di non aver avuto il piacere di conoscerla prima, ma mi sono assentato perché mia moglie era al termine della gravidanza.»

Los Angeles' Hidden Legacy. ↠ Justin BieberDove le storie prendono vita. Scoprilo ora